Il Lambrusco donato a Putin, la lattuga che dura più della Premier britannica, la copertina dell’Economist con la frase «Welcome to Britaly» e una caricatura di Liz Truss che tiene in mano una forchetta con spaghetti e una pizza. Pensare che il cibo non sia parte della storia è ormai fuori discussione. Il suo valore immediato di racconto, la sua valenza di metafora, la potenza di paragone è evidente. E sempre di più diventa, in sé, veicolo di promozione di territori. Paragonare l’Inghilterra all’Italia per denigrare la Premier in crisi è precisa scelta politica, ma farlo attraverso due dei capisaldi della nostra cultura gastronomica significa farci male due volte, e forse vuole anche dire che dobbiamo – noi per primi – cambiare la narrazione del nostro Paese dal punto di vista enogastronomico.
Se all’estero comprano in prevalenza Lambrusco e ci identificano ancora con pizza e spaghetti, abbiamo sbagliato qualcosa. Non stiamo facendo abbastanza per dare al settore che più ci identifica il giusto ruolo, e la necessaria importanza. Cambiare l’idea che all’estero hanno di un popolo e delle sue caratteristiche enogastronomiche si può fare: la Spagna di Adrià e il nord Europa di Redzepi ce lo hanno dimostrato. Non valiamo meno, non abbiamo cambiato meno la nostra cucina, rivoluzionando il sistema del cibo e del vino negli ultimi dieci anni. Eppure non siamo riusciti a fare quello che altri hanno saputo mettere in atto: comunicare il cambiamento all’esterno, renderlo tangibile e visibile, darne risalto e modificare il percepito.
Che cosa ci manca? Una precisa strategia di comunicazione, una scelta politica di mettere a frutto il cambiamento e promuoverlo nel modo migliore, non in quello più facile. Costruire credibilità è un processo lungo: abbiamo attivato il cambio di passo nel privato, oggi è arrivato il momento giusto perché gli sforzi dei singoli diventino processi strutturali e centralizzati, e ci diano quel lustro che meritiamo. Sono punti di PIL, ma è anche l’unico modo possibile per fare del Bel Paese, tanto ricercato per le vacanze migliori al mondo, anche un luogo in grado di attirare capitali e investimenti.