Il puttino di mamma ItaliaEra solo questione di tempo prima che ci mostrassimo come il paese canaglia che siamo

Abbiamo partorito chi difende la Russia, accusa l’Ucraina e criminalizza la Nato. Altrove non avrebbe visto la luce

Pixabay

Mamma Italia ha partorito il puttino. È stata una gravidanza indisturbata, sviluppatasi e giunta senza interferenze all’esito inevitabile. Senza interferenze e soprattutto senza sorprese. Dopo nove mesi di gestazione, il frutto del ventre italico si è presentato paffuto e per la gioia di tutti alla vista del mondo, del peso e delle fattezze che andavano formandosi nel conforto di quella pancia nutriente. 

È fuoriuscito senza tradire il monitoraggio che ne seguiva lo sviluppo, gli abbozzi di personalità, le promesse, perché già quando non era più che grumo di futuro ripugnante dava pienamente segno di sé: i russi stavano puntando ai loro obiettivi, e nel frattempo cercavano di non spaventare la popolazione; gli ospedali bombardati erano covi di nazisti; i centri commerciali rasi al suolo dai missili erano depositi di armi dei servi della Nato; i bambini deportati erano vittime di un governo di omosessuali e drogati, ed erano portati a salvezza; Joe Biden era un maleducato che prendeva a male parole gli esecutori dell’operazione speciale; gli ucraini tutti, fantocci insubordinati al dovere morale della resa, guidati da un sanguinario che non accetta di abdicare in favore di gente perbene, erano padri e madri e figli incapaci di comprendere che in dittatura si può essere felici.

Ma questo complesso di ruminazioni pur prepotenti denunciava ancora un’acerbità prenatale: non la compiutezza del puttino, ora affidato alle cure del parentado di destra, di centro e di sinistra, figlio ed erede veramente di tutti, perché da tutti nutrito e atteso proprio così, figlio della Patria sovrana, figlio della Repubblica antifascista, figlio dei diritti acquisiti, figlio della pace, figlio della grandissima baldracca in cui maggioritariamente e trasversalmente ci si riconosce in questo Paese quando si tratta di scegliere da quale parte stare, se dalla parte della democrazia con i suoi errori o dalla parte delle autocrazie con le perfezioni di censura e violenza che esse garantiscono.

Altrove il puttino non avrebbe visto la luce. Altrove il puttino sarebbe rimasto in potenza nelle impotenze di genitori infertili. E se per un motivo qualunque, per un accidente concezionale, avesse tentato di impiantarsi nell’utero del Paese, allora questo se ne sarebbe liberato. Altrove il suo destino sarebbe stato l’aborto. E a nessuno, altrove, sarebbe venuto in mente di reclamarne la protezione in nome del diritto a una bolletta calmierata.

 

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