«Spazio e tempo sono le due componenti essenziali della vita urbana». A dirlo è Carlos Moreno, urbanista ideatore della “Città in 15 minuti”. Il ripensamento urbano e l’efficientamento dei trasporti pubblici, sia dal punto di vista strategico-operativo sia in ottica green, rappresentano oggi una delle principali sfide per le grandi città metropolitane del mondo.
Milano, in particolare, dato l’importante tessuto socioeconomico e la considerevole dimensione urbana, è chiamata a ragionare sul suo futuro. La città punta a migliorare la qualità della vita e a favorire la creazione di relazioni sociali ed economiche più solide e sostenibili, rivoluzionando la sua pianificazione urbanistica e riducendo i tempi di spostamento.
Il capoluogo lombardo è un terreno fertile per sperimentare questa visione. In occasione dell’evento tenutosi il 3 maggio presso la Fondazione Stelline a Milano, promosso da AmCham Italy, si è infatti avviato un confronto tra istituzioni, aziende e esperti per individuare le aree in cui è possibile incrementare l’accessibilità, la connettività e la qualità degli spazi pubblici.
La conferenza si è aperta con i saluti introduttivi di Simone Crolla, Consigliere Delegato di American Chamber of Commerce in Italy, il quale si è interrogato sul futuro della mobilità milanese, in quanto «la pandemia ha modificato le abitudini e le modalità di spostamento dei cittadini». «Tale mutamento è un processo ancora in corso che vede inserirsi anche la mobilità in sharing, molto diffusa a Milano», ha aggiunto.
«Si individuano alcune tendenze – continua Crolla – che possono essere già considerate stabili, come la diffusione dello smart working e il diverso utilizzo della città, che permangono nonostante la pandemia non sia più un’emergenza. Nuovi equilibri dunque e nuovi comportamenti, come l’aumento degli spostamenti a piedi, che impongono il ripensamento dell’approccio agli spazi urbani con conseguenti nuove sfide».
È intervenuto anche Andrea Gibelli, Presidente del gruppo Fnm, il quale ha delineato l’importante funzione dei trasporti su tutto il territorio lombardo, affermando che «dal punto di vista trasportistico, le funzioni della città e del territorio si sono ibridizzate: l’hinterland accoglie nuovi luoghi centrali e le città di cintura non sono più la provincia, ma sono diventate aree ricche di eccellenze».
«Noi abbiamo cercato – continua Gibelli – di dare una risposta dal punto di vista della connettività e il grado accessibilità con il progetto Fili, che parte da Cadorna e arriva fino a Malpensa e considera ogni stazione equipotenziale, ossia con un tempo di percorrenza di quindici minuti da punto a punto, indipendentemente dai limiti amministrativi».
Successivamente si è espresso Carlo Masseroli, Head of Strategy and Development di Nhood Italia, il quale ha parlato dell’importante relazione tra pubblico e privato, fondamentale per creare valore aggiunto su tutto il territorio. In particolare, ha dichiarato Masseroli, «oggi è evidente che il valore privato e il valore pubblico procedano di pari passo. Il reverse engineering vuole che si parta dall’interesse pubblico, che non può più essere limitato al luogo in cui la trasformazione avviene, ma quest’ultima deve diventare un punto di un sistema più ampio in cui la relazione tra pubblico e privato svolge un ruolo centrale. Il pubblico deve evolvere, cioè ha il compito di interpretare l’investitore privato come lo strumento per realizzare l’interesse pubblico, sia in termini di competenze, sia in termini di economia. Tuttavia, anche il privato deve evolvere, interpretando in modo più ampio la necessità della città. Questo dialogo è win win».
Dopo Carlo Masseroli si è soffermato sul progetto di Nhood per Cadorna, dichiarando: «La proposta che abbiamo fatto ad Fnm per la riqualificazione della stazione è una dinamica da partenariato pubblico privato. Stiamo modellando un nuovo processo con i rischi che ne conseguono. Il partenariato è un fattore moltiplicativo economico di competenze: l’investitore privato parte dall’interesse pubblico, contribuisce con il suo investimento all’interesse pubblico, ottenendo un vantaggio per sé e per il territorio».
Le note conclusive sono state affidate a Arianna Censi, Assessora alla Mobilità del Comune di Milano, la quale ha dichiarato che «le città oggi hanno il compito di provare a riunire una classe dirigente sulle questioni strategiche, ossia come si organizza una città, quali sono le priorità e come costruire una relazione in sintonia con i bisogni dei cittadini. In particolare, Milano oggi è il luogo dove si sta effettuando un’azione per far dialogare il pubblico e il privato, l’innovazione e la ricerca».
«Infine, la mobility divided tra chi vive a Milano e nell’hinterland deve essere colmata con un robusto investimento sui trasporti, sulla mobilità e sulla costruzione di una città che coniuga lo spazio e il tempo», ha concluso Censi.