Nuovo Cinecittà paradisoRoma vuole (e può) diventare il principale hub cinematografico d’Europa

Il piano di ristrutturazione degli studi sulla via Tuscolana prevede un ampliamento di circa due terzi dell’attuale superficie dei teatri esistenti, con tecnologie all’avanguardia e un’attenzione speciale alla sostenibilità. Un progetto legato ai fondi del Pnrr

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Gli studi di Cinecittà sono stati il set di “Gangs of New York”, “Il Padrino – parte III”, “Quo Vadis?”, “Ben Hur”, “Cleopatra”, una lista lunghissima di capolavori del cinema, 90 dei quali hanno ricevuto una candidatura all’Oscar, 51 hanno portato a casa la statuetta. Il complesso di studi cinematografici della via Tuscolana è già il più grande d’Europa per dimensioni, ma il prossimo passo è diventare anche il più importante e il più moderno hub cinematografico del continente.

«Il piano industriale di Cinecittà prevede una crescita di 12mila metri quadrati, quindi del 60%», diceva l’amministratore delegato di Cinecittà Spa Nicola Maccanico lo scorso maggio. «Realizzeremo 5 nuovi teatri, più grandi e con maggiore flessibilità, tra cui uno con una piscina interna, denominato “Underwater stage”, avvieremo la ristrutturazione di altri 5 teatri esistenti, per averne in totale 24».

Il progetto di espansione non è nato ieri, era nel cassetto da un po’, ma l’arrivo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza offre opportunità uniche. «Abbiamo già oggi uno smart stage enorme per la realtà virtuale, e ne aggiungeremo un altro. Spenderemo 195 milioni di fondi del Pnrr sul totale dei 300. Di questi, 110 serviranno per aumentare la capacità produttiva, per l’innovazione tecnologica e la sostenibilità, altri 50 andranno per la riqualificazione e 35 per la cultura e formazione. Dei 300 milioni totali altri 65 andranno per il nuovo sito a Torre Spaccata e 40 per il Centro sperimentale di cinematografia», ha aggiunto Maccanico.

Il progetto di rilancio di Cinecittà è ambizioso ma concreto, fattibile sicuramente, dopotutto si tratta di mettere a nuovo e ampliare un complesso già molto grande e con un potenziale ancora inesplorato – seppur molto vecchio: il primo progetto risale al 1937. «Che lo si misuri per superficie o per numero di palchi, Cinecittà è in procinto di espandersi di oltre due terzi. Acquisirà anche alcune apparecchiature all’avanguardia già in uso negli studi in America e in Gran Bretagna», scrive l’Economist in un articolo che racconta con toni entusiastici il piano di ampliamento di Cinecittà.

L’articolo del magazine britannico apre con una descrizione accurata degli studios: «Quando si arriva a Cinecittà, si passa per una portineria costruita secondo lo stile razionalista popolare in Italia nei primi anni del ‘900. Sembra prepararti per un viaggio nel passato. Questo è ciò per cui viene la stragrande maggioranza dei visitatori, circa 100mila ogni anno. Cinecittà, estesa su oltre 40 ettari alle porte di Roma, ospita il Museo Italiano delle Immagini in Movimento, che comprende una mostra permanente sull’illustre storia cinematografica della stessa Cinecittà e un’altra interamente dedicata a Federico Fellini, ideata dal suo protetto, lo scenografo premio Oscar, Dante Ferretti».

Per gli addetti ai lavori gli studi sono un luogo in cui si respira la storia, in cui riempire le scarpe di giganti del cinema che sono passati di lì prima di loro. Ma è un’attrazione di enorme interesse anche per i turisti che possono passeggiare dietro le quinte, vedere le scenografie permanenti come quella dell’antica Roma (nella foto di copertina).

Da luglio 2017 gli studi di Cinecittà sono diventati parte di Istituto Luce Cinecittà Srl, poi rinominata nel 2021 Cinecittà Spa. Ora lo Stato ha voluto ancora scommettere su questo suo brand. Il progetto attuale, da ultimare nel 2026, punta a creare un’eccellenza in Europa e un punto di riferimento per i grandi progetti internazionali.

La domanda è se questo enorme investimento darà i suoi frutti. «Fino a un paio di mesi fa la risposta era palesemente sì», scrive l’Economist. «Cinecittà era al completo, le sue fortune sono migliorate progressivamente negli ultimi dieci anni, anche grazie all’avvento dello streaming. Ma l’annuncio di aprile di un calo degli abbonamenti a Netflix ha gettato un’ombra sull’intera industria cinematografica e televisiva. E ora gran parte dell’economia mondiale deve far fronte all’inflazione e forse alla recessione».

Il grande progetto di Cinecittà ha un vantaggio competitivo enorme rispetto ad altri programmi altrettanto ambiziosi nel resto d’Europa, quel vantaggio è Roma. «Se dici a una Charlize Theron gireremo per sei mesi a Sofia o sei mesi a Roma…», ha detto Maccanico all’Economist, lasciando intendere che per le star abituate a una certa qualità della vita la scelta è ovvia.

E poi c’è un’attenzione particolare per la sostenibilità ambientale del progetto e della Cinecittà che sta per nascere. Il settore è sempre più sensibile al tema, così il piano di sviluppo va costruito secondo principi di efficienza industriale, di sostenibilità ambientale, economica e sociale: dai pannelli solari alle colonnine dell’acqua, dai protocolli plastic free all’utilizzo di materiali ecosostenibili per le scenografie, fino al riutilizzo e riciclo di tutti i materiali, il grande hub del cinema europeo non può prescindere dal tentativo di diventare – il più possibile – un complesso di studi a impatto zero.

«Da ministro ho partecipato alla decisione di fare un investimento senza precedenti per ampliare gli studios, per sostenere l’innovazione tecnologica e per poter diventare davvero competitivi e attrattivi», aveva detto un mese fa il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a margine della presentazione del “Lazio Cinema International” al WeGil. «Cinecittà è una grande opportunità non solo per le produzioni nazionali, ma anche per le produzioni internazionali. E poi per le coproduzioni che sono una grande opportunità non solo per far venire a fare cinema a Roma ma per internazionalizzare i nostri talenti, le nostre professionalità, e proiettare sempre di più il cinema italiano sul palcoscenico globale».