Matteo Renzi giudica «una follia» il fatto che alle europee non figurerà una lista unitaria sotto il segno di Renew Europe. L’escalation militare che ha portato alla rottura con Azione non gli ha fatto cambiare idea: il quattro per cento è una brutta bestia. Ma non è solo per questo. È che il rischio di un flop elettorale di Italia viva e Azione separate sarebbe la pietra tombale sul sogno terzopolista che il leader di Iv continua a ritenere la strada maestra per sbloccare il bipolarismo “radicale” che sta imbrigliando il Paese.
Una follia andare divisi: ma non c’è niente da fare, ormai Carlo Calenda non torna indietro. E dunque per i renziani è iniziata una traversata alla ricerca di alleati, una roba faticosa, complicata e dagli esiti incerti. E in questa situazione di incertezza maturano voci di tutti i tipi, dalla presunta intesa tra Iv e Totò Cuffaro, fino alla voce che, se confermata, avrebbe dell’incredibile: un passo indietro di Renzi che rinuncerebbe a presentare le liste di Iv in favore di un’intesa tecnica con Azione che aprirebbe a qualche candidatura renziana. Una voce circolata, ma seccamente smentita dagli interessati.
Invece non si esclude un interesse nei confronti di Italia viva da parte di Emma Bonino, che ha seccamente e nuovamente chiuso a Calenda e lasciar cadere un «si vedrà» per quanto riguarda un accordo con Iv. Si vedrà anche se e come procederà l’opera di mediazione svolta dai Libdem di Andrea Marcucci. Per ora però le bocce sono abbastanza ferme, con Renzi che ieri all’assemblea nazionale del suo partito ha rilanciato il progetto di una «terza alternativa» a Meloni e Schlein, le due protagoniste della scena politica che si sorreggono vicendevolmente e che l’ex premier ha bastonato duramente.
Si è notato da qualche tempo un particolare irrigidimento di Renzi verso il camaleontismo della presidente del Consiglio, qualche cosa che forse sta assumendo anche qualche elemento di carattere personale (almeno questo è stata l’impressione ricavata dal botta e risposta al premier time al Senato), insomma tutto il contrario della “stampella” renziana che molti pronosticavano. Quanto al Pd, nemmeno a parlarne, un partito che sembra un «collettivo studentesco» è da bocciare senz’appello. Il leader di Italia viva insomma insiste nella sua linea “terza”, ma adesso il suo problema è trovare le forze per arrivare in piedi all’appuntamento, per Italia viva cruciale, delle elezioni europee. Per superare lo sbarramento.