Un folto gruppo di studiosi, accademici, giornalisti e militanti della causa della libertà ucraina ed europea sono i primi firmatari di un appello, per chiedere alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni l’immediata revoca dell’onorificenza di “Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” conferita nel 2017 al portavoce di Vladimir Putin e della Federazione Russa Dmitry Peskov
L’appello, che è stato promosso da Radicali Italiani oggi, 9 maggio, Giornata dell’Europa e può essere sottoscritto da chiunque, denuncia il carattere grottesco di un’onorificenza tributata a uno degli uomini più influenti della cerchia putiniana quando «la Russia aveva da tre anni invaso l’Ucraina, occupato parte del Donbass e annesso la Crimea» e mai revocata neppure dopo il 24 febbraio 2022, a differenza di quanto è avvenuto per molti altri esponenti del regime russo, pure meno esposti e compromessi nell’aggressione dell’Ucraina, che videro dopo i primi massacri le proprie onorificenza cancellate «per indegnità, come nel caso del primo ministro Mikhail Mishustin e del vice primo ministro e ministro dell’Industria e Commercio Denis Manturov».
Bisogna infatti ricordare che anche dopo l’inizio delle sanzioni europee alla Russia per l’aggressione all’Ucraina, sono state moltissime le onorificenze della Repubblica italiana conferite a politici, diplomatici, oligarchi e funzionari russi. Giulio Manfredi, il dirigente radicale che segue da anni questo dossier, ne ha censite dal 2014 ben trentatré e su Linkiesta avevamo rilevato come questa prassi sia proseguita fino a meno di un mese prima dell’invasione che avrebbe dovuto portare, nei piani di Putin, i carri armati russi a Kiev in pochi giorni.
«Non pensiamo – si legge nell’appello – che la mancata revoca dell’onorificenza a Peskov, da parte dell’attuale e del precedente Governo, sia una semplice dimenticanza. A maggior ragione riteniamo che questa omissione testimoni un atteggiamento intollerabilmente equivoco da parte delle istituzioni italiane. Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di avviare immediatamente la procedura di revoca prevista dall’art. 5 della Legge 3 marzo 1951, n. 178. Non è necessario giustificare ulteriormente la nostra richiesta. Sarebbe inammissibile da parte del Governo giustificare un ulteriore ritardo sul suo accoglimento».
A questo link il testo integrale dell’appello e i nomi dei primi firmatari.