La catena delle comunicazioniLa Procura indaga sui mancati soccorsi nel naufragio dei migranti di Cutro

Il procuratore Giuseppe Capoccia ha delegato i carabinieri della Compagnia di Crotone di raccogliere le telefonate e i carteggi tra Frontex, Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Vuole capire se e quali reati siano stati commessi nell’organizzare l’intervento

Foto Giovanni Isolino/LaPresse

Sul naufragio di domenica davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro non è più aperta la sola inchiesta che riguarda l’attività degli scafisti e lo schianto sulla secca. C’è un secondo fascicolo che riguarda i soccorsi. La Procura vuole capire se e quali reati siano stati commessi nell’organizzare l’intervento in mare dopo l’avvistamento del barcone partito dalla Turchia. Per accertare tutto questo il procuratore Giuseppe Capoccia ha delegato i carabinieri della Compagnia di Crotone.

La conferma è arrivata dopo la visita di ieri del presidente Sergio Mattarella ai sopravvissuti in ospedale e davanti alle bare in fila nel Palasport.

I carabinieri ora avranno il compito di raccogliere il carteggio delle centrali operative di Guardia Costiera e Guardia di Finanza, acquisire le registrazioni audio e i resoconti delle telefonate partite dalla barca e dai pescatori a riva. Serviranno anche poi i dispacci del velivolo Frontex che sabato sera ha sorvolato il mar Jonio scorgendo per primo la barca dei migranti in arrivo dalla Turchia e segnalandola al punto di contatto nazionale e per conoscenza anche alla Guardia costiera.

Di reati al momento non ne sono ipotizzati proprio perché il nuovo fascicolo è conoscitivo, anche se i più probabili – spiega il Corriere – sono omissione di soccorso e disastro colposo.

La partita si gioca sulla situazione di pericolo per le persone a bordo della barca. Né Frontex, né la Guardia di finanza né la Guardia costiera hanno percepito o dichiarato nelle comunicazioni fra loro che i migranti su quel barcone stessero rischiando la vita.

Al di là del fatto che i suoi strumenti termici avessero rilevato la presenza di tante persone a bordo e l’utilizzo del telefono turco di un probabile scafista, Frontex ha mandato il suo dispaccio parlando di «unità che naviga regolarmente, a 6 nodi, in buone condizioni di galleggiabilità, con una sola persona visibile in coperta». L’Agenzia ha fatto sapere che, una volta fatta la segnalazione, poi tocca alle «autorità italiane competenti» fare i passi successivi.

In quelle ore molto si è giocato nelle scelte di Guardia Costiera e Guardia di Finanza. La procura ha chiesto ai carabinieri di ripercorrere ogni passaggio della loro attività fra le 23.03, quando Frontex avvista la barca, alle 4-4.10, quando la barca finisce contro la secca.

Quando avranno messo assieme tutta la documentazione, i carabinieri della Compagnia di Crotone scriveranno una relazione e consegneranno il fascicolo alla Procura.

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