Alla fine dell’anno arriva il momento in cui tutti si chiedono che cosa succederà passata la mezzanotte del 31 dicembre. Un po’ di previsioni, molte volte azzeccate e altre troppo azzardate, compongono le liste dei buoni propositi e anticipano quelle che saranno le tendenze dei mesi futuri. Gli ultimi giorni dell’anno sono anche il momento – per chi si occupa di prevedere i trend – di immaginare quelle che saranno le direzioni di un determinato settore, analizzando i bisogni più impellenti (e quelli emergenti) dei consumatori.
Succede anche nel mondo dell’enogastronomia dove ci sono studi che, oltre a intercettare i segnali più evidenti, danno spazio all’immaginazione e si spingono oltre l’ordinario per fornire spunti fuori dagli schemi, talvolta paradossali e al limite dell’utopia. Queste idee consentono di fermarsi e riflettere sul ruolo sociale del cibo e su come questa materia fondamentale per la nostra sopravvivenza sia capace di plasmare nuovi scenari di consumo legati alla sfera emotiva e sensoriale. Per le previsioni delle tendenze 2024 legate al cibo e al beverage, gli spunti più interessanti arrivano dal report “Imminent Future of Food & Drink”, edito dallo studio di experience design Bompas & Parr.
Il meglio del 2023
Secondo i progettisti inglesi, da anni impegnati nella realizzazione di eventi che ruotano attorno al mondo dell’enogastronomia e della mixology, l’anno appena passato è stato ricco di riflessioni e approfondimenti sul mondo del cibo. Niente di strano verrebbe da pensare, se non fosse per una nuova chiave di lettura emersa attraverso i mesi. Il ritorno alla base, ai rudimenti delle materie prime e a quella dimensione che rende l’atto del cibarsi così speciale e gioioso: un momento di condivisione irrinunciabile, veicolo di idee e di storie da raccontare.
Dall’altro lato, la discussione sul cibo si è legata indissolubilmente alla sfida globale della sostenibilità e della “sopravvivenza della specie”. Una delle domande più impellenti di oggi è legata al fabbisogno alimentare della popolazione mondiale, in crescita nonostante le risorse del pianeta non riescano a stare al passo con la richiesta di prodotti.
Ecco quindi che l’anno appena trascorso è stato pieno di contraddizioni: da una parte si è celebrato il lato gioioso e conviviale del cibo con un entusiasmo senza precedenti, dall’altra, questo è diventato una delle più grandi sfide dell’era contemporanea. Prendendo spunto dalle ultime innovazioni tecnologiche, dai progetti di design, dalle “paranoie di massa” e dai bisogni latenti delle persone, Bompas & Parr ha delineato sei macro tendenze 2024, con spunti audaci e teorie sul futuro delle esperienze a tavola.
Romanticizzare il futuro
In un momento di grandi innovazioni tecnologiche e ritmi frenetici, il vero lusso è rallentare e puntare su pratiche agricole e metodi ancestrali sostenibili e rispettosi per il clima. Prendersi il proprio tempo diventa fondamentale, ecco perché anche quest’anno tecniche come la fermentazione e la frollatura continueranno a essere al centro del dialogo gastronomico in modo sempre più romantico, per coglierne il lato lussureggiante invece che il semplice lato utilitaristico.
A questo si accompagna l’agricoltura eroica, che lo studio di design vede alla stregua di uno sport estremo, in cui le altitudini sempre più pronunciate (per sfuggire al riscaldamento globale) daranno vita a pareti ricche di ortaggi, da scalare come se fossero le salite più belle del mondo, adatte solamente ai free-climber più audaci.
Restare con piedi per terra (guardando all’insù)
Non siamo ancora così lontani dal mondo che conosciamo: nonostante la voglia di colonizzare lo spazio sia più forte che mai, un banchetto di massa nel cosmo è inimmaginabile. Meglio quindi restare all’interno dell’atmosfera terrestre, spingendosi però ad alta quota come con “Space Perspective”, una mongolfiera grazie alla quale piccoli gruppi possono pagare un biglietto costosissimo per cenare fluttuando sulla terra. Lanciata quest’anno, l’esperienza ha aperto nuovi scenari di degustazione, con emissioni bassissime rispetto a quelle ben più impattanti del turismo spaziale.
L’autenticità ha stancato
Quest’anno si è a lungo discusso della crisi del fine dining, ritenuto da molti un modello superato, troppo ricco di sovrastrutture. Lo studio Bompas & Parr sostiene che questo “stress” legato alla preparazione di ricette elaboratissime stia diventando superfluo di fronte a commensali che spesso siedono a tavola solo per scattare una foto, senza godersi realmente i capolavori culinari che hanno di fronte.
L’utopia del 2024? Ristoranti di fascia alta dove il cibo impiattato in maniera esemplare non si può mangiare, ma viene realizzato con materiali sintetici che lo conservano in modo impeccabile, per fotografie e selfie sempre perfetti.
Senza andare troppo in là con la fantasia, l’italiana Eleonora Ortolani alla Central St Martins di Londra, ha creato il primo gelato al mondo partendo dalla plastica. Lavorando con gli scienziati della London Metropolitan University, ha utilizzato i batteri dell’escherichia coli (non sempre dannosi per l’essere umano) per rescindere i legami dei polimeri sintetici e trasformarli in vanillina. È forse il riuso della plastica una delle nuove frontiere del cibo?
Chi ha voglia di andare al ristorante?
Dietro a questo trend per il 2024 si nasconde una polemica che lo studio Bompas & Parr muove nei confronti dei ristoranti contemporanei. Secondo loro, il naturale scopo con cui sono nate queste attività – pensando alla Parigi del diciannovesimo secolo, in cui venivano serviti deliziosi consommé rigeneranti – si è perso con un sovraffollamento di insegne che, troppo spesso, servono cibo costoso e non di qualità.
In più, la crisi del personale non aiuta e i consumatori si dimostrano sempre più insofferenti verso il calo degli standard di servizio. Arriverà dunque un momento in cui i commensali eserciteranno una pressione sempre più forte per invertire questo trend, chiedendo a gran voce collaborazioni con altri settori, per creare nuove esperienze sui cui vale la pena investire tempo e denaro.
L’archeologia dell’acqua
Materia prima fondamentale e sempre più scarsa, si stima che nel 2030 il mondo avrà a disposizione solamente il sessanta per cento dell’acqua di cui avrebbe davvero bisogno. Rara e preziosa, l’acqua diventerà il fulcro di una nuova tipologia di turismo, che spingerà i viaggiatori a cercare mete selvagge dove immergersi e fonti pure da cui abbeverarsi. Come le acque più antiche del mondo che si trovano a profondità notevoli e che alcune aziende stanno pian piano raggiungendo.
Nel deserto del Mojave, in California, c’è una pozza di acqua sotterranea che proviene da un’era climatica primordiale, risalente a più di diecimila anni fa. Quanto saranno disposti a pagare gli appassionati di archeologia dell’acqua per consumarla o farsi un bagno?
Cocktail iperbolici
La rinascita dei classici della mixology e il loro successo globale ha iniziato a stancare alcuni dei più grandi trend setterdell’industry. Ryan Chetiyawardana, conosciuto come Mr Lyan e fondatore di alcuni dei cocktail bar più celebri del mondo, ha detto: «Perché dovrei uscire per andare in un cocktail bar e spendere venti sterline per un drink classico?».
Largo quindi all’immaginazione e all’esplorazione di nuovi confini, come quelli olfattivi. Bompas & Parr per il 2024 ha immaginato lo sviluppo di nuovi cocktail ready to drink che incorporino elementi da inalare e altri da bere: nuvole di ginepro per un gin tonic e vapori di aromi fruttati per un mojito. Per bere, dunque, basterà fare un respiro profondo.