Boris Johnson ha accettato di dimettersi, ha capito che la sua posizione ormai è indifendibile. Ma vuole rimanere primo ministro fino a quando non sarà eletto il nuovo leader dei conservatori. Cioè il prossimo autunno, quando ci saranno le primarie del partito.
Il vero problema, come riferisce una fonte di governo al Times, è che non si sa chi possa accettare di lavorare in queste settimane per un governo ormai decaduto, chi possa accettare di fare il ministro per un presidente costretto alle dimissioni. Nessuno salirebbe su una barca che sta affondando.
Mentre si allungava il lungo elenco di dimissioni dal suo esecutivo (arrivato a quota 50 nomi, tra tutte le cariche) e dal partito conservatore, Johnson aveva cercato nuovi ministri come rincalzo, ma nessuno si è reso disponibile. Per questo motivo il primo ministro britannico dovrebbe annunciare le sue dimissioni a breve.
Il premier avrebbe parlato con Sir Graham Brady, il presidente del Comitato del 1922 (il gruppo parlamentare del Partito Conservatore alla Camera dei Comuni del Regno Unito) e ha accettato di lasciare il posto.
L’annuncio ufficiale dello stesso Johnson dovrebbe arrivare intorno all’ora di pranzo, oggi, direttamente dal 10 di Downing Street.
Due ex ministri hanno detto al Guardian che secondo loro è impossibile, per Johnson, rimanere in carica fino all’autunno. Uno dei due ha suggerito che il suo vice Dominic Raab dovrebbe diventare primo ministro ad interim fino al vertice dei conservatori del prossimo autunno.
Un’altra fonte Tory di alto livello ha detto al Guardian che il comportamento del premier nelle ultime 48 ore «è stato sconsiderato e scorretto, e ha reso la sua permanenza a Downing Street un pericolo per il Paese».
Il leader dei laburisti, Keir Starmer, ha colto l’occasione per screditare ulteriormente il lavoro di Johnson. «Le sue dimissioni sono una buona notizia per il Paese, ma sarebbe dovuto succedere molto tempo fa. È sempre stato inadatto all’incarico, è stato responsabile di bugie, scandali e frodi su larga scala».