Le riforme di MetsolaL’Europarlamento chiede di accelerare sulla creazione dell’Organismo etico di cui si parla da anni

La plenaria di Strasburgo approva due risoluzioni per rendere le attività dei deputati meno permeabili a influenze esterne. Il periodo di «cooling off», in cui non potranno fare lobbying dopo la fine del loro mandato, scende a sei mesi

La plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo
Foto: Daina Le Lardic/EP

Sono passati circa tredici mesi da quando Roberta Metsola è stata eletta presidente del Parlamento europeo prendendo il posto di David Sassoli, scomparso prematuramente nel gennaio 2022. Tredici mesi intensi che hanno messo la leader maltese di fronte a sfide molto complesse: la pandemia e il conflitto ucraino tanto per citarne due. A dicembre si è poi aggiunto il Qatargate, lo scandalo che ha coinvolto alcuni eurodeputati e che ha inferto un duro colpo alla credibilità dell’emiciclo europeo, da sempre molto attento alle questioni legate al contrasto alla corruzione. Il Parlamento sta provando a reagire e giovedì la plenaria di Strasburgo ha adottato due risoluzioni sulla trasparenza e sull’integrità del processo decisionale dell’Ue, con lo scopo di rendere meno permeabili a influenze esterne le attività dei deputati.

Riforme forti e norme più severe
L’esigenza è di procedere spediti. La risoluzione relativa alle «misure richieste dal Parlamento per rafforzare l’integrità delle istituzioni europee» approvata giovedì, arriva dopo l’intesa trovata la scorsa settimana tra Metsola e i presidenti dei gruppi politici sull’avvio di un processo di revisione delle norme interne. L’accordo  della Conferenza dei presidenti ha come obiettivo una riforma che rafforzi «l’integrità, l’indipendenza e la responsabilità del Parlamento, tutelando nel contempo il libero mandato dei deputati» ed è basata su dodici punti.

Uno degli aspetti di maggior interesse dell’accordo – e sul quale pare esserci stata una trattativa serrata – è quello dell’istituzione del «cooling off»: un periodo di congelamento che impedisca agli ex deputati di esercitare attività di lobbying presso il Parlamento alla fine del loro mandato. Rispetto alle anticipazioni, però, sembra che la bozza di riforma approvata dalla Conferenza dei presidenti abbia perso un po’ di ambizione: la misura rimane ma il periodo di raffreddamento non dovrebbe essere più di due anni, come previsto inizialmente, ma solo di sei mesi. Non esattamente un’eternità.

Sarà inoltre obbligatoria l’iscrizione nel registro per la trasparenza per qualsiasi evento con la partecipazione degli eurodeputati e verrà arginata l’autonomia dei «gruppi di amicizia» (che proprio per il loro carattere informale sfuggono più facilmente ai controlli) con Paesi terzi per i quali esistono già interlocutori parlamentari ufficiali. Seguono poi tutta una serie di punti funzionali a limitare le influenze esterne che agiscono sui membri dell’emiciclo di Strasburgo, come l’obbligo di maggiore trasparenza su incontri, attività secondarie e viaggi all’estero degli europarlamentari. Giro di vite anche su potenziali conflitti d’interesse e norme sulle Ong.

«Ho promesso un’azione rapida e decisiva in risposta alla fiducia persa. Queste riforme rappresentano un nuovo inizio per rafforzare l’integrità, l’indipendenza e la responsabilità del Parlamento europeo. Le riforme sono i primi passi per ricostruire la fiducia nel processo decisionale europeo e spero che possano in qualche modo dimostrare che la politica è una forza positiva» ha dichiarato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Organismo etico indipendente
In una risoluzione separata, il Parlamento ha ribadito la necessità di istituire un organismo indipendente responsabile delle questioni di etica (Ieb) per tutte le istituzioni dell’Ue. Una proposta di cui si parla da diversi anni (figurava già all’interno del programma elettorale di questa Commissione) e che era stata rilanciata da Von der Leyen e Metsola a dicembre. In quell’occasione Parlamento e Commissione avevano concordato sulla volontà di ripartire dalla relazione approvata dalla plenaria di Strasburgo nel 2021 per migliorare la trasparenza e l’integrità attraverso la creazione di un organismo indipendente che garantisse «l’attuazione coerente e piena degli standard etici in tutte le istituzioni dell’Ue».

Dalla relazione del 2021, però, l’iter procedurale interistituzionale non è stato rapidissimo, vista anche la necessità di confrontarsi e mettersi d’accordo con diverse realtà. Il Parlamento ha riaffermato l’esigenza di accelerare anche per dare un segnale di reazione verso l’esterno dopo i continui sviluppi sullo scandalo del Qatargate, che di recente hanno portato ad altri due mandati d’arresto per gli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella.

La commissaria Ue per i Valori e la Trasparenza, Věra Jourová, intervenuta a Strasburgo questa settimana, ha evidenziato come la Commissione in questi mesi non sia rimasta immobile. La creazione di un organo di questo tipo – valido per tutte le istituzioni comunitarie – richiede però una fase di consultazione approfondita che faccia sì che la nuova normativa sia giuridicamente inattaccabile nello stabilire i più alti standard comuni etici e di trasparenza. Jourová ha poi annunciato che la proposta verrà presentata nel mese di marzo.

La Commissione non si è sbilanciata sui dettagli relativi alla composizione e alle competenze dell’organismo, ma si è limitata a sottolineare l’importanza di uno strumento che andrà a uniformare le regole per tutti vigilando sul loro rispetto insieme agli altri due organi di contrasto dell’Ue. «Tale organismo dovrà distinguere chiaramente fra atti criminali, violazioni delle norme istituzionali e comportamenti non etici e svolgere un ruolo chiave nella protezione degli informatori all’interno delle istituzioni europee, lavorando in modo complementare con altri organismi dell’Ue come l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), la Procura europea (Eppo), il Mediatore europeo e la Corte dei conti europea», si legge nel comunicato diffuso giovedì dal Parlamento europeo.

Al di là degli aspetti tecnici, però, se Parlamento e Commissione vogliono dare una risposta politica forte dopo quanto accaduto con lo scandalo del Qatargate, questa dovrà avvenire in tempi rapidi ma anche facendo attenzione a non farsi trasportare da correnti populiste. Sarebbe un segnale importante, in primis nei confronti dei cittadini, ma anche rispetto a quei leader euroscettici che hanno visto in questa vicenda un’opportunità per speculare e distogliere l’attenzione da situazioni interne ben più complicate.

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