Affare di famigliaLa promozione di Jordan Bardella non eclissa Le Pen né la minaccia bipopulista della politica francese

L’eurodeputato alla guida del Rassemblement National vorrebbe essere il volto nuovo di una fase post ideologica della destra francese, ma nel partito resta il dominio di una dinastia che sogna la corsa di Marine alle presidenziali del 2027

Jordan Bardella e Marine Le PenJordan Bardella e Marine Le Pen
AP Photo/Lewis Joly

Marine Le Pen non ha intenzione di andare in pensione. Al vertice del partito che è ancora un’azienda di famiglia, il Rassemblement National (Rn), da sabato c’è Jordan Bardella. A soli ventisette anni, sintomo di una carriera lampo e delle giuste entrature, l’eurodeputato vorrebbe essere il volto nuovo di una fase post ideologica, verso l’approdo al governo. Il controllo di Le Pen sul partito, però, è ancora totale. Potrà telecomandarlo mentre finge di dedicarsi al gruppo parlamentare e, soprattutto, preparare la corsa alle presidenziali, l’eterno sogno. Nel 2027, dopo Emmanuel Macron, si aprirà un vuoto che, se non colmato, lascerà la Francia davanti un bivio bipopulista, tra i sovranisti e Jean-Luc Mélenchon.

Un affare di famiglia
I toni da successione vanno evitati perché la diretta interessata l’ha smentita dal palco di Parigi. «Non lascerò il Rassemblement per una vacanza, sarò dove il mio Paese ha più bisogno di me» ha detto. Quel posto dovrebbe essere l’Assemblea nazionale, dove l’ex Front National a giugno ha conquistato ottantanove seggi, cioè il numero di quelli che deteneva nella scorsa legislatura moltiplicato per dieci. Da non avere abbastanza deputati da formare un gruppo a seconda forza dell’arco.

Ufficialmente, Le Pen sovrintenderà i lavori di questa pattuglia. Il piano reale è il “colpaccio” alle prossime presidenziali. Anche il congresso che ha incoronato Bardella con l’ottantacinque per cento dei voti è stato un affare di famiglia. È fidanzato con Nolwenn Olivier, nipotina di Marine (è figlia della sorella). Vanno pure in vacanza insieme. Lo sfidante – il sindaco di Perpignan, Louis Aliot – è l’ex compagno della leader storica. Insomma, anche se dopo mezzo secolo in quella casella non figura più il cognome che fu di Jean-Marie (alla guida fino al 2011), la saga non è finita.


La terza via tra Zemmour e Meloni
«Marine Le Pen è ancora il capo dal punto di vista politico, ideologico e mediatico» chiarisce Jean-Rémi Baudot di France Info. «Bardella potrà essere il volto del Rn, non all’estero, ma in Francia. È il più giovane presidente di un partito francese, arriva da una famiglia modesta (è di origini italiane, ndr), dalle banlieue. È un bravo tecnico, un oratore impressionante, una macchina da dibattito tv, ma cosa pensa davvero? Non lo sappiamo. Deve far crescere la sua personalità se vuole avere il potenziale di essere visto come un’alternativa».

Per Baudot, il riassetto interno mette la leader nella migliore posizione per contendere l’Eliseo. «Potrebbe vincere, ma è quello che abbiamo detto anche cinque anni fa. Ogni volta aumenta il numero di voti, ha abbandonato le posizioni più razziste per rendere il partito accettabile agli elettori. Se non commette errori da qui al 2027, ha davanti a sé un boulevard». Una strada spianata. Il giornalista conferma come la nuova premier italiana, Giorgia Meloni, in Francia sia percepita più simile a Éric Zemmour che all’altra donna forte, ritenuta di una destra meno ideologica ma più sociale. In un certo senso, Bardella è in mezzo.

Normalizzazione in corso
È entrato nel partito a diciassette anni. «Lui e Marine hanno le stesse idee, dicono le stesse cose, come se fosse nel suo cervello» spiega Marie Pierre Bourgeois di BfmTv. Parte del compito di Bardella sarà far radicare il Rassemblement sul territorio, oltre ai nomi più noti portati in Parlamento, deve sfondare nelle regioni. «Credo sia una scelta giusta per questo compito – dice Bourgeois –. Se parli con i membri più anziani, pensano sia perfetto. Anche Le Pen si fida davvero di lui. Negli Anni Novanta, il Front National accusò una scissione che indebolì Jean-Marie, Marine vuole evitarlo».

La nomina serve anche a proseguire la normalizzazione del Rn. Non risultano uscite antisemitiche o razziste da parte di Bardella, a differenza dei suoi colleghi di partito. L’ultimo è stato Grégoire de Fournas, sospeso per aver invitato a «tornare in Africa» un deputato di colore de La France Insoumise. «Ha messo in imbarazzo Le Pen, ha provato per anni a ripulire il partito. De Fournas avrebbe dovuto essere il portavoce di Bardella, non lo sarà più. Se il Rn vuole vincere, non potrà permettersi un caso come questo alla settimana».

La maratona verso il 2027
Il fattore principale a favore dell’eurodeputato è il tempo. Classe 1995, è così giovane da potersi permettere il lusso di aspettare. Alla sua età, in Italia, sei fortunato se fai uno stage, per non parlare della sottorappresentazione giovanile tra i quadri dirigenti o gli eletti. Dovrà essere un ponte tra le diverse anime del Rassemblement, che continueranno a convivere. I più radicali, quelli delusi dal riposizionamento di Marine, sonno già passati con Zemmour; gli altri ora non hanno più interesse a farlo.

Lui promette un «partito di governo, al di là della divisione tra destra e sinistra». Ribadisce di essere al servizio di Le Pen, incarna la scommessa di rispettabilità degli ex impresentabili, i sovranisti in giacca e cravatta che si propongono come antitetici a quelli pasionari della sinistra arcobaleno di Mélenchon. Cinque anni, in politica, sono un’eternità. Chissà se non sarà l’erede prescelto, il protégé cresciuto all’ombra di Marine, a realizzare un giorno il sogno proibito dell’estrema destra: entrare all’Eliseo nonostante le riedizioni del «fronte repubblicano». Che, nel frattempo, deve lavorare allo stesso rinnovamento generazionale.

X