Nuova stagioneIl Vis à Vis festival è una riflessione sul senso dell’Europa da Rousseau a oggi

L’evento inaugurato ieri a Torino, organizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori, parte dalle idee del filosofo svizzero per affrontare i temi più attuali e urgenti del Vecchio Continente, dal senso di comunità all’ambiente, dall’identità all’immigrazione

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Dei grandi pensatori del passato spesso si misura l’attualità delle idee, la loro applicabilità al mondo contemporaneo. È una sempre forzatura: ognuno è figlio del suo tempo, con costumi, esperienze e conoscenze proprie di quell’epoca. In alcuni casi eccezionali, però, esiste una sovrapponibilità tra il pensiero di un tempo e l’attualità del presente. Quando si parla di Europa e pensiero europeo in senso ampio, Jean-Jacques Rousseau è l’eccezione per definizione.

Padre nobile degli ideali europei, il filosofo francese ha dato forma all’idea dell’uomo come essere naturale in rapporto con la cultura e la società, l’auto indagine e la scrittura di sé, l’identità e l’appartenenza. In questi giorni il suo pensiero diventa punto di partenza e spirito guida per gli appuntamenti del Festival Vis à Vis organizzato da Fondazione Circolo dei Lettori di Torino, inaugurato ieri.

«Il suo messaggio “Soyez Humains, c’est vostre premier devoir”, cioè “Siate umani, è il vostro primo dovere”, continua a chiamarci ancora e ancora nella storia», dice a Linkiesta Elena Loewenthal, direttrice del Circolo dei Lettori. «Noi abbiamo iniziato a organizzare gli argomenti del festival prima dell’invasione dell’Ucraina. Però tutto questo adesso assume un valore ancora diverso, maggiore, quasi di urgenza».

Vis à Vis è un festival transfrontaliero, conosce le frontiere nazionali e le valica, le supera: mette insieme Francia e Italia nel nome di un grande intellettuale del passato come Rousseau. Ideato da Fondazione Circolo dei lettori e Musei Civici di Chambéry – con il sostegno del programma di cooperazione transfrontaliera Interreg-Alcotra – Vis-à-vis riflette sul senso dell’Europa contemporanea, indaga la sua dimensione culturale, ne osserva valori e limiti.

Un primo appuntamento, una preview, c’è stata in estate, a Chambéry, nella cornice di Les Charmettes dove Jean Jacques Rousseau ha trascorso anni importanti della sua formazione. Ora si sposta a Torino, dove il pensatore ha maturato la sua conversione spirituale: qui studiosi, scrittori e artisti esplorano l’idea di Europa oggi, lasciandosi ispirare da alcuni grandi temi del pensiero rousseauriano.

«Dobbiamo riscoprire Rousseau come europeo: l’Europa è variegata, diversa, multiforme. E il suo messaggio ci aiuta ad approfondire il valore dell’Europa come unità nella diversità, che è il motto dell’Unione europea», dice ancora la direttrice Loewenthal. «L’altro grande tema del suo pensiero è l’ambiente, un tema molto attuale, su cui a Bruxelles si lavora molto, ed è a sua volta collegato alla guerra».

L’appuntamento di oggi, mercoledì 14 settembre, è con Esperance Hakuzwimana – scrittrice nata in Rwanda nel 1991 – che con la traduttrice e linguista Vera Gheno discute del racconto di sé e delle nuove cittadinanze d’Europa a partire dal suo romanzo “Tutta Intera”, in libreria per Einaudi.

Il dibattito su immigrazione e identità è centrale per il continente, sta plasmando e definendo una nuova contemporaneità europea, è al centro dell’attenzione della politica e della cittadinanza, ed è connesso ovviamente alla guerra, alla crisi energetica e quella economica.

«Siamo tutti migranti, chi prima chi dopo. L’umanità è mobile, per definizione. Il fatto di riconoscere tutto questo e di capire che l’Europa sta cambiando ed è giusto e sacrosanto che cambi, ed è sempre successo che cambiasse, e l’esperienza di chi si sente europeo da secoli, noi dobbiamo imparare ad ascoltare. L’esperienza di Esperance è parte di noi. È solo questione di rinfrescare la nostra memoria. La nostra identità europea non può basarsi sul fatto che siamo arrivati prima, non esiste una priorità del genere», dice Loewenthal.

Giovedì 6 ottobre a Torino, Vis à Vis ospita la filosofa francese Corinne Pelluchon che si interroga sull’illuminismo, sull’idea di progresso sostenibile dei lumi e del pensiero di Rousseau, a partire dal suo saggio “Per una nuova filosofia dei lumi”, in uscita per Donzelli (Circolo dei lettori Sala Grande, ore 18:30).

Da “La trasparenza e l’ostacolo”, il saggio di Jean Starobinski su Rousseau, parte la riflessione del Premio Strega 2021 Emanuele Trevi (giovedì 13 ottobre, ore 18:30). Ci sarà poi lo scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz, con “lezione Europa, l’emozione perduta” (mercoledì 19 ottobre, ore 18:30), per spiegare quanto oggi l’Europa manchi di narrazione e viva un vuoto che è possibile riempire solo viaggiando e ascoltando la voce dei popoli, descrivendo città e paesi, fiumi e montagne.

Sulla figura di Jean-Jacques Rousseau, invece, discuteranno due poeti, uno francese e uno italiano, Martin Rueff e Valerio Magrelli nell’incontro “Il nostro Rousseau” (mercoledì 20 ottobre, ore 18:30). E per concludere il filosofo Maurizio Ferraris torna sul dialogo, polemico e anche feroce, tra due giganti del pensiero, con la lectio “Camminare a quattro zampe: Voltaire e Rousseau” (giovedì 27 ottobre, ore 18:30).

«Come Fondazione Circolo dei lettori – conclude Loewenthal – abbiamo a cuore l’idea di una cultura integrata, dove narratori puri, filosofi, narratori, incontrino tecnici e scienziati, figure provenienti da altri mondi. Anche in questo Festival abbiamo cercato di unire anime diverse».

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