Mentre il resto del mondo combatte l’inflazione e i danni causati dall’aumento generale dei prezzi, la Cina deve affrontare il problema opposto: la deflazione. È la prima volta che accade dal 2021 ed è un fenomeno dovuto alla bassa domanda di prodotti nel suo mercato interno. I consumatori cinesi tendono a rimandare gli acquisti nella speranza di ulteriori riduzioni dei prezzi, ma così facendo rallentando la ripresa economica.
L’indice dei prezzi al consumo in Cina, che è il principale indicatore dell’inflazione, è sceso del 0,3 per cento su base annua a luglio, secondo l’Ufficio nazionale di statistica. Anche l’indice dei prezzi alla produzione ha subito una contrazione del 4,4 per cento su base annua a luglio. La diminuzione dei prezzi dei beni e dei servizi, potrebbe portare le aziende cinesi a ridurre la produzione, limitando le assunzioni e licenziando i dipendenti. Oltre a dover accettare sconti per vendere le scorte esistenti.
La deflazione, che comporta una diminuzione dei prezzi dei beni e dei servizi, era già avvenuta nel 2020 e all’inizio del 2021 a causa del crollo dei prezzi della carne di maiale, ma secondo gli analisti potrebbe durare più a lungo perché legata anche alla crisi del settore immobiliare, una parte consistente del prodotto interno lordo cinese. Inoltre la disoccupazione giovanile ha superato il 20 per cento, come non accadeva da decenni.