Natura e designNei giardini crescono le idee e si coltivano mobili

Una generazione di creativi e artisti visionari mostra come il giardino sia diventato un luogo di avanguardia, dove a nascere non sono soltanto le piante. Nell’epoca della crisi climatica, la nuova frontiera è la bioproduzione

Sedie "coltivate" da Alice e Gavin Munro in Inghilterra (Ph. Chris Webb)

Per secoli i giardini sono stati luoghi su cui proiettare ossessioni e desideri: di piante rigogliose, di un raccolto abbondante, del controllo sulla natura. Nello spazio chiuso e rassicurante di un eden-giardino il futuro ha preso un po’ alla volta forma, poco importa se di pomodori maturi piantati alla fine dell’inverno o piuttosto del potere da esercitare su tutte le forme viventi. 

E se di questi tempi di crisi ecologica il nostro rapporto con la natura si è fatto più sfidante, la mostra Garden Futures al Vitra Design Museum di Weil am Rhein, in Germania, ha suggerito che un aiuto possono fornircelo il giardino e il giardinaggio. Terminata il 3 ottobre e allestita con la regia del duo di designer engagé Formafantasma e il coinvolgimento del Nieuwe Instituut di Rotterdam – dove tra gli altri musei l’esposizione farà tappa nel 2024 –, Garden Futures ci ricorda che le scelte che facciamo e gli stili di vita che conduciamo hanno un impatto sulla biosfera. 

E propone un paragone che è un invito alla responsabilità: se il mondo è un giardino, allora siamo tutti giardinieri che “coltivano” un futuro migliore e, nel farlo, procedono per tentativi ed errori. Perché, proprio come avviene in un giardino, anche in risposta alle questioni ambientali non c’è un’unica soluzione, e concetti come biodiversità, sostenibilità e giustizia sociale possono solo essere sperimentati localmente per rendersi conto che alla fine ogni cosa è collegata.

È un’immagine di speranza e c’è chi l’ha presa alla lettera: sono designer e creativi che oggi si fanno portavoce di un nuovo materialismo in cui gli oggetti non sono più fabbricati ma coltivati. Secondo wgsn, leader mondiale in fatto di previsione di tendenze, stiamo passando dall’era delle macchine a quella degli organismi. «La nuova frontiera è la bioproduzione», afferma senza esitare la direttrice creativa della piattaforma, Lisa White, che spiega come materiali organici quali il micelio (il corpo vegetativo dei funghi), le alghe e i batteri stiano diventando sempre più popolari per la progettazione di bioplastiche, diamanti sintetici, pelli vegetali e tanto altro. La sedia Full Grown degli inglesi Alice e Gavin Munro è un esempio sorprendente di questa interazione tra natura ed esseri umani.

Ph. Chris Webb

Tempo fa, mentre la stampa 3D prendeva piede nel campo del design, i due creativi hanno imboccato un’altra strada e deciso di coltivare mobili utilizzando come materiali di partenza terra, acqua, sole e alberi. Dopo molti tentativi e altrettanti errori hanno “raccolto” i primi prototipi: sedie soprattutto, ma anche lampade e altri oggetti plasmati direttamente dalle piante, che vengono fatte crescere attorno a un telaio. 

Tra gli altri designer-giardinieri, il polacco Marcin Rusak, cresciuto a Varsavia fino ai 14 anni, ha una storia affascinante: sia il nonno sia il bisnonno erano floricoltori, ma per vari motivi la loro attività cessò all’epoca della sua nascita, nel 1987. Così Rusak ha trascorso la giovinezza circondato dal paesaggio post-industriale di un impianto di produzione di fiori abbandonato. Anni dopo, il ricordo delle erbacce, delle piante in decomposizione, della terra asciutta e dei macchinari in disuso è confluito nel suo lavoro sotto forma di arredi che incorporano elementi vegetali nella loro struttura. 

I vasi di Marcin Rusak creati con fiori ricoperti e metallo fuso (Courtesy of Carpenters Workshop Gallery)

Secondo lui, infatti, è con gli oggetti “effimeri”, destinati cioè a deteriorarsi, che sviluppiamo un rapporto più intenso e personale. «Il cambiamento diventa parte integrante della loro presenza e riflette la natura della nostra vita, in cui progresso e trasformazione sono sia inevitabili sia desiderabili», ha spiegato. La pratica di Maximilian Marchesani è per certi versi simile. Le sue lampade-albero, esposte durante la settimana del design milanese di aprile 2023 negli spazi della Nilufar Gallery, sono realizzate innestando elementi tecnologici in rami di faggio e nocciolo. 

Marchesani riflette sugli effetti dell’intervento umano sull’ambiente naturale: tra i rami attorcigliati della lampada-nocciolo, da lui battezzata Famiglia, compaiono infatti piume di parrocchetto dal collare, un pappagallino di colore verde brillante e di origine tropicale la cui importazione si è rivelata dannosa per gli ecosistemi. Con il progetto Vai o Stai, invece, il designer paragona il faggio all’essere umano, che come il primo tende a predominare sulle altre specie. Un’opportunità per Marchesani c’è ed è quella di reinventarsi, ripensando il nostro rapporto con la natura in un’ottica non più di sfruttamento, bensì di condivisione e cura.

Ai giorni nostri i benefici della bioproduzione sono esplorati anche da Tom Dixon, eclettico designer di casa a Londra che per celebrare i vent’anni di attività ha reinterpretato alcuni suoi pezzi classici con processi e materiali innovativi quali il Biorock (per cui i mobili verrebbero fatti “crescere” sott’acqua mediante elettrolisi), la zostera e il micelio. 

Mentre cresce sott’acqua, la sedia Biorock di Tom Dixon contribuisce a rigenerare le barriere coralline (Ph. Pete Navey)

A base di canapa e totalmente compostabile è invece la sedia Peel sviluppata dallo studio californiano Prowl con M4 Factory e presentata all’ultima edizione di Alcova, la piattaforma itinerante per il design indipendente fondata da Valentina Ciuffi e Joseph Grima. Tutti questi esempi visionari, che propongono una nuova etica basata sul giardinaggio come strumento per riequilibrare il nostro rapporto con l’ambiente, sfumando i confini tra natura e “coltura”, ci (di)mostrano che oggi nei giardini a crescere sono anche le idee.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter