Labour WeeklyNon esiste una definizione legale di sciopero generale

In qualche delibera della Commissione di garanzia, si può leggere che si tratta di un’astensione collettiva dal lavoro che «coinvolge la generalità delle categorie del lavoro pubblico e privato». Purtroppo nessuno ha mai chiarito cosa vuol dire in questo contesto il termine «generalità»

(La Presse)

Il diritto di sciopero è garantito dall’articolo 40 della nostra Costituzione e va esercitato nei limiti stabiliti dalla legge. Quando l’astensione collettiva dal lavoro riguarda i cosiddetti “servizi pubblici essenziali”, la legge n. 146 del 1990 stabilisce i paletti per contemperare gli interessi dei lavoratori con quelli degli utenti dei predetti servizi. In questi giorni non si fa altro che parlare delle polemiche scaturite dallo sciopero indetto da Cgil e Uil. Uno degli aspetti più interessanti da un punto di vista giuridico è la querelle attorno alla definizione di sciopero generale.

Lo scorso 13 novembre, la Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali ha specificato che «lo sciopero, così come proclamato dalle Confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale». Sembrerebbe tutto molto lineare se non fosse per un piccolo aspetto: non è chiaro quale sia il consolidato orientamento a cui fa riferimento la Commissione.

In qualche delibera della Commissione di garanzia, si può leggere che lo sciopero generale è un’astensione collettiva dal lavoro che «coinvolge la generalità delle categorie del lavoro pubblico e privato». Purtroppo nessuno ha mai chiarito cosa vuol dire in questo contesto il termine «generalità».

Mi sento di poter escludere che lo sciopero possa essere qualificato come generale soltanto quando aderiscono tutti i settori lavorativi. Storicamente in Italia ci sono stati tantissimi scioperi generali ma non mi risulta che tutte le categorie dei lavoratori siano state coinvolte nell’astensione collettiva. Quindi, dove si mette l’asticella per promuovere uno sciopero generale?

Come spesso accade, le incertezze normative sono utilizzate dalla politica con finalità strumentali. Anche il caso dello sciopero indetto da Cgil e Uil non fa eccezione. Questa vicenda potrebbe insegnarci che avere delle regole precise sul diritto di sciopero gioverebbe a tutte le parti in causa. Potrebbe insegnarcelo, ma temo che non lo farà.

*La newsletter “Labour Weekly. Una pillola di lavoro una volta alla settimana” è prodotta dallo studio legale Laward e curata dall’avvocato Alessio Amorelli. Linkiesta ne pubblica i contenuti ogni. Qui per iscriversi

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