L’anima della danzaLa Bathseva Dance Company arriva a Lugano con uno spettacolo sul tema del doppio

È il più prestigioso corpo di ballo del mondo, che dopo il debutto a Tel Aviv si prepara a raggiungere la Svizzera (il 2 aprile alle 18). Il regista Ohad Naharin, fresco vincitore del Premio Danza&Danza alla carriera, ha concepito una coreografia sull’identità umana e sulla germinazione individuale e collettiva

courtesy of Batsheva_MOMO_@Ascaf

Siamo ciò che nasciamo oppure no? Quanto codice genetico è impresso nei comportamenti che assumiamo, nelle scelte che prendiamo? Nelle malattie e nei sintomi che manifestiamo? Dicono ad esempio che ci sia una componente altissima di ereditarietà per quanto riguarda disfunzioni psichiche come la depressione o la schizofrenia, ma se parliamo di dismorfobie sociali? Di reiterazioni involontarie e inconsapevoli che incorpora figlio dopo figlio, genitore dopo genitore?

Nell’ultimo spettacolo Momo, ad opera dell’israeliana Bathseva Dance Company, il tema è proprio lo sdoppiamento. Uno sdoppiamento tra dentro e fuori, tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile, tra ciò che è antico e ciò che è inedito, ma soprattutto tra ciò che è volontario e ciò che invece giace dentro di noi, sepolto da secoli di storia? La ripetizione della sillaba “mo” non ce lo svela.

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Sicuramente, il fatto che il corpo di ballo arrivi direttamente da Tel Aviv, dove ha debuttato pochi mesi fa, durante la serata del 10 dicembre 2022, ha il suo peso: senza scadere in spendibili e facili retoriche, il popolo ebraico contiene moltitudini. Sversato in tutti i continenti, migratorio e nomade per eccellenza, persecutorio e perseguitato. Ma se il regista Ohad Naharin ha voluto concentrarsi sulle radici telluriche della sostanza umana, ovvero sugli archetipi, su ciò che di più primitivo e imperituro giace in noi, dall’altra si muove anche ciò che è frutto di esperienze acquisite nel corso dell’esistenza, insostituibili, effimere, sottili.

Il peso e la profondità delle radici e la volatilità dell’esperienza: di un albero, di un tubero, di un fiore non vediamo che il gambo, i petali, le foglie, la testa. Non sappiamo che esso, se sradicato dal terreno al quale è ancorato, sul quale è sorto, in poco tempo muore. Ma il punto, oggi, è: si possono sostituire tali radici? Se ne può prescindere? Il lungo dibattito a proposito della nuova ondata di femminismo, che vorrebbe ridefinire il concetto stesso di gestazione, di maternità, di genitorialità e di corpo, il linguaggio che si modifica e si tronca per risultare più vago, dunque meno apodittico, meno tracotante, e infine gli appelli da parte della comunità scientifica e ambientalista che invitano ad alimentarsi, lavorare, consumare, muoversi in modo diverso, anzi, antitetico rispetto alle origini, rispetto alle abitudini, non ci dicono forse di sì?

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Non sarebbe possibile se continuassimo a opporre al processo un concetto di “umanità” indistricabile e ineluttabile, così come i concetti astratti di “mascolinità” e “femminilità”. La società si muoverebbe su binari gerarchici, decisi in partenza. Forse da una parte è così. È un tema che non si esaurirà certo adesso. I diciotto danzatori di Momo dimostrano, o meglio, suggeriscono che conteniamo sì qualcosa di arcaico, ma che contemporaneamente possiamo compensarlo, bilanciarlo tramite una ricerca individuale, che ci sospinge più o meno distanti da questo nucleo basico, elementare, rozzo.

Nei brani dell’album Landfall composto da Laurie Anderson insieme a Kronos Quartet, si colgono gli elementi struggenti, evocativi e antichissimi che il corpo di ballo ha interpretato dividendosi letteralmente in due partiture coreografiche. Domenica 2 aprile, l’Europa ospita per la prima volta lo spettacolo al LAC di Lugano. Fondata nel 1964 a Tel Aviv da Martha Graham e dalla Baronessa Batsheva de Rothschild, l’arrivo di Batsheva Dance Company in Svizzera è un’occasione per accogliere ballerini di fama mondiale.

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Ecco perché la città ha organizzato tre eventi durante il medesimo finesettimana, presentati dal settore di mediazione culturale del LAC: due workshop gratuiti di Gaga Dance per studenti di danza o aspiranti professionisti e un incontro introduttivo sulla storia della compagnia condotto da Lorenzo Conti, dal titolo “Da Tel Aviv alle origini del movimento attraverso le coreografie della Batsheva Dance Company”.

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