Probabilmente anche in questo caso la colpa è nostra e non della storia, per dirla con Giorgio Gaber. O forse del caldo che ci rende insofferenti alle uscite di questo o quel politico (nella fattispecie Matteo Salvini che parla di sudore e salsicce durante un comizio, aprendo la campagna elettorale a Domodossola).
Perché se è vero che mangiare è un atto politico, se le scelte di ogni singolo consumatore influenzano il mercato, dividere il mondo in due prendendo come pretesto il cibo – la minestrina di destra, il minestrone di sinistra per dirla ancora con Gaber – è anacronistico oltre che inutile. Avanspettacolo puro.
Tuttavia, visto che di simboli vive l’uomo, e l’appropriazione del cibo a scopo politico è vecchia quanto il mondo, non abbiamo saputo resistere alla tentazione di aggiornare, con ironia e senza pretese, l’elenco da Prima Repubblica con cui Gaber si è divertito a prendere in giro gli uni e gli altri, collocando il culatello e la cioccolata di qua, la mortadella e la Nutella di là. Nessuno si senta offeso.
La lasagna è di sinistra, il filetto al pepe verde di destra
L’aceto balsamico è di destra, sulla mortadella diventa di sinistra
Lo champagne è di destra, il prosecco di estrema destra
Il caffè d’orzo in tazza grande è di sinistra, il caffè di cicoria di destra
Il tramezzino va più a destra, il sandwich a sinistra
La piadina è di sinistra, la porchetta pure. La piadina con la porchetta è sinistra radicale
Il croissant va di più a destra, il cornetto a sinistra (o viceversa)
Gli spaghetti al pomodoro sono decisamente di sinistra, quelli al nero di seppia di destra. La carbonara con la panna è un delitto, a destra come a sinistra
Il consommé è sinistra, il brodo di pollo destra
La Coca Cola è di destra, con il rum cubano diventa di sinistra
L’acqua frizzante fa subito destra, quella del sindaco dipende dall’amministrazione
Il tappo di silicone è di sinistra, quello a corona ovviamente di destra
Il guyot è di destra, la pergola di sinistra. L’ombra, fino a prova contraria, è di tutti
Slow Food è di destra, Slow Food è di sinistra
TripAdvisor è di sinistra, le guide tutte di destra
Il giorno di chiusura è di destra, le ferie di sinistra
Il panettone è di destra, il pandoro con lo zucchero a velo anche
L’ananas è di destra, la mela di sinistra. La banana dipende da quale lato la guardi
L’albero è di destra, il seme di sinistra
Le mezze porzioni sono di destra, l’all you can eat di sinistra
La Nutella è di sinistra ma i Nutella parties degli Anni Novanta erano di destra. Il cioccolato svizzero è neutrale
Il the è di destra, l’Estathé di sinistra. La cannuccia biodegradabile è buonsenso
Il veggie burger è di sinistra, l’hamburger di destra (e Hitler era vegetariano)
Il coltello va sempre a destra, la forchetta a sinistra. Il cucchiaino da dessert è bipartisan
L’Esselunga è di destra, le Coop sono tutte di sinistra. Le ciliegie Ferrovia a 18 euro al chilo solo se sei a destra di Porto Cervo
Il fritto di paranza è di sinistra, in barca diventa di destra. Se la barca è a vela, è radical chic
Il tovagliolo sulle gambe fa molto destra, se è di carta diventa di sinistra. La tovaglietta all’americana mette sempre un po’ in crisi. Ma se è americana, dev’essere di destra. Forse
Il piattino per il burro è sempre in alto a sinistra, il gancio porta borsa in basso a destra
Il diplomatico è di destra, la crema catalana di sinistra
I cocktail sono di destra, la birra di sinistra
La salamella è di sinistra ma ultimamente piace molto anche alla destra
Il tartufo è di ultradestra ma piace molto, da sempre, anche alla sinistra
Il cameriere arriva sempre da destra
Il vassoio è di destra e il tagliere di sinistra
La mancia è di destra, lo scontrino fiscale sempre stato di sinistra
Il poke è di sinistra, l’uovo poché di destra
L’abbuffata è di destra, la differenziata di sinistra
L’induzione e il forno sono di destra, i fuochi a gas e la griglia di sinistra
Il whisky è di destra, il giro di amari di sinistra
Il tavolo allungabile è di sinistra, il centrotavola di destra
L’osteria è di sinistra ma l’oste, quasi sempre, di destra