La soglia del ridicoloLe manovre per abbassare l’asticella delle europee e l’eterna presa in giro delle riforme

I ricorrenti tentativi di ridurre lo sbarramento per facilitare le cose ai micropartiti dimostrano che una proporzionale ben fatta è molto più efficace di tante chimere maggioritario-presidenzialiste. Invece di scassare anche la legge elettorale delle europee, dovremmo adottarla alle politiche

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Non è la prima volta che partiti e leader politici schierati da anni a favore del maggioritario e di riforme para, semi o proto presidenzialiste a tutti i livelli – naturalmente in nome della governabilità, della semplificazione, della lotta incessante contro lo strapotere dei piccoli partiti – dinanzi all’unica tornata elettorale regolata da una legge compiutamente proporzionale, con sbarramento al quattro per cento, che cosa propongono di fare? Di abbassare la soglia di sbarramento. Non è la prima volta, ma è sempre istruttivo.

Se infatti i suddetti leader politici credessero a una sola parola di quello che dicono, la soglia dovrebbero semmai chiedere di alzarla. Per questo tali ricorrenti tentativi, al di là delle ragioni tattiche più immediate che possono variare di volta in volta, sono sempre istruttivi, perché dimostrano che il re è nudo: che il modo migliore per combattere frammentazione, ingovernabilità e potere di ricatto dei micropartiti è proprio una legge proporzionale senza premi di maggioranza, dunque senza coalizioni pre-elettorali di sorta, ma con una robusta soglia di sbarramento.

L’obiezione secondo cui quello che vale per le politiche (e le amministrative, e le regionali) non dovrebbe valere per le europee, perché qui non c’è un governo da scegliere e quindi non esiste il problema della «governabilità», ma solo l’esigenza della rappresentanza, è una via di mezzo tra un gioco di parole e un gioco delle tre carte.

Certo che in Europa non c’è un «governo», perché non siamo negli Stati Uniti d’Europa (che peraltro molti di coloro che vorrebbero abbassare la soglia dichiarano di desiderare ardentemente); c’è tuttavia una Commissione e c’è soprattutto un parlamento europeo che non è mica un’assemblea d’istituto, e certo non andrebbe trattato come tale. Per non parlare del fatto che, per la nostra Costituzione, il governo non lo scelgono gli elettori nemmeno alle politiche (checché ne dicano i treccartari del maggioritario all’italiana). Ma soprattutto, se davvero si volesse una semplificazione del sistema politico, secondo alcuni addirittura in chiave bipartitica, perché affannarsi ad abbassare la sola soglia di sbarramento realmente efficace, con l’unico prevedibile risultato di alimentare la proliferazione di micropartiti?

Invece di sfasciare pure la legge elettorale delle europee, bisognerebbe adottarla pari pari alle politiche. Invece di continuare a inseguire chimere populistico-presidenzialiste, bisognerebbe rimettere finalmente una vera legge proporzionale alla base del nostro sistema parlamentare, anziché insistere a scassare definitivamente anche quello, distorcendo pericolosamente l’equilibrio tra prerogative del capo dello stato e funzioni del presidente del Consiglio.

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