Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato ieri a Bruxelles per incontrare il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e i ministri della Difesa dei Paesi Nato durante un summit. Era la sua prima visita ufficiale al quartier generale dell’Alleanza da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – e la seconda visita a Bruxelles dopo quella al vertice dei leader dell’Unione europea a febbraio. L’obiettivo era ricordare agli alleati che l’Ucraina non può fare a meno degli aiuti militari dell’Europa e dell’Occidente. «Abbiamo bisogno del vostro sostegno. Ecco perché sono qui oggi», ha detto Zelensky.
Il timore del presidente ucraino è che l’attacco terroristico di Hamas a Israele sposti interamente l’attenzione dell’Occidente sul Medio Oriente, riducendo l’impegno politico e militare nei confronti di Kyjiv. «Voglio essere onesto con voi, ovviamente è una situazione pericolosa per il popolo ucraino», ha detto Zelensky lanciando un appello a tutti gli alleati. «Se ci sono altre tragedie nel mondo e c’è solo una certa quantità di armi da condividere, la Russia sa che questi aiuti militari verranno divisi», ha aggiunto il presidente ucraino sottolineando che l’aggressione di Hamas è un assist alla guerra di Vladimir Putin. «È fondamentale che arrivino missili a lunga gittata, o comunque sistemi d’arma capaci di colpire a lunga distanza».
L’Ucraina ha bisogno sempre più di armi e difese aeree per far fronte a un altro inverno di attacchi russi, che potrebbero colpire centrali elettriche e infrastrutture energetiche per fiaccare la resistenza del popolo ucraino.
La risposta degli alleati è stata decisa. Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha annunciato un nuovo contributo militare di duecento milioni di dollari all’Ucraina. Mentre Stoltenberg ha detto che la Nato deve fornire ancora «maggiore sostegno a Kyjiv, con difesa aerea, artiglieria, munizioni. E mi aspetto che altri alleati della Nato facciano ulteriori annunci per un maggiore sostegno all’Ucraina, perché dobbiamo sostenere e intensificare il nostro sostegno, tutto questo per aiutare il Paese a produrre, a commerciare, a funzionare come un Paese normale».