Pausa caffèLa forza rigenerante dei rituali 

Mai come in questo periodo dell’anno, lo stress è dietro l’angolo. Forse la soluzione per arrivare indenni alla fine delle feste è riuscire a prendersi un momento per sé

È Natale, è vero. Le cose da fare sono tantissime. La corsa ai regali, gli addobbi da terminare, gli amici da vedere, i pranzi e le cene da creare e preparare. A volte sembra di non avere tempo, di rincorrere un qualcosa senza arrivare poi mai alla metà. Il Natale può essere fonte di stress, è inutile negarlo. Perché durante le feste, ci ritroviamo spesso sommersi da un turbinio di acquisti, preparativi e socialità. Eppure dovrebbe essere quel momento dell’anno che ci ritagliamo per stare un po’ con noi stessi, con gli affetti e con ciò che ci fa stare bene.

Dovremmo metterlo nella lista dei buoni propositi: a Natale ci si deve prendere del tempo per le cose che amiamo e le persone che ci fanno stare bene. Provarci in fondo non costa nulla, nonostante l’epoca contemporanea ci spinga sempre verso un andirivieni di attività infinite che ci fanno arrivare a fine giornata stremati e senza sosta.

Cosa succederebbe se rallentassimo un po’ il ritmo? Se invece di preoccuparci di fare tutto perfettamente, ci godessimo appieno il momento? Rallentare il ritmo non significa essere pigri o non fare nulla, ma piuttosto concedersi il tempo per apprezzare le piccole cose della vita: un sorriso, una chiacchierata con un amico, una tazza di cioccolata calda davanti al camino… Un caffè. 

Rallentare il ritmo è la chiave per godersi appieno queste festività. Non c’è bisogno di regali costosi o di una tavola imbandita come quella della Regina d’Inghilterra per celebrare il Natale. Ciò che conta davvero è la compagnia delle persone a cui vogliamo bene. Il Natale dovrebbe essere un momento di pace, riflessione e coccole. Prendersi una pausa e gustarsi un caffè caldo in compagnia dei nostri cari. O magari ritagliarci un momento la mattina per iniziare al meglio la giornata con un caffè caldo tra le mani.

La coccola inizia dal caffè 
Se si scegli di prendersi una pausa caffè, ad esempio, è un rituale di piacere e qualità che non può essere sottovalutato. Non importa se si è esperti o principianti: importante è iniziare dalla selezione del caffè in chicchi, magari in una delle piccole torrefazioni storiche presenti sul territorio, prendendosi il giusto tempo per farsi consigliare e capire le diverse varietà e sapori disponibili. E non c’è una risposta giusta o sbagliata, si tratta piuttosto di una questione di preferenza personale.

Scegliere il caffè giusto richiede pazienza e curiosità, ma alla fine sarà sicuramente gratificante. Questo vale anche quando si sceglie la macchina del caffè. Quelle di Gaggia, ad esempio, sono perfette proprio perché si adattano alle necessità e ai gusti di ognuno. C’è chi preferisce le automatiche, chi invece quelle manuali: è una questione di abitudine e di piacere. Ma tutte hanno un unico denominatore: sono progettate e prodotte in Italia, da mani che tramandano quel saper fare caffè tutto italiano e dove c’è un’attenzione altissima alla qualità in tutte le fasi del processo. 

E poi c’è il fattore umano: ognuno ha la sua tecnica e il suo tocco personale. Ci vuole la giusta quantità di caffè, l’acqua alla temperatura perfetta, una mano esperta per far uscire la crema giusta e la macchina in grado di svolgere un ruolo di coordinazione, quasi fosse un maestro d’orchestra.

Ecco, quando si tratta di creare un espresso perfetto, la crema naturale è il sigillo del successo. E non stiamo parlando della panna montata che spesso viene erroneamente chiamata crema. No, stiamo parlando della crema densa e dorata che si poggia sulla superficie del caffè, inventata da Achille Gaggia nel 1938, con il deposito del brevetto che rivoluzionò la tecnologia di estrazione ed erogazione del caffè, e che ancora oggi rappresenta un vero e proprio capolavoro dell’arte del caffè. E la cremina è così importante perché indica l’equilibrio tra macinazione, quantità di caffè utilizzata e pressione dell’acqua. Senza di essa, un espresso non sarebbe un espresso italiano!

E la domanda sorge quasi spontanea: quante volte beviamo un caffè senza prestare attenzione a ciò che c’è dietro? E se invece di berlo distrattamente, lo gustassimo con curiosità e consapevolezza? E se scegliessimo di essere i veri protagonisti del proprio momento caffè partendo dalla selezione del caffè all’interazione con una macchina che consenta un utilizzo su misura? Forse scopriremmo nuovi sapori e aromi, ma soprattutto apprezzeremmo il lavoro che c’è dietro ogni tazzina. E allora, proviamoci: prendiamoci un momento per gustare il nostro prossimo caffè con tutti i sensi e lasciamoci sorprendere dalle sue sfumature. Soprattutto a Natale. 

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