Il governo guidato da Mario Draghi punta a trovare almeno una decina di miliardi per finanziare i nuovi interventi contro il caro-energia, che dovrebbero arrivare la prossima settimana. Ieri il presidente del Consiglio ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro dell’Economia, Daniele Franco, per una ricognizione sulle risorse a disposizione senza ricorrere allo scostamento di bilancio, nonostante il pressing trasversale dei partiti.
Oggi per giunta scade il termine per pagare l’acconto della tassa del 25% sugli extraprofitti delle società del settore dell’energia. Dovrebbero entrare circa 4 miliardi dei 10,5 miliardi previsti a regime. E Draghi ha fatto partire ieri un pressing su tutte le aziende che ancora non hanno pagato. Anche in seguito agli allarmi arrivati proprio dal mondo delle imprese paralizzate dai costi di produzione esorbitanti, che in queste settimane rischiano di rallentare la produzione o addirittura chiudere. Il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, al Tg1 ha detto: «Le imprese hanno fatto miracoli ma ora sono molto in difficoltà».
E intanto oggi inizia anche la sospensione di forniture di gas del Nord Stream 1, il gasdotto che trasporta il gas dalla Russia all’Europa occidentale. Lo stop durerà fino al 3 settembre per questioni di manutenzione, ma si temono nuovi rialzi dei prezzi.
Ecco perché, nei nuovi interventi del governo – spiega il Corriere – la priorità verrà data alle imprese gasivore e in particolare alle filiere produttive che utilizzano più di tutte il gas e rischiano di fermarsi per i costi insostenibili della bolletta. Sono allo studio non solo crediti d’imposta ma anche bonus ad hoc per pagare il gas e forniture a prezzo calmierato. Per avere un quadro più preciso delle risorse disponibili per il complesso degli interventi bisognerà attendere qualche giorno, quando si avrà il dato sulle entrate di agosto.
I ministri Franco e Cingolani firmeranno poi il decreto interministeriale di proroga del taglio delle accise sui carburanti, che scade il 20 settembre. La misura, che consente di risparmiare 30,5 centesimi sul prezzo al litro di benzina e gasolio, dovrebbe essere prolungata intanto per 15 giorni, fino al 5 ottobre.
A Palazzo Chigi intanto si fa osservare che l’Italia ha già speso molto: 49,5 miliardi di euro da settembre 2021 a oggi (il 2,8% del Pil) secondo uno studio del think tank brussellese Bruegel, che classifica il nostro come secondo Paese dell’ Ue per stanziamenti a sostegno di famiglie e imprese (dopo la Germania). Tutti questi interventi, come ha più volte sottolineato Draghi, sono stati fatti senza scostamenti di bilancio.
Tra le altre ipotesi allo studio del governo per il nuovo pacchetto di aiuti ci sono la cassa integrazione gratuita per le imprese costrette a rallentare o fermare la produzione; la sospensione temporanea dei costosi certificati per l’emissione di CO2, come chiesto da Confindustria; la cessione a prezzi calmierati alle imprese che consumano di più di pacchetti di elettricità da fonti rinnovabili e di gas prodotto in Italia; il potenziamento della rateizzazione delle bollette; nuovi interventi sugli oneri di sistema e sull’Iva. Il tutto mentre Draghi lavora affinché nel vertice straordinario Ue dei ministri dell’energia, il 9 settembre, si arrivi finalmente allo sganciamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas.
Non solo. Si sta preparando anche un piano di risparmio energetico che a giorni dovrebbe essere firmato da Cingolani. Le ipotesi sono sul tavolo del ministro, a seconda dalla gravità della situazione. Con le misure più pesanti, solo in caso di interruzione dei flussi da Mosca. La speranza è non doverle mettere in campo e superare l’inverno con piccoli sacrifici come l’abbassamento già annunciato di un grado e di un’ora al giorno dei riscaldamenti in case, uffici, fabbriche. Che sarà accompagnato da una campagna di comunicazione per consigliare azioni positive, come tenere accese meno le luci e fare docce non troppo lunghe – spiega Repubblica.
La principale novità, in caso di emergenza, riguarda la Pubblica amministrazione: si sta valutando la possibilità di far scattare almeno due mesi di smart working per tutti i dipendenti in caso di emergenza massima. Da evitare il più possibile, invece, lo smart working a rotazione, perché si spenderebbe gas sia in ufficio che a casa.
Per le imprese, a partire da quelle in settori ad alto consumo di gas (chimica, vetro, acciaio, ceramica), non scatterebbero razionamenti, ma è allo studio un piano di interruzioni volontarie concordate, con la possibilità di compensazioni economiche. I negozi potrebbero essere chiamati a spegnere le insegne dopo le 23, l’illuminazione pubblica potrebbe essere ridotta fino al 40% in emergenza. Resta, infine, l’ipotesi di ritardare di sette giorni l’accensione dei riscaldamenti in autunno e anticipare lo spegnimento di sette giorni in primavera.