Parola ai cittadiniI dati dell’Eurobarometro a un anno dalle elezioni europee

Il sondaggio condotto nei ventisette Stati membri registra un accresciuto interesse per il voto di giugno 2024. La maggioranza degli intervistati approva il sostegno dell’Ue all’Ucraina, anche in Italia

Eurobarometro a un anno dalle elezioni
Foto Alain Rolland © European Union

Il dato più alto dell’affluenza alle elezioni europee s’è registrato la prima volta che si è votato per eleggerlo. Nel 1979 andò alle urne il sessantadue per cento degli aventi diritto: poi quel dato è entrato in una flessione durata fino al 2014. Nel 2019, la scorsa tornata, è tornato a superare la quota del cinquanta per cento. Tra un anno, l’obiettivo è confermare la crescita e la partecipazione. L’ultimo sondaggio Eurobarometro rileva maggiore consapevolezza sull’appuntamento del giugno 2024 tra i cittadini dei ventisette Stati membri.


In particolare, è aumentato l’interesse del pubblico: lo manifesta il cinquantasei per cento degli intervistati (più sei punti rispetto al 2018). In Italia lo scarto è ancora più marcato: si dice interessato alle elezioni il cinquantotto per cento, più undici punti rispetto al 2018. Si tratta di uno degli incrementi più netti tra gli Stati membri. A livello europeo, due terzi di chi ha risposto (67 per cento, 64 in Italia) si dichiara pronto a votare qualora le elezioni fossero la settimana prossima. Non lo sono, ovviamente, ma con quesiti come questo i ricercatori si fanno un’idea della possibile affluenza.
L’indagine mappa, tra le altre cose, il livello di soddisfazione sul funzionamento delle istituzioni europee, l’importanza a loro attribuite, e sul sito di Eurobarometro si può consultare sia lo studio completo sia alcuni schemi riassuntivi delle statistiche, anche scorporate per ciascuna nazione. Qui vorremmo concentrarci su una delle più importanti sfide esistenziali dell’Unione, l’Ucraina.

Nonostante la propaganda russa, la maggioranza della popolazione negli Stati membri – per la precisione il 69 per cento – è a favore del sostegno europeo al Paese sotto attacco. Come si vede nella mappa qui sopra, i picchi di consenso si registrano nella parte di Europa più vicina alle minacce russe: a Nord e a Oriente.

L’Italia, ritratta nel grafico a torta qui sopra, si “ferma” al sessantasette per cento. Comunque, non pare un dato scontato, di fronte alla retorica deteriore dei talk show e di alcuni media frettolosi di raccontare «maggioranze silenziose» che semplicemente non esistono.

Infine, può essere interessante notare che «ancora non si vede un “effetto Qatargate” sull’immagine del Parlamento europeo», come è stato detto durante la presentazione dei risultati. È ancora prevalentemente una visione positiva dell’istituzione. Alla domanda su quale sia il valore più importante che l’Eurocamera dovrebbe difendere, la maggioranza (trentasette per cento) dei cittadini ha replicato così: la difesa della democrazia.

Sulle priorità per la prossima legislatura, invece, al primo posto c’è la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale (38 per cento), seguite dalla salute pubblica (33 per cento), dall’azione contro i cambiamenti climatici e dal sostegno all’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro (entrambi trentuno per cento). Quest’ultimo punto – l’occupazione – è invece il più sentito dagli italiani (trentotto per cento).

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