Svolta negli scontriL’esercito israeliano è entrato a Gaza City

Secondo il ministro della Difesa, le truppe sono entrate «nel cuore» della città. Intanto, la Casa Bianca ha fatto sapere che la rioccupazione di Gaza da parte di Israele «non è la cosa giusta da fare»

AP Photo/LaPresse (Ph. Abed Khaled)

Martedì sera Yoav Gallant, ministro della Difesa di Israele, in una conferenza stampa ha annunciato l’ingresso dell’esercito «nel cuore» di Gaza City, già circondata da giorni da soldati e carri armati israeliani. Si tratta della città più popolosa della striscia di Gaza, nonché di una roccaforte chiave di Hamas. 

«Le truppe hanno un obiettivo: i terroristi di Hamas a Gaza, le loro infrastrutture, i loro comandanti, i bunker, le sale di comunicazione. Le forze dell’Idf sono arrivate da nord e sud. Hanno preso d’assalto Gaza City in pieno coordinamento tra forze di terra, aria e mare», ha detto Gallant. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), in un mese sono stati colpiti più di quattordicimila obiettivi di Hamas nella striscia di Gaza. 

Il ministro della Difesa ha aggiunto che il leader più anziano di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, è stato isolato all’interno del suo bunker. Secondo Gallant sarebbe stato proprio Sinwar a «prendere la decisione omicida di attaccare civili, donne e bambini israeliani» durante l’attacco del 7 ottobre. 

Le operazioni dell’esercito israeliano sono state confermate dal primo ministro Benjamin Netanyahu, il quale – durante un’intervista alla Abc – ha dichiarato che dopo la guerra Israele avrà «la responsabilità sulla sicurezza» di Gaza per «un tempo indefinito». Ma occupare nuovamente la striscia, secondo la Casa Bianca, «non è la cosa giusta da fare». 

Stando a un’indiscrezione riportata in esclusiva da Axios, il presidente americano Joe Biden ha chiesto a Netanyahu di accettare una pausa di tre giorni nei combattimenti per favorire il rilascio di alcuni ostaggi di Hamas detenuti a Gaza. Nello specifico, Stati Uniti, Israele e Qatar starebbero discutendo una proposta che riguarderebbe il rilascio di dieci-quindici ostaggi, sfruttando quei tre giorni per verificare la loro identità. 

Nel frattempo, la polizia israeliana ha identificato i corpi di ottocentoquarantatré cittadini israeliani uccisi nell’attacco del 7 ottobre nei kibbutz vicino alla frontiera con Gaza. 

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