Quante volte sentiamo parlare di cambiamento climatico? Un po’ come la parola sostenibilità, questo termine è ormai un po’ troppo inflazionato nel linguaggio comune e alcune volte accade che il suo significato e le dinamiche che vi sottendono non siano poi così chiare. Ovviamente si tratta di un fenomeno causato, indotto, attribuito all’uomo e che interessa vari aspetti della nostra vita, delle nostre abitudini, del pianeta in cui viviamo e in cui siamo stati accolti. Pensiamo all’aumento della temperatura, per il quale non ci occorrono particolari strumentazioni o studi per capire che è effettivamente avvenuto, lo sentiamo ogni anni e mediamente è causato dai gas a effetto serra quali l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) e il protossido d’azoto (N2O). Gli effetti del cambiamento climatico sono vari e già rilevabili e così come sono già moltissime le realtà a livello globale che si stanno impegnando per ridurre queste emissioni e per invertire il corso dei fatti, allo stesso tempo siamo i progressi da fare sono ancora molti. Più o meno a tutti i livelli è possibile mettere in campo delle misure correttive, dei comportamenti preventivi e migliorativi, che possono cambiare chiaramente anche a seconda dei budget a disposizione e delle risorse coinvolte. A livello agricolo, ad esempio, è possibile operare salvaguardando le emissioni di gas serra favorendo la rotazione delle colture, alternando raccolti diversi sullo stesso terreno promuovendo una sempre costante e naturale fertilità, seguendo i principi dell’agricoltura biologica, eliminando pesticidi e concimi chimici in virtù di una maggiore salubrità del suolo.
Quando leggiamo di un innalzamento della temperatura anche solo di un paio di gradi, per quanto in valore assoluto non sembri un cambiamento sensibile, ci sono una serie di animali, piante, microorganismi che ne possono risentire. Ogni elemento è collegato perché tutto ciò che ruota attorno al concetto di bio – sostenibilità, utilizzo non invasivo delle risorse, economia circolare il più possibile autoalimentata – contribuisce fortemente a rafforzare i meccanismi naturali dell’ecosistema. Diventa quindi determinante puntare attivamente sull’agricoltura come misura per la salvaguardia del clima rendendola protagonista di investimenti, studi e ricerche e facendone parte della soluzione anziché del problema. Un terreno sano e concimato naturalmente a letame risulta più adatto ad immagazzinare una quantità maggiore di anidride carbonica – eliminandola dall’atmosfera. Non possiamo collegarci a questo punto al concetto di “humus”, alla sua continua formazione, inteso proprio come una componente attiva e fondamentale per la composizione organica del terreno, che interagisce con la parte minerale influenzando (positivamente) le proprietà chimiche e fisiche del suolo. Un buon humus garantisce una maggiore capacità di ritenzione idrica del terreno, delle condizioni di sviluppo migliori per piante e microorganismi, così come l’alta concentrazione di elementi nutritivi e il mantenimento di un ph corretto. In buona sostanza, la presenza di un humus di qualità si traduce in condizioni di nutrizione ottimali anche per le piante, grazie alle elevate dotazioni in elementi nutritivi e alle dinamiche più equilibrate che si instaurano tra fase solida e liquida. Poiché l’humus è costituito da oltre il 50% di carbonio, ogni tonnellata aggiuntiva di humus allevia l’atmosfera di oltre 1,8 tonnellate di CO2. Sono numeri incredibili se pensiamo che potrebbero essere replicati in scala e in maniera più costante e continua in tante zone del mondo.
L’agricoltura biologica dà un importante contributo alla protezione del clima quando si parla di coltivazione delle piante: da un lato, attraverso una gestione attiva, in cui le piante proteggono il suolo tramite l’inerbimento, legano CO2 e, attraverso i legumi, legano l’azoto contenuto nell’aria. Dall’altro perché l’agricoltura biologica fa a meno di fertilizzanti azotati facilmente solubili e pesticidi chimico-sintetici perché estremamente energivori, soprattutto nella produzione. Senza la produzione, il trasporto e l’uso di queste sostanze, l’emissione di gas serra viene sensibilmente ridotta.
Anche per quanto riguarda gli animali e gli allevamenti, vi sono delle connessioni positive con un approccio più consapevole e sano ai terreni. Un allevamento orientato al biologico aiuta a proteggere il clima generando un impatto minore sull’ambiente perché evita gli allevamenti intensivi, i mangimi artificiali, preserva il dispendio di risorse e fa sì che il numero di capi allevati sia adeguato al luogo e al pascolo. La percentuale di erba nei mangimi per mucche e altri ruminanti è particolarmente elevata: sulle linee guida del Logo biologico dell’EU, AMA-Marketing ha elaborato un marchio di qualità per i prodotti Bio austriaci: l’AMA-Biosiegel. Le direttive per l’ottenimento del marchio governativo AMA si rifanno a quelle previste dalla Legislazione europea per il settore biologico. Tali direttive assicurano alta qualità degli alimenti, severi standard ambientali e origine protetta. Il bollino tondo rosso e bianco dell’AMA-Biosiegel garantisce non solo la provenienza nazionale della materia prima, ma anche la sua lavorazione e trasformazione in territorio austriaco. Per quanto riguarda la tracciabilità della carne, poi, l’AMA-Biosiegel garantisce non solo che l’animale è nato in Austria, ma che sempre qui è stato allevato, nutrito, macellato e infine lavorato. Gli animali sono allevati con il 100% di ingredienti biologici provenienti da sistemi certificati e con controlli riconosciuti, senza olio di palma o palmisto e senza imballaggi di alcun tipo. I criteri microbiologici e chimico fisici che vengono utilizzati per il controllo del suolo sono severi e finalizzati a garantire analisi puntuali del prodotto tanto da un punto di vista visivo, che olfattivo quanto microbiologico.
Al di là dei tecnicismi, il modo migliore per vedere con i propri occhi la bontà di certi territori e provare con mano (e palato!) la qualità induscussa dei prodotti che ne derivano è chiaramente sul posto, visitando dalle pianure della regione intorno a Vienna fino ad arrivare alla catena alpina. Possibilmente durante la stagione estiva, in modo tale che la natura sia al meglio della sua espressione, carica di colori e nuova vita.
Courtesy immagini Agrarmarkt Austria Marketing GesmbH