Rossobruni di IsengardQuella parte oscura della sinistra che vuole fare un accordo con Sauron (cioè Putin)

La guerra in Ucraina ha convinto molti sedicenti progressisti europei a chiedere un negoziato con Mosca e la resa di Kyjiv. Un articolo de La Vanguardia paragona la situazione a quella in cui, nel Signore degli Anelli, Saruman tenta di convincere Gandalf a unirsi al Signore Oscuro di Mordor

Wikimedia Commons

«Dove sta il confronto, il conflitto politico, se dobbiamo, sottolineo dobbiamo, pensarla tutti allo stesso modo, dobbiamo essere tutti Atlantici, dobbiamo essere tutti europeisti? La ricostruzione della “questione Ucraina” che Berlusconi ha fatto è esatta. È perfetta». Pochi giorni fa, il vignettista di sinistra Vauro Senesi ha commentato in questo modo l’audio “rubato” in cui Silvio Berlusconi fornisce una versione della guerra russa all’Ucraina molto vicina alle posizioni del Cremlino.

L’Ucraina, nell’interpretazione del leader di Forza Italia, avrebbe buttato «al diavolo» gli accordi di Minsk con le due repubbliche autoproclamate del Donbas, cominciando ad attaccare le frontiere con quella parte di territorio: «Arriva Zelensky, triplica gli attacchi» si sente dire da Berlusconi, secondo cui Putin, dopo aver subito una pressione forte di tutta la Russia, «si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kyjiv, deporre il governo in carica, Zelensky eccetera, e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro. È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente».

Vauro è uno dei tanti esponenti di quella frangia della sinistra italiana ed europea che si è mostrata comprensiva con le scelte russe, quell’area politica che chiede una assurda e non meglio precisata “pace” tra Kyjiv e Mosca. Tra questi c’è anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che il 5 novembre aderirà alla manifestazione promossa da EuropeForPeace per chiedere che «tacciano le armi». E quindi, di fatto, la resa dell’Ucraina a un invasore che ha dimostrato di mentire sistematicamente sulle proprie intenzioni, di violare ripetutamente i diritti umani e di compiere regolarmente atti di terrorismo sui civili.

Il giornalista Pedro Vallín, sul quotidiano spagnolo La Vanguardia, ha raccontato questa sinistra pulsione di una certa parte del mondo progressista. Lo ha fatto aggiungendo un’originale cornice di interpretazione del fenomeno, a partire da “Il Signore degli Anelli”.

L’articolo, intitolato appunto “La sinistra di Isengard”, paragona l’atteggiamento illiberale e tradizionalista di sinistra a quello di Saruman il Bianco. Capo del Bianco Consiglio ritiratosi a Isengard, Saruman consiglia a Gandalf il Grigio, recatosi a chiedere consiglio, di sottomettersi a Sauron, l’Oscuro Signore: «Contro il potere di Mordor non c’è vittoria possibile. Dobbiamo unirci a lui, Gandalf. Dobbiamo unirci a Sauron. Sarebbe la cosa più saggia, amico mio…».

Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, spiega Vallín, la narrazione politica delle forze di sinistra europee si è sempre tendenzialmente espressa nella promozione di una visione del mondo di tipo liberal-progressista e democratica, in contrasto con il tradizionalismo autoritario tipico della destra conservatrice. Anche quando le destre europee, in Italia, Francia e Svezia, si sono mosse strategicamente verso il «nemico illiberale», la sinistra ha sempre resistito all’abbandono di un quadro di sostanziale liberalismo, relegando le fazioni «rossobrune» più conservatrici a posizioni marginali.

Secondo Vallín, nei mesi trascorsi dall’avvio dell’invasione russa, una «febbriciattola illiberale» ha alimentato sempre di più le nostalgie di una certa parte di sinistra: «Improvvisamente», scrive, «coloro che avevano immaginato la Nato come un armadio ereditato dalla nonna, che dava un certo colore e tono pittoresco al loro nuovissimo appartamento Ikea, si sono ricordati delle vecchie grandi storie della Guerra Fredda e hanno deciso di allinearsi nuovamente attorno all’asse della cortina di ferro». Da qui il parallelo con Saruman, la cui rassegnazione ricorda, a noi italiani, il disfattismo rassegnato – o interessato? – di certi osservatori secondo cui Putin, in virtù della sua presunta maggiore potenza di fuoco, aveva «già vinto» (vero, Orsini?).

L’accostamento fatto da Vallín tra sinistra e “Il Signore degli Anelli” risulta particolarmente originale anche alla luce del ruolo ricoperto dall’opera di Tolkien nel panorama della destra italiana sin dagli anni ’70.

La fascinazione degli ambienti post-fascisti italiani verso la saga è data soprattutto dalle interpretazioni in chiave anti-moderna date nel corso degli anni, che vedevano la narrazione come la metafora di una grande lotta tra il mondo antico, tradizionale e portatore di certi valori, contrassegnato dal colore bianco, e il mondo moderno, capitalista, multiculturale e globalista, di colore nero. Una rivendicazione identitaria tradottasi, tra le altre cose, nei “Campi Hobbit” dell’estrema destra italiana, la cui prima edizione si svolse nel 1977.

Nella visione di Vallín, invece, la nuova onda di sinistra tradizionalista vede il mondo “oscuro” come un orizzonte con cui fare i conti e scendere a patti, restando antifascisti ma senza i limiti del liberalismo, affrontando l’autoritarismo di destra per sfidare assieme ad esso la post-modernità, anche «se dovesse trattarsi di una scelta brutale, spietata, nuovamente mascolinizzata e pertanto basata su virtù legate al coraggio, alla violenza, alla determinazione e al litigio».

Opzione che cresce tanto quanto quella destra che abbandona la democrazia borghese e si svincola dal neoliberismo, e che fa nascere il dubbio sul fatto che nelle società occidentali «l’opzione rossobruna, nazionalista e tradizionalista diventerà veramente egemonica, schiacciando le sinistre riformiste e postmoderne che oggi sembrano l’unico credibile alleato della democrazia rappresentativa».

Il dubbio, conclude Vallín, «è se Gandalf si unirà a Saruman o sceglierà di subire la reclusione in cima alla torre di Isengard, confidando che una semplice farfalla decida il corso degli eventi futuri».

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