Le strade di Volodymyr Zelensky non portano a Roma. Il presidente ucraino oggi parlerà davanti al Parlamento europeo e poi parteciperà al Consiglio europeo, dove chiederà un ulteriore supporto a livello militare e un rapido iter per l’adesione all’Unione. E solo a margine del vertice, Zelensky avrà un incontro bilaterale con la premier Giorgia Meloni.
Un incontro marginale per la presidente del Consiglio italiana, dopo che nella serata di ieri Zelensky ha incontrato a Parigi il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Mentre in giornata era stato a Londra, dove ha incontrato il premier britannico Rishi Sunak e Re Carlo, tenendo un discorso a Westminster.
I giornali oggi sottolineano il mancato invito per Meloni alla cena fra Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky. In ambienti di governo si minimizza, si dice (è la tesi di Giovanbattista Fazzolari) che il vertice nella capitale francese dimostra solo una voglia di protagonismo di Macron, alle prese con problemi interni, con le proteste di piazza contro la riforma delle pensioni. Ma le opposizioni, dal Pd al Terzo polo, non possono che rimarcare lo sgarbo diplomatico, subito inserito nel quadro di rapporti con Parigi che rimangono altalenanti.
In realtà, secondo fonti diplomatiche, la scelta del presidente francese sarebbe il prodotto di mesi di gelo tra i due leader. La premier italiana non sta facendo molto per favorire un avvicinamento. Per esempio, non ha ancora risposto all’invito dell’Eliseo e fornito al cerimoniale della presidenza francese una data per la visita a Parigi. La capitale francese e quella tedesca sono solitamente le prime due tappe europee di un premier italiano appena nominato. Dopo Bruxelles, invece, Meloni è stata a Berlino e a Stoccolma, in omaggio alla presidenza di turno svedese dell’Ue. Una decisione che non è passata inosservata.
L’assenza di Meloni alla cena all’Eliseo pesa eccome. Specie nel confronto con la celebre foto del treno che, il 16 giugno scorso, immortalava il predecessore di Meloni, Mario Draghi, proprio con Macron e Scholz, in viaggio per Kyjiv. Un’immagine che, nel paragone con la situazione attuale, segna un arretramento dell’Italia sullo scenario internazionale.
A Palazzo Chigi si fa fatica a nascondere il senso di isolamento del governo italiano percepito in Europa. E non solo perché i partiti di opposizione, Pd e Terzo Polo, si sono fiondati a segnalare le differenze con Draghi. A preoccupare di più la premier ieri era l’immagine di una leader lasciata ai margini dalla questione ucraina, e tenuta lontano da Zelensky. Una premier che rincorre gli eventi, come dicono dalle opposizioni.
Subito dopo la notizia della cena all’Eliseo, la presidenza del Consiglio si è affrettata a far sapere che Meloni incontrerà oggi Zelensky in un bilaterale a margine del Consiglio europeo. Incontro importante, certo, ma non sarà l’unico che il presidente dell’Ucraina terrà a Bruxelles.
Quel che è certo è che Zelensky, nelle sue missioni nelle capitali, è stato a Londra e Parigi, dopo aver incontrato Biden alla Casa Bianca. Ma non ha fatto tappa a Roma, dove c’è una maggioranza di governo non saldissima sul sostegno all’Ucraina, al di là del pieno supporto a Kyjiv sempre manifestato da Meloni.
A dimostrarlo è l’atteggiamento molto prudente sull’invio delle armi, in attesa ancora del sesto decreto. Ma anche le parole di questi giorni del ministro Matteo Salvini sull’intervento di Zelensky a Sanremo: «Non mi dispiace la sua assenza».
Il bilaterale con Zelensky di oggi dovrebbe anche creare i presupposti per il viaggio di Meloni nella capitale dell’Ucraina, più volte annunciato nelle ultime settimane ma mai messo in calendario. Le ultime indiscrezioni lo collocano ora nella settimana in cui cade l’anniversario del conflitto, il 24 febbraio. Ma la rincorsa europea della premier è ancora avvolta dalle incertezze.
La missione a Bruxelles non si annuncia semplice. Di migranti, che è stata la ragione della rottura con la Francia lo scorso novembre, e della riforma europea degli aiuti di Stato, si discuterà nel Consiglio europeo di oggi e domani. Durante il colloquio telefonico di lunedì, Macron è stato abbastanza netto nel chiudere all’ipotesi di nuovo debito comune. L’unica concessione all’Italia è stata sull’utilizzo flessibile dei fondi del Pnrr e di coesione. Lo stesso compromesso raggiunto con Scholz, durante il bilaterale di venerdì scorso a Berlino.
L’asse franco-tedesco ha dato prova di sé anche in occasione del viaggio negli Stati Uniti dei ministri dell’Economia Bruno La Maire e Robert Habeck, ricevuti assieme dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen. Anche in quel caso la grande assente era l’Italia. E il premier spagnolo Pedro Sanchez, a cui Meloni ha provato a chiedere una sponda, considera prematuro un nuovo fondo europeo a debito comune.