Look4wardMonitorare il mercato del lavoro per aiutare i Neet

Il nuovo Osservatorio di Intesa Sanpaolo, realizzato con la LUISS, in partnership con SIREF Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed sostiene la progettazione di nuove iniziative di occupabilità, aiuta a investire su competenze e soft skills, e rileva il fabbisogno di nuove competenze

Mercoledì 10 maggio Intesa Sanpaolo ha presentato a Milano Look4ward, l’Osservatorio per il lavoro di domani, realizzato con l’Università LUISS Guido Carli e in partnership con SIREF Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed. L’obiettivo è quello di monitorare i fabbisogni di nuove competenze, di rigenerazione di figure professionali e di profili a sostegno dei nuovi business in settori strategici per il Paese, supportando la progettazione di nuove iniziative di occupabilità.

Con cadenza semestrale verrà pubblicato uno studio quali-quantitativo sulle competenze del mercato del lavoro nei settori Hospitality, Agrifood, Energy, Social & Health, Banking, It, concentrandosi principalmente sui trend di rilievo – tra cui Neet, passaggio generazionale, silver economy, blue economy – per comprendere quali di queste siano necessarie alla riqualificazione delle figure professionali, in modo tale da favorire l’inclusione socio-lavorativa.

Dall’Osservatorio emerge come a fronte di un tasso di disoccupazione in Italia del 7,8 per cento, che sale al 22,3 per cento tra i giovani, il 45 per cento delle aziende non riesca a reperire la manodopera necessaria allo sviluppo. Per colmare questo gap è necessario investire sulle competenze, soprattutto facendo leva su sostenibilità, soft skills e nuove tecnologie. Il passaggio generazionale rappresenta, inoltre, un’opportunità per attivare processi innovativi e di transizione sostenibile nelle aziende italiane, mantenendo e incrementando i livelli di competitività, anche a livello internazionale.

La prima pubblicazione dell’Osservatorio «A look at Neet. Analisi, categorizzazione e strategie di intervento» si concentra sul problema dei giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività di formazione, fenomeno che è sempre più diffuso in Italia e in Europa.

Secondo i dati Eurostat, nel 2021 i Neet (Not in Education, Employment or Training) nell’Unione europea rappresentavano il 13,1 per cento dei giovani tra i 15 e i 29 anni, con una significativa differenza tra le donne (14,5 per cento) e gli uomini (11,8 per cento). L’Italia raggiunge il 23,1 per cento, classificandosi come primo paese europeo: i giovani disoccupati sono 2,1 milioni e la cifra arriva a 3 milioni se si considerano i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 34 anni.

La ricerca individua cinque archetipi di Neet: i giovani dell’abbandono, le giovani mamme, le giovani potenziali, i figli del lockdown e i talenti del mismatch. Queste categorie sono rappresentative della situazione italiana e danno la possibilità di visualizzare alcune delle caratteristiche ricorrenti per consentire una miglior comprensione del problema.

Nei prossimi mesi è previsto l’ascolto di figure apicali di grandi imprese e PMI italiane per mappare la distribuzione territoriale delle competenze richieste, attraverso interviste e survey sugli aspetti più rilevanti. L’obiettivo è quello di dare un contributo di conoscenza utile ad attivare percorsi formativi finalizzati all’inclusione sociale e all’occupabilità.

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