Arsenale d’EuropaL’Ucraina vuole diventare il fronte occidentale per la produzione di armi

Oggi Olaf Scholz e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal annunceranno una nuova joint venture tra le società Rheinmetall e Ukroboronprom. Il ministro Oleksandr Kamyshin, in missione a Berlino per convincere i produttori a investire nel Paese devastato dalla guerra, dice: «Il mondo libero dovrebbe produrre di più per proteggersi»

LaPresse

Di fronte alla guerra su due fronti, in Ucraina e in Medio Oriente, il governo di Kyjiv chiede alle democrazie occidentali di aumentare gli investimenti nelle armi. In un’intervista a Politico, il ministro ucraino per le Industrie strategiche Oleksandr Kamyshin spiega che i Paesi occidentali devono accelerare la produzione di missili, proiettili e droni militari, spostando la costruzione di questo arsenale il più vicino possibile al fronte. E quindi propone l’Ucraina come sede centrale dell’industria militare occidentale.

«Il mondo libero dovrebbe produrre di più per proteggersi», dice Kamyshin, in missione a Berlino per convincere i produttori di armi a investire nell’Ucraina devastata dalla guerra. «Ecco perché dobbiamo produrre più e migliori armi per stare al sicuro». L’attuale capacità della fabbricazione militare occidentale è deplorevole, continua. «Se si mettono insieme tutte le capacità mondiali per la produzione di armi e munizioni, non saranno sufficienti per questa guerra», ha detto Kamyshin, riferendosi alla situazione lungo gli oltre mille chilometri di prima linea attiva dell’Ucraina.

Mentre le forze di difesa israeliane continuano a bombardare Gaza e i combattimenti accelerano lungo il fronte in Ucraina, gli eserciti occidentali bruciano munizioni a un ritmo che non si vedeva da decenni. E la domanda è se gli alleati occidentali potranno supportare entrambi i Paesi con sistemi di difesa aerea e artiglieria.

La risposta, dice Kamyshin, è iniziare subito a costruire impianti di produzione. «Ciò che accade ora in Israele mostra e dimostra che l’industria della difesa a livello globale è una destinazione di investimenti da decenni», afferma. Dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina nel febbraio 2022, i governi occidentali hanno inviato armi a Kyjiv, tra munizioni, veicoli blindati e altro equipaggiamento. Ma mentre la guerra continua, l’Ucraina – un tempo un importante hub militare dell’Unione Sovietica – sta ora cercando di aumentare la produzione di veicoli corazzati, munizioni e sistemi di difesa aerea e vuole che i partner occidentali investano.

Martedì 24 ottobre è previsto un passo fondamentale, quando il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal annunceranno una nuova joint venture tra la società tedesca Rheinmetall e l’ucraina Ukroboronprom. Alla fine di settembre, Berlino ha dato il via libera all’accordo di cooperazione.

Lo scorso marzo, i paesi dell’Ue si sono impegnati a inviare un milione di colpi di artiglieria all’Ucraina come parte di un programma di aumento della produzione. Kyjiv potrebbe aver bisogno fino a 1,5 milioni di proiettili all’anno per sostenere il suo sforzo bellico, un compito arduo che Kamyshin spera di poter sostenere, almeno in parte, con la produzione interna.

In totale, l’Ucraina ha ricevuto oltre 350 sistemi di artiglieria semoventi e trainati dai paesi della Nato e dall’Australia. Insieme ai pezzi di epoca sovietica presenti nelle scorte prima dell’invasione russa, Kyjiv ha circa 1.600 pezzi di artiglieria in servizio, ma deve coprire un fronte enorme. E sebbene le relazioni di difesa tedesco-ucraine siano un vantaggio per lo sforzo bellico di Kyjiv, la Russia può anche sfruttare le proprie relazioni internazionali per ottenere materiale bellico ed è stata rapida nel concordare accordi sull’hardware militare con Paesi del calibro di dell’Iran e della Corea del Nord.

La portata sempre più internazionale degli approvvigionamenti per la guerra in Ucraina non si limita ai Paesi al di fuori della Nato. La Polonia ha recentemente iniziato a ricevere carri armati, obici, lanciarazzi e aerei da attacco leggero dalla Corea del Sud. Per Kamyshin la chiave è fare progetti a lungo termine. «Questa guerra può durare decenni», ha detto. «I russi possono tornare sempre».

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