Paghe basse e corsie vuoteMedici e infermieri scioperano contro la manovra, a rischio visite e interventi

Al centro della protesta c’è il taglio delle pensioni. L’emendamento del governo che modifica il ddl è atteso entro la settimana. «Invece di assumere, pensano a farci lavorare di più. Ma abbiamo 5 milioni di giorni di ferie non goduti e 10 milioni di giornate di straordinario non pagato», dice Pierino Di Silverio, leader del sindacato Anaao Assomed

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Tiziana FABI / AFP

La sanità oggi sciopera contro la manovra del governo Meloni. Da mezzanotte, e per ventiquattr’ore, medici e infermieri, dirigenti e specializzandi, veterinari e odontoiatri si fermano. Ci sono un milione e mezzo di prestazioni a rischio. Anche se le urgenze verranno garantite. Funzionano pronto soccorso, terapie intensive, unità coronariche, emodialisi, assistenza ai malati oncologici e studi di medici di famiglia che non aderiscono allo stop.

Le manifestazioni dei camici bianchi saranno in molte città d’Italia. A Roma è previsto il sit-in in piazza Santi Apostoli dalle ore 11.30, con la partecipazione delle sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero nazionale, e cioè Anaao Assomed e Cimo Fesmed (medici pubblici), Nursing Up (infermieri), Cimop (medici privati). Tutti compatti per dire che «La sanità pubblica non si svende, si difende». Dopo «le pacche sulle spalle del periodo Covid», il comparto si sente abbandonato con tutte le sue problematiche, dalla carenza di personale ai pochi fondi a disposizione. Con una critica alla legge di bilancio 2024 che destina alla sanità solo 3 miliardi, di cui 2,8 per rinnovare i contratti.

Risorse considerate insufficienti. Da qui cinque richieste che saranno indirizzate a Palazzo Chigi: assunzioni di personale, detassazione di una parte delle retribuzioni, risorse congrue per i contratti, depenalizzazione dell’atto medico, cancellazione dei tagli alle pensioni previsti nella manovra.

«Invece di assumere, pensano a farci lavorare di più. Ma abbiamo 5 milioni di giorni di ferie non goduti e 10 milioni di giornate di straordinario non pagato», dice Pierino Di Silverio, leader del sindacato Anaao Assomed.

In più, i sindacati ritengono inaccettabili e incostituzionali i tagli fino al 25% delle loro pensioni, deciso in manovra, all’articolo 33. Un taglio retroattivo alle pensioni di medici, infermieri, personale sanitario che hanno contributi tra 1981 e 1995. Per loro e per altri dipendenti pubblici — in totale 732 mila lavoratori — il governo prevede un ricalcolo dei rendimenti applicati ai versamenti di quegli anni. Un salasso che in totale porterà risparmi per 21 miliardi allo Stato entro il 2043.

Il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani assicura che «l’emendamento correttivo del governo arriverà entro la settimana». Si studia l’esenzione dal taglio di tutti i lavoratori pubblici coinvolti, non solo medici, che fanno domanda di pensione entro il 31 dicembre, oltre che di quelli che dal 2024 vanno in pensione di vecchiaia a 67 anni. Solo per i medici, si prospetta uno sconto anche sulle pensioni anticipate, con tagli decrescenti, via via più piccoli, che si azzerano al raggiungimento dei 67 anni.

 

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