Massimo Polello, Artista e calligrafo che usa il tratto grafico ad arte, sa come nutrire gli occhi affamati di bellezza. La sua fama è mondiale, conduce workshop dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda. Collabora con brand legati al mondo della scrittura come Aurora e produce opere artistiche con la sua arte grafica.
Come si diventa un calligrafo?
«È capitato da sé. Ho sempre avuto la passione per la scrittura, mi piacevano le lettere, le attività grafiche e ho indirizzato i miei studi in questa direzione».
Cosa rappresenta per lei la calligrafia?
«La scrittura è la nostra storia, ma il mondo della calligrafia ha molti preconcetti, si lega alla bella grafia e alla bella scrittura, mentre io mi occupo di scrittura non leggibile, quella più astratta ed espressiva. Il segno definisce anche la nostra identità culturale, quindi, in qualche modo, la calligrafia contemporanea è anche un ritorno al nostro primitivo. In tal senso del segno non cerco la mera perfezione del tratto, ma al contrario la sua anima più astratta. Non a caso mi affascina tutto quello che ha a che fare con la vista e con la ritualità come nelle culture orientali: dal tratto del pennello alla composizione calligrafica che ritroviamo in mondi lontani come quello orientale e arabo».
La scrittura è un’esperienza visiva?
«La scrittura non ha confini, è un’esperienza visiva immersiva e il fascino maggiore è che può essere applicata a qualsiasi superficie. Può essere incisa, applicata su vetro, dipinta su pareti».
La calligrafia e il digitale che relazione hanno?
«Tutto ciò che possiamo fare a mano ha un valore unico. Irripetibile. È basilare sapere che l’esperienza della scrittura è data dal corpo. Quindi il digitale è un complemento, ma l’esperienza parte dalla vista e si tramuta in segno attraverso il linguaggio del corpo. Ogni “lettera” che viene scritta a mano suscita un’emozione fisica, che il digitale non ti può dare».
Si sente più un artista o un artigiano?
«Entrambi, ma penso che essere un artigiano del segno grafico sia un appellativo più che onorevole, perché parla di pezzi unici, di ricerca, di lavoro fatto a mano».
Quelle che avete appena letto sono le parole giuste per approcciarvi alle attività consigliate qui sotto, tra arte, storia e natura sauvage.
Nel segno della storia (Torino, ore 10.00)
Un viaggio nel segno della calligrafia all’Officina della Scrittura, il primo museo al mondo dedicato al Segno che insieme a Fondazione 107 porta il visitatore in un antico filatoio del Settecento. Un percorso inedito per scoprire, immersi in luoghi storici, i segni contemporanei dell’arte.
Un soffio ad arte (Venezia, ore 11.00)
Scoprire il vetro muranese in un percorso che segue la strada dell’innovazione e l’estro dei più grandi artisti e designer del Novecento. Un tour da fare in un weekend all’Hyatt Centric Murano Venezia.
Curve adrenaliniche (Lapponia, ore 16.00)
Un appuntamento ad alto tasso adrenalinico: evitare ostacoli frenando sul ghiaccio a 80 km/h, eseguire drifting sulle dune del deserto o arrampicarsi per sentieri rocciosi. Una drive experience a bordo di Bmw è prima di tutto un modo di viaggiare per paesaggi mozzafiato.
Sorprese dietro le quinte (Napoli, ore 20.00)
Antiquario di Napoli: oltre la porta, un’atmosfera anni 20: tende di velluto rosso, luci soffuse, specchi, un pianoforte e un’elegante e sofisticata bottigliera. Una serata nello speakeasy più chic della Costiera Amalfitana. Per la parola d’ordine: chiedere al Concierge.
Nel Tempio di Canova (Possagno, ore 22.00)
Una visita notturna all’interno della Gypsotheca, per ammirare la grande collezione di opere e sculture illuminate dalle sole lanterne alla scoperta dei capolavori del genio di Possagno: Antonio Canova. Si narra che un silenzio incantevole regnasse di notte nel suo atelier. Ecco come rivivere l’atmosfera del grande artista neoclassico.
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