Polemiche insulseChe cos’è che rende nervosi certi politici e leoni da tastiera di fronte a un candelabro di Hanukkah

I tutori della laicità francese che arricciano il naso per il simbolo ebraico all’Eliseo, il deputato polacco che spegne le otto candele con un estintore. Adesso perfino l’emblema della Festa della luce diventa divisivo?

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Il candelabro di Hanukkah non è mai stato tanto presente nelle cronache mondiali come in questi giorni. Prima con Emmanuel Macron, che ha assistito all’accensione con il rabbino Haim Korsia della prima candela della festa ebraica nei saloni dell’Eliseo. Un video ha fatto il giro del web ricevendo la sua dose di insulti per una sorta di rottura della laicità francese. Poi, ieri con il triste episodio del deputato polacco di estrema destra che ha usato un estintore per spegnere una menorah (appunto il caratteristico candelabro ebraico), acceso in occasione della festività di Hannukkah nel palazzo del parlamento.

Un atto decisamente antisemita che si è consumato poco prima del voto di fiducia al nuovo governo di Donald Tusk, ex presidente del Consiglio dell’Unione Europea. E un gesto accompagnato da parole infuocate di stampo medievale: “Ebraismo culto satanico”. Anche in questo caso è tutto documentato da video online, nei quali si vede il deputato polacco armarsi di estintore a favore di telecamere e smartphone.

Polemiche diverse con retrogusti differenti, in un caso, quello francese, il presidente del Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia), Yonathan Arfi, ha dichiarato a una radio che celebrare l’inizio della festa di Hanukkah all’Eliseo è stato un errore: «Non è l’Eliseo il posto in cui accendere una candela di Hanukkah, poiché lo spirito repubblicano stabilisce che da lì bisogna tenere lontano tutto ciò che è religioso».

Ma l’occasione si prestava: era in corso la celebrazione del premio Lord Jakobovits della Conferenza dei rabbini europei (Cer), assegnato ogni anno a chi si distingue per la lotta contro l’antisemitismo e la protezione delle libertà religiose. Il rabbino Korsia ha acceso la prima luce del candelabro senza alcuna malizia e il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin si è affrettato a difendere Macron: «non ha violato affatto la laicità. Il presidente è un difensore delle religioni, le rispetta tutte. Durante questa festa ebraica mentre gli ebrei sono presi di mira, trovo del tutto normale che il presidente si metta al loro fianco».

La festa di Hanukkah (o Chanukah) dura otto giorni e commemora un evento storico, ovvero la vittoria dei Maccabei sugli ellenisti nel II secolo a.C. È la festa delle luci e del miracolo dell’ampolla d’olio trovata nel tempio sconsacrato, che pur essendo sufficiente per un solo giorno, durò per otto giorni. Per l’occasione viene acceso il menorah, il candelabro tradizionale. Il gesto è al centro di cerimonie pubbliche con canti, balli e assaggi di sufganiyot, i dolci tradizionali di questa ricorrenza.

E proprio a partire da questo inno alla luce quest’anno il web sembra essersi scatenato nelle elucubrazioni. Chi ha associato la festa all’auspicio della liberazione degli ostaggi prigionieri nei tunnel tenebrosi di Hamas, chi la sta usando invece perché simbolo di una storica ribellione degli ebrei. Di fatto, tra cancel culture e appigli con la mesta attualità, in molti ricordano che negli ultimi decenni il gesto dell’accensione è stato sempre vissuto con gioia nelle grandi celebrazioni come a Trafalgar Square a Londra o nella Grand Army Plaza di Manhattan. Il culmine, qui, è l’atteso Matzo Ball il più grande party per ebrei single della Grande Mela. Quest’anno venato più che mai dalla paura degli attentati dopo l’allarme lanciato dalle agenzie di sicurezza e dalla Fbi.

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