ConsapevolezzaCinque incontri per iniziare a (ri)scrivere il futuro dell’ambiente

Un weekend guidato dall'ottimismo e dedicato alla condivisione di idee e riflessioni su azioni e buone pratiche su cui tutti dovremmo riflettere

Sabato 14 ottobre inizia Habitat, la prima edizione di un nuovo festival patrocinato dal comune di Gignod (Valle d’Aosta) e dedicato al cambiamento climatico. Cinque appuntamenti per capire che cosa l’essere umano può fare, verso l’ambiente e verso la socialità, anche gastronomicamente parlando.

Negare il cambiamento climatico con le evidenze odierne è un po’ come convincersi di camminare su una terra piatta, contestando le immagini dallo spazio, le eclissi lunari, i fusi orari, o sentirsi discendenti di Adamo e figli di Eva, ignorando la stratigrafia dei fossili, gli studi di anatomia comparata e le analisi genetiche. E se proprio non vogliamo credere all’estinzione delle specie, allo scioglimento dei ghiacciai e alla diffusione delle malattie infettive, cerchiamo di ricordare l’ultima volta che abbiamo fatto il bagno a ottobre inoltrato. Le prove sono infinite e le prospettive non sono buone. Ma piangere sul latte versato non è più utile che nascondere la testa sotto la sabbia. Ed è per questo che il comune di Gignod, in collaborazione con l’associazione Amici della Biblioteca di Gignod e la direttrice artistica Paola Zoppi, ha voluto contribuire alla crescita di consapevolezza sul tema con una serie di incontri, declinati con cinque format differenti, con l’obiettivo di stimolare le persone a fare di più.

La prima edizione di “Habitat, cinque incontri con l’ambiente” prenderà il via nella sala consiliare di Gignod il 14 ottobre alle ore 18: “La sostenibilità di ciò che mangiamo è il tema della tavola rotonda che vede coinvolti la giornalista de Linkiesta Gastronomika Chiara Buzzi e lo chef Paolo Griffa del Caffè Nazionale di Aosta. Il ristorante che sorge nella piazza principale del capoluogo può contare su un background territoriale e mentale che riconosce nell’ambiente un valore da tutelare, si affida a fornitori certificati che operano nella Valle e si impegna a valorizzare erbe ed essenze raccolte nelle zone più incontaminate della montagna, attraverso l’essiccamento, le fermentazioni e i distillati.

Il secondo incontro si terrà giovedì 16 novembre alle ore 21: la sala consiliare del comune questa volta accoglierà l’economista Alessandro Giraudo per la lectio magistralis “Dove sono finite le materie prime?”. La conversione del sistema produttivo secondo un modello più sostenibile implica un cambio di paradigma che obbliga tutti i settori economici a riconsiderare il loro impatto sul clima e sull’ambiente. E questa trasformazione passa inevitabilmente dalle materie prime, in primis quelle “critiche”, ovvero indispensabili per la transizione energetica. Nell’attesa di renderci indipendenti dai Paesi esteri, possiamo iniziare puntando sul riciclo.

Proprio il recupero sarà al centro del laboratorio destinato ai bambini della scuola primaria, che si svolgerà venerdì 24 novembre sotto la guida della designer Madeleine Frochaux. La presidente e co-fondatrice dell’Associazione Circolarte – nata nel 2015 per promuovere progetti artistici di utilità sociale – promuove l’arte come strumento di riflessione e rigenerazione: ne sono un esempio i vecchi frigoriferi restaurati e decorati per diventare piccole librerie di quartiere, diffuse nelle aree pubbliche di Torino e Settimo Torinese.

Il 9 dicembre alle ore 18 la letteratura raccoglierà il testimone dall’arte per il quarto appuntamento del festival, in cui la sala consiliare ospiterà la presentazione del libro “La compagnia del gelso” di Franco Faggiani. L’autore colloca il suo romanzo nelle campagne marchigiane, dove un professore milanese entra a far parte di una banda di arzilli ottantenni che gli svelerà gli antichi segreti del gelso, maiale del regno vegetale: le sue foglie nutrivano i bachi da seta ed erano foraggio di prima scelta per gli allevamenti domestici; i rami venivano assemblati nei cesti di vimini, mentre il tronco era usato per i focolari e le botti da vino. Un albero prezioso per l’economia e per la cucina rurale fino a pochi decenni fa, ma anche barriera contro gli smottamenti, troppo spesso sacrificata per fare spazio a strade e vigneti.

L’ultimo dei cinque incontri si terrà giovedì 28 dicembre alle ore 18 nel salone della scuola primaria: Tiziano Fratus concluderà il ciclo con “Homo Radix, letture sceniche e immagini per riconnettersi alla natura anche nella frenesia dei contesti urbani. Corpo e mente rigenerati, decisioni più efficaci, emozioni riequilibrate sono solo alcuni dei doni che non sappiamo (ancora) apprezzare. Il deficit di natura ha delle conseguenze, ma non è mai troppo tardi per ritrovare le proprie radici.

Immagine in evidenza di Antonio Sessa

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