DOVE SONO FINITI I CAMERIERI?
Alla “Vecchia Bettola” di Firenze, per trovare un cameriere, il proprietario alla fine ha srotolato in strada uno striscione con fondo bianco e caratteri cubitali blu con su scritto «Cercasi cameriere». E dopo qualche giorno, l’ingegno l’ha premiato.
Nell’estate della doppia crisi, camerieri, cuochi, baristi e bagnini in Italia sembrano essere tra le materie prime più rare. Non passa giorno in cui non si senta un ristoratore lamentare la carenza di personale. Non passa giorno in cui non ci sia qualcuno che dica che è tutta colpa del reddito di cittadinanza e dei giovani che non hanno voglia di lavorare. Mentre sull’altro lato della barricata si evocano entusiasti la Great Resignation e la Yolo Economy all’americana, nel segno del «mollo tutto e cambio vita».
Senza nessuno che si chieda però: ma dove sono finiti, davvero, questi camerieri? Le risposte, come sempre, si trovano nei dati.
Follow The Data Con Francesco Armillei, assistente di ricerca alla London School of Economics e socio del think-tank Tortuga, che da mesi analizza le transizioni occupazionali legate all’aumento delle dimissioni volontarie, siamo andati a studiare i numeri delle comunicazioni obbligatorie dei lavoratori stagionali dal 2019, quindi prima della pandemia, alla fine del 2021 (ultimo periodo in cui abbiamo i dati).
So what? E quello che viene fuori è che la percentuale di assunzioni degli stagionali da maggio in poi tra 2019 e 2021 resta più o meno la stessa. Anche i lavoratori che escono dal mercato del lavoro e non ricompaiono quindi più nelle comunicazioni obbligatorie, con la ripresa economica tornano in linea – anzi, leggermente più bassi – del periodo pre pandemia.
Altro che divano La prima evidenza quindi è che no, quelli che prima scorrazzavano tra i tavoli per portarci pizze e fritture di pesce non sono tutti sul divano a fare zapping tra i canali tv godendosi l’aria condizionata pagata col reddito di cittadinanza. Anzi. La novità è che alcuni di loro, tra la crisi dei ristoranti dovuta al Covid e gli stipendi bassi offerti dai titolari di locali e stabilimenti balneari, alla fine hanno scelto un altro lavoro. Certo, alcuni sono anche andati all’estero, approfittando di restrizioni anti-Covid più leggere e salari più alti.
Basta ordinazioni Ma tra pre e post pandemia è aumentata anche dell’1,5% la fetta di quelli che erano stagionali e che ricompaiono nelle comunicazioni come non stagionali. In pratica, hanno cambiato lavoro, magari scegliendone uno più sicuro o pagato meglio.
Ma che lavoro sono andati a fare? “Seguendo” i percorsi degli ex stagionali, viene fuori che sono andati a fare nella maggior parte dei casi i commessi nei negozi e i cassieri nei supermercati. E soprattutto, con i concorsi pubblici banditi per il personale Ata della scuola, si vede un aumento dei ricollocati come bidelli e altro personale negli istituti scolastici.
Non solo. Alcuni si sono spostati pure nel settore agricolo. Dove, per via delle frontiere chiuse a singhiozzo causa pandemia, si lamentava anche la carenza di manodopera per il mancato arrivo dei braccianti stranieri.
Alla faccia dei giovani che non hanno voglia di lavorare Perché quando si parla di stagionali, si parla soprattutto di loro. Il 48,75% ha tra i 15 e i 29 anni, oltre il 72% ha meno di 40 anni.
E io non pago! E la cosa che salta all’occhio è che, nonostante i titoloni contro i giovani divanisti, proprietari di bar e ristoranti non hanno certo offerto salari più alti per accaparrarsi i lavoratori come accadeva negli States. La media degli stipendi resta di circa 1.000 euro lordi al mese. Si vede solo una leggera crescita di 50 euro lordi al mese circa tra il 2019 e il 2021. Ma sembra più che altro una crescita generalizzata, sia tra chi questi lavori li fa come stagionale sia tra chi stagionale non è. «In generale, non mi sembra che la categoria degli stagionali abbia beneficiato di particolari aumenti salariali», spiega Armillei.Senza contratto Al contrario, si vede invece una crescita da un anno all’altro di camerieri e colleghi assunti senza un contratto collettivo nazionale. Sommando le comunicazioni obbligatorie classificate senza contratto nazionale e quelle con “contratto non presente in elenco”, l’estensione di questa area grigia sale dal 18% al 24% tra il 2019 e il 2021. «Un dato che ci dovrebbe far riflettere anche alla luce del dibattito sull’introduzione di un salario minimo per tutelare chi al momento resta fuori dallo “scudo” dei Ccnl», commenta Armillei.
Ne usciremo migliori, si diceva.
COSA BOLLE IN PENTOLA
Il governo continua a studiare i possibili metodi per frenare gli effetti dell’inflazione sugli stipendi dei lavoratori. In attesa delle mosse della Bce, tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima, il premier Mario Draghi incontrerà le parti sociali. Sindacati e imprese spingono per un taglio del cuneo fiscale, così come i partiti di maggioranza. Ma ognuno ha la sua ricetta: il Pd vuole un taglio a favore dei lavoratori, Lega e Forza Italia puntano ad alleggerire le imprese. Sarà difficile agire prima dell’autunno. La discussione, molto probabilmente, è rimandata alla prossima manovra. Così come anche sul salario minimo non si prospetta un intervento immediato. Il ministro Orlando, però, con l’appoggio di Palazzo Chigi, vorrebbe accorciare i tempi, rendendo obbligatorio il contratto migliore e maggiormente rappresentativo per ogni comparto. Cosa che eviterebbe anche una lunga discussione tra le forze politiche.
Soluzione Draghi Per il premier, si sa, la via maestra per frenare i rincari è soprattutto il tetto al prezzo dell’energia, che però è fattibile solo a livello europeo. Negli ultimi vertici internazionali, tra Consiglio Ue e G7, Draghi è riuscito a ottenere un impegno a occuparsene. Ma se qualcosa si farà, anche qui se ne riparlerà comunque in autunno.
- Intanto le imprese aprono al governo per gli aumenti in busta paga, ma chiedono che vengano detassati e che siano legati alla produttività.
A suon di decreti Dopo il nuovo decreto taglia-bollette approvato la scorsa settimana, il Tesoro prevede un ulteriore intervento per famiglie e imprese entro luglio. Ma senza ricorrere allo scostamento di bilancio.
Pax sul reddito Oggi Draghi incontra Conte a Palazzo Chigi. E se sulle armi all’Ucraina non sembra disposto a cedere, il premier fornirà invece sostegno sul reddito di cittadinanza. Il nuovo gruppo di Luigi Di Maio ha votato l’emendamento al decreto aiuti di Lega e Forza Italia, che prevede che le offerte congrue di lavoro vengano proposte anche dalle imprese e che i beneficiari del sussidio possano rifiutarne al massimo due. La modifica però potrebbe essere rivista nel nome della pax con Conte. Oggi il decreto arriva in aula alla Camera e poi passerà al Senato.
Aria nuova Rocco Sabelli e Bernardo Mattarella sono stati nominati rispettivamente presidente e amministratore delegato di Invitalia. Si è chiusa la lunga era di Domenico Arcuri, che era stato nominato ad nel 2007 e che ha guidato l’azienda pubblica in un periodo in cui si sono succeduti nove governi. Intanto si parla anche di una possibile sostituzione di Paolo Savona dalla Consob. E a Bankitalia per il dopo-Visco si fa il nome di Fabio Panetta.
Concorrenza in salita Oggi la viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova incontra tassisti ed Ncc per trovare una quadra sul ddl concorrenza. Domani e dopodomani è in programma uno sciopero.
QUI PNRR
Domani 5 luglio il ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale Vittorio Colao terrà una conferenza stampa per illustrare lo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quello che si sa è che sono stati conseguiti nei tempi previsti tutti i 45 traguardi e obiettivi previsti per il primo semestre 2022. Il Mef ha inviato alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata da 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di contributi a fondo perduto e 12,6 miliardi di prestiti.
- Secondo uno studio dell’Associazione Urbanit, città e periferie sarebbero penalizzate nella distribuzione dei fondi.
ECONOMIA DI GUERRA
Parla Borrell L’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, spiega che i sei pacchetti di sanzioni adottati contro Mosca mostrano la loro efficacia: la Russia non riesce a produrre missili di precisione, le auto saranno vendute senza airbag e cambio automatico, l’industria petrolifera soffre per la difficoltà di accedere a tecnologie avanzate. Putin, dice, sarà costretto «a scegliere tra pane e cannoni, le sanzioni lo chiudono in una morsa che si sta progressivamente stringendo».
Gli aerei più pazzi del mondo Tra caro carburante e tagli al personale durante la pandemia, è caos negli aeroporti di tutta Europa. In stato di agitazione, tra uno sciopero e l’altro, ci sono i lavoratori di molte compagnie low cost. Ma anche una big come Lufthansa ha già eliminato 900 voli programmati per luglio e ora si teme che questo stato di crisi possa andare a incidere anche sulla privatizzazione di Ita.
DUE DATI
Il peso della guerra sul lavoro A maggio, terzo mese di conflitto, si sono persi per strada quasi 100mila contratti a tempo indeterminato, soprattutto tra i giovani nella fascia 25-34 anni. Il dato potrebbe spiegarsi anche con un aumento della cassa integrazione. Intanto aumentano gli inattivi, quelli che un lavoro non ce l’hanno e non lo cercano più, arrivati a un livello leggermente superiore rispetto al periodo pre pandemia.
Buste paga A giugno l’inflazione è salita dell’8%, un livello che non si registrava dal 1986. Tra i più penalizzati dal caro prezzi, ci sono gli operai, con un danno, in termini di potere di acquisto, che nel 2021 è arrivato fino a 1.250 euro. Anche sugli stupendi degli insegnanti il caro prezzi ha un impatto notevole, se si considera che un insegnante delle superiori a inizio carriera guadagna attorno ai 1.350 euro netti.
COSE DI LAVORO
Delivery in crisi La startup tedesca Gorillas, che lo scorso ottobre aveva chiuso un round di investimenti record da 1 miliardo, licenzierà 540 dipendenti in Italia e lascerà il mercato italiano. La società aveva beneficiato del boom delle consegne durante la pandemia, ma con le riaperture e il calo delle ordinazioni dovute all’inflazione, è partito il piano di ristrutturazione. E non è l’unica: anche Getir a maggio ha annunciato un taglio del 15% della forza lavoro. La Fit Cisl ha chiesto un incontro con Orlando.
… e pure l’informazione Negli Stati Uniti, il sindacato che rappresenta circa 65 redattori di Wired minaccia di scioperare per due giorni se non riuscirà a raggiungere un accordo sui pagamenti con la direzione di Condé Nast entro il 12 luglio.
Senza difesa Riprende oggi in Inghilterra e Galles lo sciopero degli avvocati penalisti che rifiutano un aumento del 15% delle loro parcelle, chiedendo di arrivare almeno al 25%. Il blocco la scorsa settimana ha portato all’interruzione di otto casi su dieci alla Central Criminal Court di Londra.
Disconnettetevi È stata raggiunta l’intesa sul diritto alla disconnessione tra la Confederazione europea dei sindacati (Ces) e le associazioni imprenditoriali europee. Si prospetta un programma di lavoro dal 2022 al 2024, che permetterà di elaborare le future misure giuridicamente vincolanti per regolamentare il lavoro da remoto e tutelare la vita “offline” a livello europeo.
Fired E se una buona fetta dei colloqui di assunzione si è spostata in modalità remota, stanno aumentando però anche i licenziamenti via Zoom. Negli ultimi mesi diverse aziende hanno ridotto il personale tramite videochiamate di gruppo. Dobbiamo cominciare ad abituarci all’idea di poter essere licenziati virtualmente, dice Bbc Worklife.
COSE DA TENERE D’OCCHIO QUESTA SETTIMANA
6 luglio: a Roma si tiene evento “Transnational aspects of platform work”, promosso dal ministero del Lavoro insieme a Ela e Spagna; pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Fed.
7 luglio: Assemblea pubblica di Farmindustria; dagli Usa arrivano i dati sui nuovi occupati; pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Bce.
8 luglio: L’Istat presenta il “Rapporto Annuale 2022. La situazione del Paese”.