Tratto dall’Accademia della Crusca
Diverse lettrici e lettori hanno chiesto se sia possibile (o “corretto”) dire più meraviglioso. Il dubbio (espresso tra gli altri da intere classi di studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado, da un’insegnante, e anche da una madre desiderosa di correggere l’italiano del figlio che vive all’estero per lavoro) è di natura puramente metalinguistica: si vuole sapere se nel fare l’analisi grammaticale meraviglioso vada analizzato come aggettivo di grado positivo o come superlativo assoluto. Qualcuno chiede anche se meraviglioso sia o meno un aggettivo graduabile. Tra gli esempi di contesti d’uso nei quali è stata incontrata la struttura in questione citiamo i seguenti: Esiste luogo più meraviglioso di questo? il borgo è quello di Piglio, uno dei posti più meravigliosi e magici del Lazio.
Risposta
La risposta, come quasi sempre accade, richiede alcune premesse e precisazioni: va innanzitutto chiarito quale sia il significato di meraviglioso, e poi va spesa qualche parola sui diversi gradi dell’aggettivo riconosciuti nelle descrizioni grammaticali.
Il significato originario di meraviglioso (aggettivo attestato in italiano fin dalla prima metà del XIII secolo) è ‘che suscita meraviglia o stupore’ (GRADIT), ‘che suscita meraviglia, stupita ammirazione, che lascia sbigottiti’ (DISC), ‘che desta meraviglia, ammirazione’ (Zingarelli 2020). In questo senso, sulla cui definizione i principali dizionari concordano quasi letteralmente, non c’è dubbio che l’aggettivo sia graduabile: il grado di meraviglia che qualcosa può suscitare è senz’altro variabile da persona a persona, e fenomeni diversi possono suscitare meraviglia in diversa misura. È in questo senso che l’aggettivo è usato nelle più antiche delle attestazioni in cui compare preceduto da più nei testi raccolti nella Biblioteca italiana Zanichelli (BIZ):
gli amanti or piangono, or ridono; anzi (il che è non solo più meraviglioso, ma del tutto impossibile agli altri uomini) piangono e ridono in un medesimo tempo (Tullia d’Aragona, Dell’infinità d’amore, 1547)
Io non posso se non dire che sia atto degno di meraviglia ciò che Lodovico fece, che essendo nobile e ricco andasse a servir altrui. Ma come si dice che egli era innamorato, subito cessa l’ammirazione, perciò che questa passione amorosa è di troppo gran potere e fa far cose assai più meravigliose e strabocchevoli di questa. (Matteo Bandello, Novelle, Parte 2, novella 36, 1554)
L’arte quanto a se stessa è realmente ingeniosa, né può dirsi il contrario con ragione alcuna; ed è tanto più meravigliosa, quanto son infiniti gli effetti che i diversi specchi producono all’occhio; perciò che noi veggiamo che alcuni fanno la faccia longa, alcuni storta, altri la fanno piana, chi la fa tonda, chi la fa larga: secondo che i specchi sono o tondi o concavi o piani o d’altro modello, a tale effetto conveniente. (Tommaso Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo. Discorso 145 De’ speculari e specchiari, 1585)
In questi testi, meraviglioso significa ‘che desta meraviglia’. In particolare nel testo di Bandello si introduce esplicitamente il tema trattato nella novella chiamandolo “atto degno di meraviglia”, e poco oltre si dice che esistono “cose assai più meravigliose e strabocchevoli di questa”.
È ancora questo il senso in cui occorre la prima attestazione in una costruzione che sarebbe definita nell’analisi grammaticale di “superlativo relativo”:
de’ fenomeni della calamita tre essere i più meravigliosi, l’attrazione del ferro, la comunicazione al ferro della virtù magnetica e l’addrizzamento al polo (Giovan Battista Vico, Vita scritta da sé medesimo; 1725)
Un’occorrenza come questa permette di sciogliere il dubbio se meraviglioso sia un “superlativo assoluto”. Evidentemente no, perché le forme normalmente classificate come superlativi assoluti non posso presentarsi nella costruzione di superlativo relativo: non diciamo *i più bellissimi fenomeni.
Tuttavia, nell’italiano d’oggi, il primo senso di meraviglioso non è più quello attestato in questi testi cinquecenteschi e ancora in Vico, ma un altro, che il GRADIT definisce così: ‘che desta ammirazione per la sua bellezza, per la sua grandezza, per le sue ottime qualità, ecc., magnifico’; sia il DISC sia lo Zingarelli 2020 danno come sinonimi di meraviglioso gli aggettivi magnifico, splendido, stupendo. In questa accezione, il senso di meraviglioso si avvicina molto a quello del “superlativo assoluto di bello”, che è il senso sul quale chiedono informazioni alcuni dei lettori.
Il passaggio dal significato ‘che desta meraviglia, che suscita stupore’ al significato ‘che desta ammirazione per la sua bellezza’ è comprensibile. Nei brani letti finora si danno per lo più descrizioni puramente scientifiche di fenomeni che possono destare meraviglia (ridere e piangere insieme, l’effetto deformante di certi specchi, il magnetismo). Ma alcuni fenomeni possono non solo suscitare stupore, ma anche sollecitare un senso estetico, apparirci belli, o anche bellissimi.