Nella prime ore di mercoledì mattina c’è stato un bombardamento russo nel centro di Kyjiv, capitale dell’Ucraina. Verso le 5.30 ci sono state alcune esplosioni, causate secondo le autorità ucraina dai cosiddetti “droni kamikaze”, ovvero droni di fabbricazione iraniana in dotazione all’esercito russo. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, la contraerea ucraina avrebbe abbattuto in tutto 11 droni russi: i detriti di alcuni droni avrebbero colpito due edifici amministrativi nel quartiere centrale di Shevchenko, ma senza provocare feriti.
L’attacco di Mosca sulla capitale avviene all’indomani della conferenza di Parigi in solidarietà all’Ucraina, organizzata dal presidente francese Emmanuel Macron. Zelensky in videoconferenza da Kyjiv aveva chiesto 800 milioni di euro, alla fine i donatori hanno raccolto un miliardo. La conferenza aveva «l’obiettivo molto pratico e immediato di aiutare il popolo ucraino a superare l’inverno», come ha spiegato Macron. Ma è andata oltre le aspettative ucraine.
Il cuore dell’evento non è stata l’evocazione di incerti scenari post bellici – fa notare il Corriere – ma la fornitura di aiuti concreti e immediati, mentre il freddo incalza e la Russia continua a colpire le infrastrutture energetiche lasciando la popolazione al freddo e al buio. Persino la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a metà mattinata si è messa a parlare di lampadine a Led: «La Commissione finanzierà l’acquisto per l’Ucraina di 30 milioni di lampadine a Led, più efficienti dell’88% rispetto a quelle di vecchia generazione, grazie alle quali si potrebbe risparmiare fino a un gigawatt di elettricità, equivalente alla produzione annua di una centrale nucleare».
La ministra degli Affari esteri francese Catherine Colonna ha annunciato che i partecipanti – 70 tra Paesi e organizzazioni internazionali – si sono impegnati a donare all’Ucraina un miliardo di euro così ripartiti: 415 milioni al settore dell’energia, 25 milioni per l’acqua, 38 milioni per l’alimentazione, 17 milioni per la sanità, 22 per i trasporti e il resto, ovvero circa 493 milioni, ancora da assegnare.
«Il nostro Paese non sprofonderà nel buio», ha detto il premier ucraino Denys Chmygal, seduto accanto a Macron. «Siamo riconoscenti a tutti i Paesi che restano nostri alleati in questi tempi oscuri. Il mondo civilizzato invia un segnale molto potente».
Macron ha parlato dei «vili attacchi» russi contro le infrastrutture energetiche ucraine «che sono finalizzati a minare la resistenza del popolo ucraino e costituiscono crimini di guerra che non resteranno impuniti». E il presidente francese ha anche ribadito che «spetta all’Ucraina decidere le condizioni per una pace giusta e duratura», affermando che il «piano di pace in dieci punti» presentato al G20 di novembre dal presidente Volodymyr Zelensky è «un’ottima base».
Alla conferenza di Parigi l’Italia era rappresentata dal ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, che ha ribadito a Zelensky sostegno incondizionato: «Il governo italiano continua a lavorare per fermare l’aggressione, solo con una pace giusta riusciremo a salvare l’indipendenza dell’Ucraina. L’Italia garantirà assistenza economica e operativa per la ricostruzione dell’Ucraina, a cominciare da ospedali ed infrastrutture strategiche».
Nel pomeriggio a Bercy, sede del ministero delle Finanze e dell’Economia, si è tenuta una seconda conferenza, stavolta bilaterale Francia-Ucraina, sul tema del dopo guerra, con il necessario rilancio dell’economia ucraina e la ricostruzione del Paese. La Francia si è accordata con l’Ucraina per fornire a Kyjiv 20mila tonnellate di binari ferroviari, 25 ponti prefabbricati e sementi per 20 milioni di euro.