As soon as possibleL’Ue finanzierà con cinquecento milioni di euro la produzione di armi (anche per l’Ucraina)

Trovato rapidamente l’accordo tra Consiglio e Parlamento, ora i voti di conferma finali. Cancellata la possibilità di destinare all’industria militare i fondi del Pnrr. Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, annuncia l’invio di armi non convenzionali a Kyjiv

AP/Lapresse

Si chiama «Asap», e il nome sembra azzeccato. La «Legge a sostegno della produzione di munizioni» (Act in Support of Ammunition Production, l’acronimo in inglese) è stata davvero concordata «al più presto possibile» tra Consiglio e Parlamento europeo: a due mesi dalla proposta originaria, dopo un ultimo passaggio di conferma nelle due istituzioni, finanzierà con cinquecento milioni di euro l’industria militare dell’Unione europea.

Un accordo «storico», come lo ha definito il commissario al Mercato interno Thierry Breton: per la prima volta nella sua storia, l’Unione sovvenziona la produzione di armamenti, per rifornire più velocemente l’Ucraina di munizioni e riempire gli stock dei Paesi membri dopo un anno e mezzo di forniture a Kyjiv.

Accordo che peraltro è stato seguito, poche ore dopo, dall’annuncio di Joe Biden sul l’invio di armi non convenzionali in Ucraina: il presidente statunitense ha fatto sapere che Washington fornirà a Kyjiv bombe a grappolo (anche per ovviare al fatto che le scorte di artiglieria convenzionale sono in calo), spesso pericolose anche per i civili, nonostante una legge nazionale che ne vieta il commercio e la cessione ad altri Paesi.

Il sostegno all’industria militare
Il regolamento Asap punta a sostenere la capacità produttiva dell’Unione europea, nello specifico per quanto riguarda le munizioni di artiglieria, i missili e i loro componenti. Il denaro sarà erogato alle aziende europee considerate idonee sottoforma di sovvenzioni, mentre il quadro regolatorio comprende anche un meccanismo per mappare, monitorare e anticipare eventuali ingorghi nelle catene di approvvigionamento.

È stato invece eliminato, durante il negoziato interistituzionale, il contestato articolo 5.3 del regolamento, che nella proposta originaria della Commissione prevedeva la possibilità per gli Stati membri di utilizzare allo scopo anche i soldi di altri fondi, tra cui quelli dei Pnrr.

Il settore beneficiario della misura comprende diverse multinazionali e oltre duemila piccole o medie imprese, che come segnala il Parlamento europeo, potranno presentare dei progetti da finanziare. In tutto l’industria militare ha generato un fatturato di ottantaquattro miliardi di euro nel 2021, secondo il centro studi dell’Eurocamera: Germania, Italia e Francia, nell’ordine, hanno il maggior numero di produttori di armi.

I finanziamenti di Asap arriveranno da due fondi europei dedicati alla difesa: lo European Defence Fund (Edf, duecentosessanta milioni) e lo European defence industry reinforcement through common procurement act (Edirpa, duecentoquaranta milioni). La Commissione prevede che stimoleranno altri cinquecento milioni di euro di investimenti dal settore privato, per affrontare quella che definisce una crisi di approvvigionamento di munizioni.

Prima di entrare in vigore, il regolamento dovrà essere approvato definitivamente sia dagli Stati membri che dal Parlamento europeo, ma in nessuno dei due casi sorgeranno problemi.

Il Consiglio lo voterà a maggioranza qualificata, quindi nessun Paese potrà bloccarlo, mentre l’Eurocamera ha già calendarizzato il voto nella sua commissione Industria (Itre) per lunedì 10 luglio, seguito con ogni probabilità nella stessa settimana dalla votazione finale della plenaria dell’emiciclo.

L’esito è piuttosto scontato: nella prima votazione a giugno, il regolamento era stato approvato con quattrocentoquarantasei voti favorevoli, sessantasette contrari e centododici astenuti. Tutti d’accordo gli eurodeputati italiani, tranne quattro astenuti del Partito democratico (Laureti, Roberti, Variati, Bartolo) e l’opposizione dei deputati del Movimento 5 Stelle, di quelli del gruppo dei Verdi/Ale e di Massimiliano Smeriglio del Pd, dissidente dalla linea del partito.

Un nuovo aiuto per l’Ucraina
«La legge potenzierà la capacità di produzione di munizioni nell’Unione europea e riempirà i magazzini», ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen commentando l’accordo. «Si velocizzerà la consegna di munizioni all’Ucraina in questa fase cruciale della guerra».

Il regolamento Asap è infatti parte della risposta europea a un richiesta specifica del governo di Kyjiv: proiettili di artiglieria da centocinquanta millimetri, giudicati essenziali nel conflitto contro la Russia.

Il piano complessivo, annunciato a marzo dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea Josep Borrell si articola in tre parti: un miliardo di euro per «rimborsare» gli Stati dell’Unione europea che forniscono all’Ucraina le armi già presenti nei propri magazzini, un miliardo per comprare nuovi razzi di artiglieria da centocinquanta millimetri, e appunto 500 milioni per fabbricare presto altre munizioni.

A differenza dei primi due «pilastri» del piano, i soldi stanziati dal regolamento Asap non provengono dall’European Peace Facility (Epf), lo strumento europeo che a dispetto del nome finanzia le operazioni militari in Paesi terzi, finora impiegato per il sostegno all’Ucraina.

Di recente, il budget totale dello strumento è stato aumentato dai ministri dell’Unione europea a 12 miliardi complessivi: in totale 5,6 sono stati già assegnati all’Ucraina, sette tranche da 500 milioni ciascuna nei mesi trascorsi dall’inizio dell’invasione, più i due miliardi del piano di marzo. A cui vanno aggiunti ovviamente gli aiuti militari bilaterali, cioè recapitati dai singoli Paesi dell’Unione senza il rimborso europeo: le forniture di armamenti sono spesso segrete, ma secondo fonti comunitarie consultate da Linkiesta, il totale dell’assistenza militare fornita dall’Unione europea, sia a livello singolo che collettivo, non è inferiore ai 14 miliardi di euro.

Quest’ultima decisione viaggia nello stesso senso, anche perché il testo dell’Asap garantisce esplicitamente che i Paesi europei forniscano all’Ucraina le munizioni finanziate dal regolamento Asap, senza restrizioni all’esportazione.

«È l’ennesima prova dell’incrollabile impegno dell’Unione europea nel sostenere l’Ucraina», ha dichiarato Margarita Robles, ministro della Difesa della Spagna, che attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. Stessi toni utilizzati dalla presidente del Parlamento Roberta Metsola. Le istituzioni dell’Unione sono da tempo compatte in supporto dell’Ucraina, da oggi con più risorse concrete.