All’inizio della campagna elettorale italiana e della formazione delle liste e delle eventuali coalizioni o alleanze, il Movimento europeo in Italia ha rivolto un primo messaggio alle forze politiche italiane, alle fondazioni e ai partiti politici europei che condividono l’obiettivo di un’Europa unita, solidale e democratica fondata sul rispetto della dignità umana (art. 1 della Carta dei Diritti) e dello stato di diritto (art. 2 del Trattato sull’Unione europea) in una dimensione sovranazionale aperta alla cooperazione pacifica fra i popoli.
Il nostro punto di riferimento ideale è ancora oggi, a più di trentotto anni dalla sua approvazione parlamentare, il “progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea” (il cosiddetto “progetto Spinelli” del 1984) dal punto di vista del suo contenuto innovatore, del metodo costituente e della sua agenda con l’obiettivo di coinvolgere nel suo lavoro i parlamenti nazionali e in conclusione le cittadine e i cittadini attraverso un referendum paneuropeo confermativo affinché il progetto entri in vigore fra la maggioranza dei paesi e delle popolazioni che lo avessero approvato.
Non si tratta di attendersi un atto di generica fede europeista o una dichiarazione di intenti nazionalista/sovranista ma del fatto che la futura agenda (nel senso latino delle “cose che debbono essere fatte”) del parlamento italiano che sarà eletto e del governo che verrà non sarà soltanto – in positivo o in negativo – quella del governo di unità nazionale che ha governato le numerose emergenze dal febbraio 2021 al luglio 2022 (la cosiddetta “agenda Draghi”) ma il programma delle priorità che caratterizzeranno le politiche dell’Italia nell’Unione europea e dell’Unione europea in Italia da novembre 2022 a ottobre 2027, se la nuova legislatura arriverà fino alla sua scadenza naturale.
Come sappiamo, ci saranno decisioni urgenti che dovranno essere prese a trattato costante ad iniziativa della Commissione europea con l’approvazione a maggioranza del Parlamento europeo e del Consiglio durante gli ultimi due anni della legislatura europea 2022-2024 con equilibri politici europei talvolta in dissonanza con gli equilibri politici nazionali.
In questo quadro non servirà a nulla battere i pugni sul tavolo per rivendicare un eventuale interesse nazionale perché le regole europee, scritte nell’interesse di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, devono essere applicate da tutti gli Stati membri se esse sono adottate nel rispetto dei Trattati.
Ricordiamo le decisioni in materia ambientale e più in generale l’attuazione del “Patto Verde”, l’applicazione del piano di azione sociale deciso a Porto nel maggio 2021 e le misure di sostegno alle persone e alle imprese, la politica energetica nel rispetto dello sviluppo sostenibile, la revisione del regolamento di Dublino sulle politiche migratorie e sul diritto di asilo in un’Europa inclusiva, l’intelligenza artificiale e la transizione digitale.
Nel quadro dei trattati attuali, ma con decisioni intergovernative, dovranno essere riformati tutti gli strumenti della governance economica a cominciare dal Patto di stabilità del 1997 ma poi tutto il pacchetto deciso al tempo della crisi dei debiti sovrani (Six Pack, Two Pack, Semestre europeo, Fiscal Compact) sapendo che il discostamento di un Paese dagli obiettivi e dalle condizioni del NGEU rischia di far perdere ad un paese come l’Italia prestiti e sovvenzioni con un ritorno in cattedra del gruppo dei paesi frugali.
Come sappiamo, sono ancora in sospeso molte decisioni legate al completamento dell’Unione economica e monetaria a cominciare dall’unione bancaria e da quella dei capitali per non parlare dell’unione fiscale che riguarda nello stesso tempo gli orientamenti di politica fiscale su cui sta lavorando da tempo la Commissione europea nel tentativo di rendere le politiche fiscali nazionali coerenti con le regole del mercato interno e la capacità fiscale autonoma dell’Ue nel senso della sostenibilità finanziaria del suo bilancio per garantire beni pubblici europei e una prosperità condivisa.
Se ci si colloca dunque nello spazio temporale fino alla fine dell’attuale legislatura europea e all’inizio di quella nuova nell’autunno del 2024 appare evidente che occorra andare al di là della cosiddetta agenda Draghi, nata nel febbraio 2021 su ispirazione del Presidente Mattarella per far fronte alle emergenze di quella fase politica ed economica a cui si è poi aggiunta l’emergenza della guerra russa all’Ucraina.
L’agenda italiana in Europa deve evidentemente contenere più dimensione ambientale e più dimensione sociale, più democrazia partecipativa e di prossimità per tener conto delle domande che vengono dai territori, più efficienza della pubblica amministrazione e più trasparenza, più capacità propositiva sui vari tavoli europei che non si limitano a quelli intergovernativi del Consiglio e del Consiglio europeo ma che coinvolgono le maggioranze nel Parlamento europeo e i gruppi di pressione della società civile.
Noi siamo convinti che una nuova agenda italiana in Europa non possa essere concepita durante questa campagna elettorale “contro” ma “per” una nuova visione e nuove politiche sapendo che gli equilibri europei sono cambiati come è stato evidenziato dalle decisioni sulla riforma dell’Unione europea fra i gruppi politici nel Parlamento europeo e dall’immobilismo di una minoranza dell’assemblea, una minoranza a cui appartengono i partiti italiani alleati nel quadro del centro-destra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia).
Nel comporre un’agenda “per” e dunque al di là delle emergenze che ha dovuto affrontare il governo di unità nazionale, vale la pena di ricordare che la legge elettorale italiana non prevede un doppio voto per i collegi uninominali maggioritari e a turno unico e per le circoscrizioni plurinominali, e dunque con ripartizione dei seggi fra liste bloccate nazionali per la Camera e regionali per il Senato escludendo il voto disgiunto e imponendo dunque alleanze elettorali e coalizioni politiche.
Ciò significa che per vincere le elezioni e per governare fino al 2027 con una maggioranza italiana di innovatori sarà necessario costruire una alleanza per l’Italia in un’Europa rinnovata – noi diciamo “federale” – il cui punto di riferimento politico dovranno essere gli innovatori nel Parlamento europeo oggi e la coalizione di innovatori che noi auspichiamo possa emergere dalle elezioni europee nel maggio 2024 se sarà applicato il metodo degli Spitzenkandidaten e delle liste transnazionali collegate a queste candidature.
Il Consiglio di Presidenza del Movimento europeo ha indicato alle forze politiche italiane e ai partiti europei innovatori sette priorità che sono per noi determinanti in un’agenda italiana per l’Europa:
• La realizzazione del “patto verde” a cui deve essere collegata una nuova politica energetica ed una politica industriale rispettose degli obiettivi dello sviluppo sostenibile e della lotta al cambiamento climatico;
• L’attuazione del piano di azione sociale per la realizzazione di un nuovo protocollo sociale come parte integrante e vincolante dei trattati;
• La revisione del quadro finanziario pluriennale a metà percorso in vista di quello che dovrà essere adottato entro il 2026 per il successivo quinquennio al fine di garantire beni pubblici europei sulla base di vere risorse proprie;
• L’avvio concreto dei negoziati per l’allargamento dell’Unione europea verso i Balcani occidentali e l’Europa orientale che si accompagni all’indispensabile approfondimento del processo di integrazione politica;
• Un nuovo partenariato con tutti i paesi del Mediterraneo e con l’Unione Africana come modello di cooperazione multilaterale;
• La definizione dell’autonomia strategica dell’Unione europea, che ha come elemento centrale un’unica politica estera e una difesa comune, e la promozione di un nuovo trattato per la cooperazione, la sicurezza e la pace sul continente europeo (Helsinki II) per contribuire alla pace in Europa e nel mondo ripudiando la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
• L’elaborazione e l’approvazione da parte del Parlamento europeo che sarà eletto nel maggio 2024 di un trattato-costituzionale che definisca i confini politici della nuova Ue e le regole di una eventuale integrazione differenziata nel quadro di un processo costituente.
Questa è per noi l’agenda ottimale europea per l’Italia che un’alleanza innovatrice dovrebbe proporre alle elettrici e agli elettori il 25 settembre sotto il simbolo comune della bandiera europea.
Noi ci rivolgiamo alle cittadine e ai cittadini italiani chiedendo loro di sostenere con il loro voto solo i partiti e le coalizioni che avranno accettato queste priorità.