Il terrorismo di Stato della Russia ha manomesso a colpi di droni e missili la rete elettrica ucraina. L’Europa vuole fare la sua parte anche su questo fronte, mentre entriamo nella stagione più fredda. «Generatori di speranza» è l’iniziativa lanciata dalla presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, e da Eurocities, la rete delle duecento più grandi città d’Europa, per donare all’Ucraina generatori di corrente e trasformatori per continuare ad alimentare i servizi essenziali, come ospedali, acquedotti, rifugi e telecomunicazioni.
Nello stesso giorno, la plenaria di Strasburgo ha condannato il regime di Vladimir Putin per quello che è: uno Stato sponsor del terrorismo. A causa dei suoi bombardamenti indiscriminati, che violano il diritto internazionale e umanitario, è stato messo fuori uso o danneggiato più di un terzo delle centrali elettriche, lasciando milioni di cittadini al buio e al freddo.
«Il Parlamento e l’Ue hanno dimostrato una notevole solidarietà con l’Ucraina sul fronte umanitario, militare e finanziario. Ora hanno bisogno di sostegno concreto per superare l’inverno – ha detto Metsola –. Invito tutte le città, i paesi e le regioni d’Europa ad aderire alla campagna. Insieme possiamo fare la differenza».
«Fin dall’inizio della guerra, Eurocities si è mobilitata per sostenere l’Ucraina – ha aggiunto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che presiede il network –. Il 19 agosto abbiamo firmato a Kyjiv un memorandum d’intesa per sostenere la ricostruzione sostenibile dell’Ucraina. Ora ci coordineremo con oltre duecento grandi città insieme alle nostre organizzazioni partner e faremo tutto il possibile per offrire un aiuto diretto al popolo ucraino».
La prossima settimana, a Vienna, verranno presentati i numeri concreti del progetto. Intanto, il capo dell’Ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, ha ringraziato: «Siamo orgogliosi che gli europei e le loro istituzioni, siano oggi al fianco dell’Ucraina nel rispondere alle tattiche terroristiche della Russia contro i cittadini ucraini».