Prima di addentrarci nelle experience per far cantare le papille gustative, abbiamo parlato del gusto – in quanto senso – e della cucina italiana con lo chef Marcello Trentini. Tra visite Slow Food e cene eccentriche, nel 2012 il suo ristorante Magorabin (a Torino) ha ottenuto la tanto agognata Stella Michelin.
Qual è la sua idea di cucina italiana?
«La cucina del “Mago” si è evoluta nella produzione di infiniti piatti e variazioni che portano avanti sperimentazione e tradizione made in Italy».
Cosa vuol dire osare nel rispetto della tradizione?
«Vuol dire raccontare attraverso il cibo delle esperienze sensoriali. Il cibo è una forma d’arte. Le materie prime sono come note sullo spartito, la mia argilla, i miei pennelli. La mia offerta gastronomica è un lavoro di ricerca sulla torinesità contemporanea. Mescolare la diverse culture del mondo e portarle nei piatti della cucina torinese, senza limiti, senza confini, è quello che amo fare. Solo così nasce un piatto che poi diviene esperienza, conforto, piacere. Attraverso il cibo parlo di territorio, filosofia, viaggi, flussi migratori».
Nel 2020 ha lanciato una sua proposta di cocktail ready to drink. Come è nata l’idea?
«La vera differenza tra i drink che ho pensato e gli altri in commercio, è questa: ho trattato i liquori come ricette di cucina. Ho messo il mio palato, ho fornito indicazioni, poi Fulvio (Fulvio Piccinino, bartender e massimo conoscitore del vermouth in Italia, ndr.), ha “giocato al piccolo chimico”, e insieme abbiamo fatto prove e testing per sette mesi. Fino ad arrivare al risultato che volevamo».
Se dovesse scegliere il piatto che per lei rappresenta l’emblema dell’esperienza sensoriale da Magorabin quale sarebbe?
«Non ho dubbi: lingua, gamberi e mandarino. Uno dei miei piatti “scandalo”. Ma non è un vezzo, c’è un pensiero culturale dietro questa ricetta. Perché per me il gusto è un universo fatto di emozioni, dai colori alla musica, e quello che conta è l’approccio al piatto, questo crea la magia. Colpire i sensi e il cuore è possibile solo se tutto ciò diviene ricordo».
Ci svela il segreto del suo successo?
«Come mi disse una sera il direttore del Teatro Regio: il cervello di uno chef è come quello del musicista. La sinfonia è già nella testa. Devi solo metterla nel piatto».
Ed ecco ora i consigli per andare oltre i classici itinerari del gusto, in una giornata all’insegna dei piaceri più unici e autentici del palato.
I drink del Mago (Torino, ore 12.00)
Mixology & food pairing con lo chef Trentini nel suo ristorante Magorabin: «Un grande cocktail non è che la versione liquida di un piatto gourmet», assicura il “Mago”. Da provare anche per un aperitivo pre-lunch.
La bellezza rituale del tè (WabiSabi Culture, San Ginesio, ore 14.00)
La cerimonia del tè è sinonimo di elegante semplicità, come la casa giapponese e gli utensili creati secondo uno stile che rifiuta l’idea di una bellezza appariscente e opulenta. Il profumo e il sapore del tè che si ottiene roteando la tazza, sono l’essenza del gusto.
Lezioni gourmet sul lago (Como, ore 15.00)
Si arriva solo in barca, con motoscafo d’epoca, ma a motore elettrico per non disturbare la quiete del Lago di Como. Così inizia la Cooking Experience a Bellagio: un concetto conviviale che trasforma lo Chef Table in arte.
Tra i filari, sotto le stelle (Monferrato, ore 20.00)
Per assaporare una cucina non convenzionale, che esalti le papille gustative, il nostro Concierge vi apre le porte di esperienze enogastronomiche riservate, come le cene d’estate in vigna, tra i filari del Monferrato, con sommelier privato.
Mistery dinner (Secret place, ore 21.00)
Ogni volta una location diversa, segreta, dove arte, pittura, cinema e ovviamente i sapori della cucina stellata, fanno da cornice all’experience dell’Immersive show dinner: un percorso multisensoriale tra sogno e realtà, in un ambiente virtuale avvolgente e spettacolare.
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