Giorni ancora molto intensi sul fronte del lavoro. I nuovi dati Istat dicono che a luglio si sono persi in un mese 73mila posti di lavoro, l’incidente di Brandizzo ha fatto nuovamente suonare l’allarme della sicurezza. E da oggi si può dire che termina ufficialmente il reddito di cittadinanza come lo avevano disegnato i Cinque Stelle, con il debutto della piattaforma del nuovo Sistema Informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Proprio mentre si comincia a scrivere la nuova legge di bilancio.
Gli ex percettori del reddito di cittadinanza occupabili, tra i 18 e i 59 anni e privi di una condizione di fragilità, da oggi potranno accedere alla nuova misura di supporto alla formazione e al lavoro. I primi a poterlo fare saranno circa 120-130mila soggetti che hanno esaurito il reddito a luglio e agosto. Per accedere alla piattaforma, bisognerà collegarsi al sito dell’Inps, all’interno del quale è disponibile la richiesta per fare richiesta dell’indennità di 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi.
«Il nostro obiettivo è di migliorare l’occupabilità attraverso la formazione ma anche agevolando l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. C’è grande partecipazione attorno a questa nostra iniziativa: la piattaforma ha già centinaia di migliaia di posti per corsi di formazione e decine di migliaia di vacancy (offerte di lavoro)», assicura la ministra del Lavoro Marina Calderone al Corriere. «Siamo attenti anche a queste peculiarità del nostro Paese. In base agli ultimi dati disponibili Unioncamere-Excelsior abbiamo una situazione diffusa di posti vacanti. Certamente, ci sono zone che risentono di più della distanza fra la necessità di determinati profili e la disponibilità degli stessi. Stiamo avviando un tavolo tecnico permanente con le regioni per fare in modo che la formazione professionale, di competenza regionale, sia più adeguata alla domanda. Inoltre, abbiamo coinvolto le Agenzie per il lavoro private e il sistema dei fondi interprofessionali, soggetti che dialogano direttamente con le imprese».
Calderone scommette che non ci saranno problemi di pace sociale con la fine del reddito: «I numeri a nostra disposizione ci dicono che possiamo gestire quanti usciranno dal reddito di cittadinanza entro fine anno. Con la suddivisione delle platee abbiamo messo in evidenza un aspetto importante: chi si attiva sarà aiutato, perché ci deve essere il nostro impegno ma anche quello del soggetto interessato che manifesti la sua volontà a essere accompagnato in un percorso di formazione e riqualificazione ma anche di lavoro. Non promettiamo un “lavoro di Stato”, ma chi presenterà la domanda sarà preso in carico tempestivamente dal centro per l’impiego e dalle Agenzie. Sarà questa la vera discontinuità rispetto al passato». E aggiunge: «Le Regioni stanno affrontando la transizione al nuovo Sistema di inclusione sociale e lavorativa inserendo nella piattaforma informazioni e dati in loro possesso. Esiste la consapevolezza che i numeri siano gestibili sia sul fronte della presa in carico che degli strumenti a disposizione: corsi di formazione, offerte di lavoro e Puc (progetti utili alla collettività)».
Ma in vista della legge di bilancio, si pensa anche ad altri interventi sul fronte del lavoro, dalla conferma del taglio al cuneo per i redditi medio-bassi alla riproposizione degli incentivi alle assunzioni per donne e giovani. In tutto, fa i calcoli Il Sole 24 Ore, il pacchetto lavoro oscilla tra i 12 e i 13 miliardi.