Non mi vuole nessuno. Non c’è un partito politico, dico nemmeno uno, che accetti di darmi la tessera. Ho bussato ovunque, ma niente da fare.
Al Partito democratico mi ero presentato col mio curriculum progressista e con l’elenco di impegni cui si sarebbe ispirata la mia militanza, ma non ne ho avuto meglio che una porta sbattuta in faccia. Gli avevo detto che avrei difeso senza esitazioni il diritto acquisito dei finti invalidi, dei pensionati d’adolescenza, degli imboscati nei ministeri, delle foreste di forestali, dell’eternità Atac, dei deportati dell’istruzione, delle banche too democratic to fail e delle cooperative stilnoviste in monopolio glocal, della magistratura finalmente supportata nella sua lotta anti-impunitista, dei frombolieri del 25 aprile contro la Brigata Ebraica, dei capilista democratici con passato, presente e futuro antifascista in versione Settembre Nero, dei reduci dell’affascinante avventura che ha abolito un buon terzo delle inutilità parlamentari inopinatamente ancora incistato nella Costituzione più bella del mondo, del marito della moglie di Fratoianni chiamato a difenderla, la medesima Costituzione suscettibile di riforma o invece no secondo che sia affidata alle cure del populismo gentile o minacciata dalla destra antimeritocratica perché non mette nei collegi sicuri nessun sostenitore di Hamas…
Nisba. Non mi hanno voluto, nemmeno quando ho dato prova delle mie capacità competitive a destra compitando la marmorea sentenza progressista sulla correlazione evidente tra immigrazione e Covid (dice che l’han tolta dal programma, ma io che ne sapevo?).
Speranzoso, chiedo dunque udienza a Capitan Ruspa e Doña Giorgia. Spiego che sarò il punto di riferimento fortissimo di tutti i balneari sotto schiaffo degli usurai di Bruxelles, di tutti i taxisti ghettizzati dallo Stato Imperialista dell’autonoleggio, di tutti i piloti e di tutti gli assistenti di volo dell’aviazione italica che resiste alla perfidia concorrenziale estera e combatte senza se e senza ma l’odiosa regola del bilancio in pari, di tutte le mamme e di tutti i papà bianchi e cristiani di tutte le famiglie tradizionali vittime dei programmi per sostituire etnicamente i napoletani che non puzzano più con i ragazzoni muscolosi in pacchia pagata da noi, di tutti i bimbi sottratti all’assedio ateista e gender fluid e assicurati alle tranquillizzanti sicurezze (ehm…) dell’oratorio, di tutte le stuprate battezzate e di tutti i borseggiati con rosario previa certificazione del pigmento dell’assalitore, di tutti i cioccolatai gloriosamente ottemperanti all’autarchia della nocciola, de todas las cruces universales contra todos los paganos comunistas y todas las maricas relativistas.
Bocciato pure lì. Pure quando gli ho detto che gli immigrati portano le malattie (dice che ormai lo dice anche la sinistra, ma io che ne sapevo?).
Rimaneva il Terzo Polo libberal-soscialista di Calenda, co’ du b e co’ l’esse-ci. Ma non conosco la lingua.