Brandelli d’Italia Anche per gli americani Giorgia Meloni è un pericolo serio per la democrazia

Un commento pubblicato dal New York Times smonta la narrazione di una leader sovranista seria, atlantista e responsabile: «La presa del potere a destra da parte di figure che si considerano esplicitamente eredi della tradizione fascista è uno sviluppo allarmante»

LaPresse

L’Italia torna al voto e il mondo ci guarda in attesa di capire se il nostro Paese sarà l’anticamera di un nuovo fenomeno politico: il neofascismo al potere. L’allarme viene dal New York Times che con un articolo di David Broder smonta con durezza il tentativo di Giorgia Meloni di accreditarsi come una politica seria, atlantista e responsabile. «La presa del potere a destra da parte di figure che si considerano esplicitamente eredi della tradizione fascista è uno sviluppo allarmante» si legge nell’articolo. 

Meloni «si presenta come una politica coi piedi per terra», ma allo stesso tempo «mescola in modo micidiale le paure del declino della civiltà con aneddoti popolari sui suoi rapporti con la sua famiglia, Dio e l’Italia». L’esempio di questa tecnica retorica è il comizio della leader di Fratelli d’Italia in Andalusia, a sostegno della campagna elettorale di Vox, partito di estrema destra che guarda con nostalgia al regime di Franco. Il libro si apre con una chiamata alle armi eccessiva perfino per un memoir politico: “If this is to end in fire, then we should all burn together” (Se tutto questo finirà in fiamme, allora bruceremo insieme).

Ma a colpire l’opinionista non sono solo le parole d’ordine di Meloni, quanto è la discrepanza tra la presunta linea pro Ue-pro Nato professata nei circoli internazionali dalla leader di Fratelli d’Italia, e i fatti: «Il partito persegue un’agenda apertamente reazionaria in patria».

Per esempio quando Forza Nuova ha attaccato con violenza la sede della Cgil lo scorso ottobre, Meloni ha preso formalmente le distanze ma si è astenuta sulla mozione parlamentare per sciogliere il grippo neofascista, limitandosi a condannare genericamente tutti i totalitarismi. 

Sul giornale più autorevole del mondo desta preoccupazione l’ambiguità politica di Meloni che ogni volta ha grande difficoltà nello scrollarsi di dosso simboli, parole d’ordine e relazioni che collegano il suo partito alla galassia neofascista. Broder mette tutto in fila: dalla fiamma del Movimento Sociale Italiano contenuto nel simbolo del partito, ai legami ambigui di alcuni europarlamentari con figure legate alla tradizione del neo fascismo militante milanese, come mostrato nella recente inchiesta di Fanpage su Roberto Jonghi Lavarini. 

Per il New York Times, il successo di Fratelli d’Italia è dovuto a una coincidenza politica straordinaria: da una parte la rottura delle barriere tra il centrodestra tradizionale e l’estrema destra, che si sta diffondendo in tutta l’Europa occidentale e negli Stati Uniti. Dall’altra parte la situazione economica e sociale dell’Italia: crescita piatta, alta disoccupazione, profonda disuaguaglianza tra Nord e Sud. «In questa atmosfera di declino, dove la prosperità sembra poco plausibile, il messaggio dei Fratelli d’Italia – che la salvezza nazionale si trova solo nell’abiura dei migranti e nella difesa della famiglia tradizionale – ha trovato un pubblico ricettivo». 

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