I podcast, si sa, sono i sostitutivi perfetti a un sacco di buone abitudini. Secondo un recente studio dell‘Ansa, l‘audio entertainment nel 2021 ha registrato rispettivamente un +4% (per un totale di 14,5 milioni di ascoltatori) e un +11% (per un totale di 10 milioni di ascoltatori) rispetto al 2020.
C’è chi li ascolta in macchina, nei tragitti casa lavoro sui mezzi pubblici, o la sera in relax dal divano. Quel silenzio che prima veniva coperto dal suono della musica, adesso sempre più viene animato dall‘informazione.
Sì, perché secondo la classifica degli attuali dieci podcast italiani più popolari, si conferma una spiccata predilezione per il racconto giornalistico o narrativo di eventi storici. Basta pensare ad Alessandro Barbero, che nel 2021 si era guadagnato la pole position come podcast più ascoltato , oggi ancora al terzo posto. O alla Ballata di Andrea Doria, sulle vicende del lussuoso transatlantico della marina italiana che trasportava viaggiatori da New York alle nostre coste, che si aggiudica il quarto. All‘ottavo, uno studio interamente dedicato al Congo e alle radici dell‘identità africana.
Trovandoci però nel bel mezzo dell‘estate, pronti a partire per mete esotiche o verso i rassicuranti scenari di tutta una vita, vogliamo consigliarvi tre podcast di natura diversa, che forse ancora non conoscete, perfetti come sottofondo di un road trip o come il buongiorno di routine dei più lenti ritmi vacanzieri.
Ecco quindi la nostra classifica:
1. CHEZ PROUST
”Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust è il romanzo più bello ed evocativo di sempre ma è anche il più lungo. La sua mole ha scoraggiato e intimidito generazioni di lettori cosiddetti accaniti, che sono finiti a relegarlo sotto l‘etichetta dei capolavori da esibire tra gli scaffali per fare bella figura.
Ilaria Gaspari, l‘autrice del podcast, prodotto da Emons Record con il sostegno dell‘Institut Français, non ne vuole fornire una versione ridotta o un audiolibro. Scordatevi il bigino di Proust. Il suo è un tentativo più esteso di evocare alcune delle immagini, degli stereotipi e delle pagine del volume, non solo in modo da sollecitarne la lettura, ma anche per sfatare qualche mito.
Una puntata è dedicata interamente al personaggio di Odette de Crecy e si intitola “Abbasso Odette, viva Odette”: ex prostituta e scalatrice sociale, è decisamente detestabile e al tempo stesso irresistibile, attrae odio e amore come tutti i protagonisti delle grandi narrazioni. I suoi abiti, i suoi amori, la sua slealtà, tutto di lei è talmente tanto vivo – come quasi sempre le figure descritte nella “Recherche” – che ascoltandone il ritratto dipinto da Ilaria Gaspari è impossibile non provare l‘impulso di mettersi a leggere.
Le peregrinazioni, gli scambi e gli incontri della scrittrice con casuali passanti per strada, ai quali chiede, senza mezzi termini «Hai mai letto Proust?», si coniugano con vivaci riflessioni a proposito dello snobismo attribuito all‘autore e alla sua opera, alla sua vita privata, al processo di scrittura che gli costò anni e anni – nonché la salute mentale.
Chez Proust è un corredo originale, denso di echi, che prepara alla lettura e rende un quadro attendibile a proposito del testo nel caso in cui qualcuno volesse averne un‘idea più chiara. E per chi l‘avesse già letto, potrebbe anche tornare l‘impulso di riprenderlo in mano…
2. BROKEN RECORDS
Il nome era quello di una band di Edimburgo formatasi nel 2006. Adesso è diventato un podcast della Pushkin Record tenuto da Justin Richmond, insieme al produttore Rick Rubin – considerato una vera e propria celebrità dal mondo della musica internazionale –, lo scrittore Malcolm Gladwell e l’ex editore del New York Times Bruce Headlam. Le interviste ai nuovi e vecchi esponenti del settore musicale si alternano a riflessioni sui gusti e sui trend del momento.
Per un cultore della musica, cosa c‘è di meglio che ascoltare esperti del genere mentre scoprono e lanciano talenti – lasciandosi andare tuttavia a doverose vene nostalgiche, come ad esempio la recente intervista agli ultimi due membri viventi dei Doors?
I dialoghi con i cantanti – emergenti e non – terminano sempre con una esibizione in diretta. Il privilegio di assistere all‘esecuzione di brani inediti, per poi correre a scaricare l‘autore su Spotify e Apple Music, è immenso.
L‘ultimo caso è quello di Nilüfer Yanya, cantautrice ventisettenne di Londra che ha sfondato con una serie di singoli soul e indie-pop, intervistata per Broken Records lo scorso 26 luglio.
3. MOLTO ITALIANO
Cosa c‘è di più italiano di Dolce&Gabbana? Le origini siciliane e il connubio con Milano, le collezioni ispirate alla dolce vita, l‘esaltazione delle tradizioni estetiche, culinarie e di costume: tutto questo è ora raccontato dal podcast “Molto Italiano”, realizzato da Chora Media e dal 7 luglio disponibile su Spotify, Apple Podcasts, Spreaker e Google Podcasts.
La voce narrante appartiene a Isabella Rossellini, che con Dolce&Gabbana ha un rapporto speciale. Eletta musa del marchio in anni lontani, accompagna le sue testimonianze, i suoi ricordi, con il respiro internazionale del suo personaggio, dalla carriera di attrice a quella di modella. Il mondo dell‘immagine – da quello cinematografico a quello fotografico a quello patinato dei servizi di moda – si incontra con il mondo dell‘artigianalità made in Italy e dei “segni” che hanno contribuito a formarlo, ad arricchirlo, a celebrarlo.
Ogni episodio è dedicato a uno di questi simboli: il reggiseno, ad esempio, a cui è dedicata la prima puntata. Cosa contiene, cosa evoca, cosa comunica questo indumento? Al suo interno, sono contenute centinaia di narrazioni. Al reggiseno accostiamo sensualità ma anche maternità, liberazione ma anche castigazione. Oppure il colore nero, un classico immancabile nell‘armadio di ogni donna e pure accostato tipicamente ai lutti delle vedove siciliane. Insieme a Isabella Rossellini, si alternano i pareri, le analisi, le ricostruzioni della storica della moda francese Florence Müller, della scrittrice Nadia Terranova, del regista Giuseppe Tornatore, del pittore palermitano
Gianfranco Fiore, che invece si concentra sul carretto siciliano, oggetto di culto della tradizione italiana, tanto da essere esportato in tutto il mondo.
Un racconto corale in lingua inglese – perché giustamente pensato per un pubblico internazionale – capace di dimostrare ancora una volta che la moda è l‘eco, il soppalco, il riflesso di ogni cosa – dalla storia, alla società alla letteratura, fino ad arrivare ai miti religiosi.
E a proposito di moda…
Non potete perdervi il primo podcast di Linkiesta Eccetera, su tutte le piattaforme e sul sito. Intitolato proprio “La teoria della moda”, è raccontato da Giuliana Matarrese, che di questo universo conosce i segreti, l‘arte, i trucchi. La prima puntata è dedicata al peso che le sanzioni del conflitto in Ucraina hanno prodotto sul fashion system, scandagliando dunque un settore che molti tendono a non prendere in considerazione, e che invece è essenziale per l‘economia mondiale, soprattutto in materia di esportazioni. Numeri, statistiche, previsioni, ma anche retroscena insospettabili.