Siviglia, Spagna. «A settembre, in Spagna ci sarà un governo di destra, e Vox sarà parte di questo governo» afferma Iñaki Amoroto. Amoroto, direttore commerciale, vive a Siviglia – città capoluogo della regione meridionale dell’Andalusia – sostenitore del partito di estrema destra Vox sin dalla sua fondazione nel 2013. Secondo gli ultimi sondaggi, le elezioni di domenica 23 luglio potrebbero portare Vox a far parte del prossimo governo spagnolo assieme al più moderato Partido Popular, ponendo fine al governo socialista di Pedro Sanchez, e insediando il primo governo nella storia democratica della Spagna a cui partecipa un partito di estrema destra.
In Andalusia, regione tradizionalmente legata al partito socialista, il progressivo emergere dell’estrema destra è un fenomeno che va avanti da qualche anno. Alcuni dei motivi che hanno portato al successo di Vox in Andalusia potrebbero rivelarsi determinanti anche per il resto del paese nelle elezioni di domenica.
Tra i motivi che lo portano a votare per Vox, Amoroto cita la posizione del partito sull’immigrazione, sull’eutanasia e sull’aborto. «Non voglio immigrazione illegale in Spagna, […] non sono d’accordo con la legge sull’eutanasia,» dice Amoroto, riferendosi alla legalizzazione dell’eutanasia approvata dal governo di Pedro Sánchez nel 2021, «e penso che la normativa attuale sull’aborto sia demenziale: permette che ogni anno in Spagna vengano uccisi centomila bambini.»
Amoroto critica la posizione del governo socialista sulla violenza di genere, definendola «discriminatoria verso gli uomini». Il programma elettorale presentato da Vox propone di abrogare la Legge sulla Violenza di Genere del 2004 «e qualsiasi norma che derivi dalla teoria del gender» e di eliminare i tribunali speciali dedicati alla violenza di genere. Amoroto è inoltre negativo sulla legge della Memoria Democratica passata l’anno scorso, che condanna la dittatura di Franco e ambisce a risarcire le vittime della persecuzione franchista, che definisce «una legge che è una menzogna totale sulla storia della Spagna».
Amoroto, che ammira il governo di Giorgia Meloni, spera che Vox raggiunga gli stessi risultati. Da parte sua, Giorgia Meloni ha ribadito il suo appoggio per il partito di estrema destra, dichiarando «è arrivato il momento dei patrioti» in collegamento video a un comizio di Vox.
«È il momento,» lo slogan elettorale del Partido Popular, su un cartello in una strada a Siviglia. Crediti fotografici: Elena Colonna.
Questa domenica 23 luglio, gli spagnoli sono chiamati a votare per eleggere il parlamento. Si tratta di elezioni anticipate convocate dall’attuale presidente socialista Pedro Sanchez (del Partido Socialista Obrero Español o PSOE), in seguito alla vittoria netta della destra del Partido Popular (PP) alle elezioni amministrative dello scorso 28 maggio. Le amministrative hanno rappresentato una vittoria anche per Vox, che è entrato in numerosi governi regionali e comunali a fianco del PP.
Secondo gli ultimi sondaggi, la destra dovrebbe vincere anche alle elezioni di domenica. Il sondaggio 40dB. realizzato da El Pais e da Cadena SER, prevede che il PP possa ottenere il 32,9 per cento dei voti contro il 28,7 per cento del PSOE. Vox, previsto al 13,5 per cento, sarebbe un alleato necessario al PP per formare una maggioranza di governo.
Il leader del Partido Popular Alberto Núñez Feijóo ribadisce che il suo obiettivo è riuscire a governare da solo, ma si tratta di un’affermazione poco verosimile visti i sondaggi. I numerosi accordi a livello locale tra PP e Vox fanno pensare che i due partiti siano pronti ad allearsi anche a livello nazionale per raggiungere la maggioranza, segnando l’ingresso dell’estrema destra nel governo spagnolo.
Se il PP e Vox non dovessero allearsi, o non raggiungessero la maggioranza assoluta nemmeno alleandosi, l’alternativa potrebbe essere un governo di minoranza tra il PSOE e il partito di estrema sinistra Sumar, con l’appoggio esterno di altri partiti minori. Più probabilmente, si andrebbe a una seconda tornata di votazioni.
«Avanti», lo slogan elettorale del Partido Socialista Obrero Español, fuori da un’edicola a Siviglia. Crediti fotografici: Elena Colonna.
È in Andalusia che Vox ha avuto il suo primo successo elettorale, entrando per la prima volta in un parlamento spagnolo alle elezioni regionali del 2018. In quell’occasione Vox ha inoltre reso possibile la formazione del primo governo di centrodestra nella regione, dopo trentasei anni di governo del PSOE. Nonostante Vox non sia effettivamente entrato nel governo regionale, il suo appoggio esterno è stato necessario al PP per governare, normalizzando l’alleanza tra il centrodestra e l’estrema destra.
Alle elezioni regionali andaluse del 2022, il PP ha nuovamente ottenuto una netta vittoria, confermando lo spostamento a destra della regione. Infine, nella tornata elettorale dello scorso 28 maggio, il PP ha strappato numerosi comuni ai socialisti, tra cui alcune roccaforti della sinistra come Siviglia.
Alejandro Romero Roche, professore di Sociologia all’Università di Granada e co-autore di uno studio di analisi del comportamento elettorale nelle elezioni andaluse del 2018, conferma che «l’Andalusia sembra spostarsi, lentamente ma inesorabilmente, verso destra».
Il sociologo sostiene che nell’attuale campagna elettorale spagnola il tema che guiderà il voto è il sostegno popolare al presidente Sanchez: «Il modo in cui è stata impostata questa elezione è una sorta di plebiscito sul presidente», con la destra che lo accusa di essere un bugiardo e un politico poco onesto. «La destra sta essenzialmente distruggendo l’immagine di Sanchez e questa modalità di comunicazione politica sembra funzionare.»
Romero Reche spiega però che ci sono anche altri fattori che stanno spingendo sempre più spagnoli verso la destra e l’estrema destra e alcuni di questi sembrano essere gli stessi che hanno portato all’ascesa del PP e di Vox in Andalusia. Il riferimento è in particolare a una narrativa fortemente identitaria, che sta spostando il dibattito da questioni quali l’economia – che sta reggendo molto bene sotto Sanchez, con un tasso di inflazione più basso rispetto agli altri paesi europei e un alto tasso di occupazione – a un piano che Romero Roche definisce di «politica identitaria in quanto autodefinizione del popolo spagnolo.» Tra i temi che più stanno dominando il dibattito politico ci sono visioni drammaticalmente opposte sui diritti delle donne e della comunità LGBTQ+, sull’Unione Europea e la globalizzazione, ma soprattutto la questione dell’unità della Spagna.
Secondo il sociologo, un fattore fondamentale per la vittoria della destra nel 2018 in Andalusia è stata la questione dell’indipendenza catalana. «L’Andalusia è molto sensibile al tema dell’indipendenza catalana, perchè ci sono stati forti flussi migratori dall’Andalusia alla Catalogna e quindi gli andalusi vedono la questione come qualcosa che li tocca personalmente». Nel 2018, queste tensioni sono state determinanti nel convincere molti andalusi a votare per la destra e per l’estrema destra, dal momento che «Vox si è presentato come il partito da votare contro l’indipendenza della Catalogna».
Anche alle elezioni di domenica la questione dell’indipendenza catalana – così come dell’indipendenza basca – sarà uno dei fattori che determineranno il voto degli spagnoli, e la probabile vittoria della destra. Questo è dovuto al fatto che Sanchez ha avuto bisogno dell’appoggio esterno dei partiti indipendentisti catalani e baschi per approvare alcune leggi in parlamento. La mossa è stata criticata fortemente sia dall’opposizione che da alcuni rappresentanti del PSOE, diventando uno dei principali motivi di critica a Sanchez. «Anche se la situazione in Catalogna è molto più pacifica adesso di quanto lo fosse qualche anno fa, e in Spagna non ci siano più problemi di terrorismo basco, queste due questioni sono diventate alcuni dei temi principali della campagna elettorale, e la destra e riuscita a presentare Sanchez come inaffidabile e in combutta con i terroristi», afferma Romero Roche.
Per Maria José Alvarez, abitante di Siviglia che incontriamo in un bar vicino al centro storico, è proprio il tema dell’unità della Spagna quello che la porterà a votare Vox alle elezioni di domenica. «Siamo tutti Spagnoli, siamo una nazione» afferma Alvarez, «credo che la Spagna debba difendere la Spagna, e che Vox la difenderà», dice. «Il governo [di Sanchez] per guadagnare più voti non mette per prima cosa l’unità della Spagna; sono convinta che Vox lo farà», aggiunge Alvarez.
Dal successo di Vox in Andalusia del 2018 a oggi, spiega Romero Reche, Vox si è affermata sempre più come una scelta appetibile per gli elettori spagnoli, dal momento che in quell’occasione il partito ha dimostrato di poter ottenere rappresentanza e influire sul governo. D’altra parte, il risultato raggiunto da Vox è stato sfruttato dal partito per far passare l’idea che Vox sia determinante, e necessario, per sconfiggere il governo socialista. Per questo le elezioni di domenica – che arrivano al culmine di una campagna fortemente ostile verso Sanchez – potrebbero portare a un risultato storico per Vox, e di conseguenza a un riposizionamento radicale della Spagna con un forte impatto sul panorama politico europeo.
È però anche possibile che, davanti alla prospettiva che un partito euroscettico, anti-femminista e anti-immigrazione entri in parlamento, l’elettorato più moderato del PP, così come gli spagnoli che si sono astenuti alle ultime elezioni, si mobilitino spostando il risultato verso sinistra. Secondo un sondaggio realizzato dal giornale La Vanguardia, più del sessanta per cento degli spagnoli sarebbe preoccupato all’idea che Vox possa entrare nel governo. In ogni caso, l’ascesa di Vox porta anche la Spagna a confrontarsi con una destra sovranista e nazionalista che sembra avere sempre più presa anche in regioni storicamente schierate a sinistra.