«Un’aperta sostenitrice di Putin lavora nelle istituzioni» si legge nella richiesta di interrogazione che Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, ha depositato alla Commissione europea. L’istituzione indicata è il Senato della Repubblica italiana. La paladina putiniana è la trentacinquenne Irina Osipova: origini russe e cittadinanza italiana, figlia di Oleg Osipov, ex direttore del Centro russo di scienza e cultura di Roma.
Osipova ha di recente ottenuto l’incarico di coadiutore parlamentare dopo aver vinto un concorso pubblico nel 2019 per cui non è prevista alcuna necessità di nullaosta. L’incarico le darebbe accesso alle banche dati del Senato e alla corrispondenza. «Si tratta di elementi di assoluta gravità, che si inseriscono in un contesto in cui da anni l’Italia è vittima di fenomeni quali spionaggio ed interferenze da parte della Federazione Russa», spiega Picierno.
Osipova ha definito Vladimir Putin «un leader che non ha pari al mondo» e «un modello per l’Italia per difendere gli interessi nazionali».
Nel 2012, giovanissima, Osipova fonda l’associazione “Rim — Giovani Italo-Russi”, con cui organizza proteste contro le sanzioni europee alla Russia dopo l’annessione della Crimea del 2014. Nel 2015 è a San Pietroburgo al raduno dell’estrema destra europea. L’anno dopo si candida con Fratelli d’Italia al Comune di Roma e prende meno di duecento voti.
«Tutto regolare» per la presidente della commissione del concorso, l’ex senatrice del Partito democratico passata a Forza Italia Paola Binetti. Non è così, invece, secondo l’europarlamentare Picierno che spiega: «Il caso di Ospinova necessita di un rapido ed efficace chiarimento. Ho quindi depositato un’interrogazione per chiedere alla Commissione Ue una valutazione sui rischi di interferenze legati a questa assunzione, per verificare se la decisione italiana è conforme alle linee guida Ue e quali azioni intenda intraprendere la Commissione stessa».