Complice di PutinIl Parlamento europeo chiede di inasprire le sanzioni alla Bielorussia di Lukashenko

L’aula condanna la repressione sistematica del regime di Minsk, da includere tra gli Stati sponsor del terrorismo che fiancheggiano il Cremlino nella guerra all’Ucraina

Foto: Andrei Stasevich/BelTA via AP

Contro la repressione sistematica. L’Europarlamento ha adottato una risoluzione di condanna ad Alexander Lukashenko, che soffoca ogni tipo di opposizione o di dissenso da parte dei cittadini bielorussi, anche attraverso processi politici a porte chiuse, in palese violazione ai diritti umani. I deputati hanno chiesto all’Ue e agli Stati membri di inasprire le sanzioni contro il regime, includendo «tutte le persone complici», come funzionari, magistrati, carcerieri ed esponenti delle forze dell’ordine.

Si chiede inoltre di garantire la corretta applicazione delle misure restrittive. Nella risoluzione si sottolinea «la necessità di un’indagine approfondita sui crimini commessi dal regime di Lukashenko contro il popolo bielorusso». L’Eurocamera invita gli Stati membri «ad applicare attivamente il principio di giurisdizione universale e a preparare i procedimenti giudiziari» nei confronti degli uomini d’apparato bielorussi.

I deputati «denunciano fermamente» la detenzione del giornalista Andrzej Poczobut, del premio Nobel per la pace Ales Bialatski, e in generale delle migliaia di prigionieri politici di Minsk. Le sentenze orchestrate «mostrano gli sforzi del regime per reprimere tutto il lavoro giornalistico indipendente del Paese e tutto l’impegno civico per la difesa dei diritti umani».

Il Parlamento ribadisce la condanna a Lukashenko in quanto complice terroristico di Vladimir Putin nell’invasione dell’Ucraina ed esprime delusione per il mancato inserimento della Bielorussia nel decimo pacchetto di sanzioni. Queste devono colpire, chiede l’aula, soprattutto l’industria del carbonato di potassio, che è la principale fonte di reddito del regime.

Il testo, non legislativo, è stato approvato con 557 voti favorevoli, venticinque contrari (soprattutto tra le file sovraniste di Identità e Democrazia) e quaranta astensioni (soprattutto tra i non iscritti).

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