Giovani non democraticiIl convegno milanese che alimenta la propaganda di Hamas tormenta il Pd

Il prossimo 15 febbraio ci sarà un dibattito dei ragazzi dem dal titolo “Colonialismo & Apartheid in Palestina. Una lunga storia di occupazione illegale e Resistenza”. In un primo momento si sarebbe dovuto svolgere al Circolo Pd Aniasi, ma dopo una giornata di polemiche è stato spostato in una sede ancora da stabilire, ma non di partito

Lapresse

Che cosa c’entrano i Giovani Democratici con chi spaccia la propaganda di Hamas? La domanda sorge spontanea guardando la lista degli invitati all’incontro organizzato dai Giovani democratici del Municipio 1 di Milano, per il prossimo 15 febbraio, dal titolo “Colonialismo & Apartheid in Palestina. Una lunga storia di occupazione illegale e Resistenza”. Inizialmente si sarebbe dovuto svolgere al Circolo Pd Aniasi, ma poi è stato spostato, con sede ancora da stabilire ma attenzione: non in un circolo del Pd, a causa delle polemiche che ha suscitato dentro e fuori il Partito democratico.

Tra gli ospiti ci sono, al momento, Francesca Albanese, Ibrahim Youssef – tutto da guardare e ascoltare il suo video su YouTube nel quale viene intervistato Alessandro Di Battista che cita Bettino Craxi –, Moni Ovadia, Daniele Garofalo.

Era prevista anche Alae Al Said, autrice del romanzo “Sabun”, che  il 7 ottobre 2023 – giorno dell’attentato terroristico di Hamas – ha pubblicato su Instagram un post apologetico dell’attacco contro Israele: «Una mattina d’autunno ti svegli e scopri che la Storia si è alzata prima di te, si è messa in giacca e cravatta, ha impugnato una penna e ha deciso: “Oggi scrivo il capitolo più bello di tutti: quello della rinascita palestinese, di Gaza che rompe le mura della prigione, dell’oppresso che si ribella e dell’oppressore che scopre cos’è la paura”. E mentre gli occidentali li chiamano “terroristi”, la libertà va in confusione: “Non siete mica gli stessi che, in nome mio, donano armi agli ucraini?”, chiede. Poi ci pensa, si dà una risposta da sola e amareggiata, sorride. Lei non fa distinzioni in base al colore degli occhi, dei capelli, della pelle: “Tutti i popolo mi meritano allo stesso modo”, dice».

Sui loro canali social, i Giovani democratici hanno pubblicato un annuncio per spiegare che «Alae non ci sarà, ha preferito tirarsi indietro, visto il circo mediatico che si è creato attorno a questa iniziativa».

In questa iniziativa organizzata dai Giovani Democratici di Milano del Municipio 1, «non c’è un riferimento che sia uno su Hamas e sugli attacchi del 7 ottobre», ha scritto su Facebook Daniele Nahum, consigliere comunale del Partito democratico a Milano. «Sono state invitate persone che sulla questione sono poco credibili e le loro posizioni non sono per nulla equilibrate. Chiedo al più presto che venga chiarita la linea nelle sedi opportune perché per quel che mi riguarda è irricevibile», ha detto ancora Nahum.

«Dal mio partito, dalla sua giovanile, mi aspetto che per discutere e ragionare di quanto sta succedendo tra Israele e Hamas si impieghi senso critico, empatia, capacità di approfondire», dice a Linkiesta la deputata del Partito democratico Lia Quartapelle: «L’iniziativa dei Giovani democratici di Milano è sideralmente lontana dal confronto ponderato di cui ci sarebbe bisogno». Durante l’intervista, avvenuta prima dello spostamento dell’evento, Quartapelle aveva aggiunto: «Mi auguro che chi ha organizzato capisca l’errore e cancelli l’iniziativa».

Fonti del Partito democratico di Milano dicono che il segretario del Partito democratico Alessandro Capelli e il segretario dei Giovani democratici Giuseppe Pepe potrebbero intervenire ufficialmente sulla vicenda, che ha creato parecchio disappunto anche a Roma, tra i parlamentari riformisti, come Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa. D’altronde la recente mozione parlamentare del Partito democratico, pur con tutti i suoi limiti sottolineati da Mario Lavia, intende «promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele».

La questione tuttavia non sembra essere limitata solo a Milano. C’è un problema con la linea politica dei Giovani democratici? A Roma il Partito democratico ha organizzato al Circolo Pd di San Lorenzo un incontro con Luisa Morgantini, in dialogo con Francesca Del Bello (presidente del Municipio II), Jasmine Cristallo (Direzione nazionale del Partito democratico), Caterina Cerroni (Giovani Democratici) e Gianluca Bogino (assessore alle Comunità straniere del Municipio II).

Luisa Morgantini, ex europarlamentare di Rifondazione Comunista, è presidente di AssoPacePalestina, associazione che sul suo sito rilancia la propaganda di Hamas. Il 21 gennaio scorso ha pubblicato un comunicato dell’ufficio stampa di Hamas: «Il documento politico-ideologico pubblicato da Hamas: “La nostra posizione. L’Operazione Al-Aqsa Flood”» (vale a dire l’attacco terroristico del 7 ottobre scorso). Il “documento”, rilanciato dall’associazione senza alcun tipo di contestualizzazione o presa di distanza, accusa Israele di mentire, perché «l’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre ha preso di mira i siti militari israeliani e ha cercato di arrestare i soldati del nemico per fare pressione sulle autorità israeliane affinché rilasciassero le migliaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane attraverso un accordo di scambio di prigionieri. Pertanto, l’operazione si è concentrata sulla distruzione della Divisione Gaza dell’esercito israeliano e i siti militari israeliani di stanza vicino agli insediamenti israeliani intorno a Gaza. Evitare di fare del male ai civili, specialmente ai bambini, alle donne e agli anziani, è un impegno religioso e morale di tutti i combattenti delle Brigate Al-Qassam. Ribadiamo che la resistenza palestinese è stata del tutto disciplinata e impegnata nei valori islamici durante l’operazione e che i combattenti palestinesi hanno preso di mira solo i soldati dell’occupazione e coloro che portavano armi contro il nostro popolo. Allo stesso tempo, i combattenti palestinesi hanno cercato di evitare di danneggiare i civili, nonostante il fatto che la resistenza non possieda armi precise. Inoltre, se c’è stato qualche caso di attacco ai civili, è avvenuto accidentalmente e nel corso del confronto con le forze di occupazione». E via così, di propaganda in propaganda.

«Si tratta di due iniziative del tutto lontane dalle posizioni del Partito democratico», dice a Linkiesta Piero Fassino, deputato del Partito democratico. «Iniziative fondate su una lettura manichea e antistorica per cui in Medio Oriente sarebbero in conflitto un torto (l’esistenza di Israele) e una ragione (i diritti dei palestinesi). Mentre in Medio Oriente coesistono due ragioni: il diritto di Israele a vivere in sicurezza e riconosciuto dai suoi vicini e il diritto dei palestinesi ad una propria patria. Due popoli e due Stati si fonda su quell’impianto. Quelle iniziative dei Giovani democratici, a Milano come a Roma, vanno nella direzione opposta alla costruzione di dialogo, convivenza e pace. Tra l’altro identificando Israele con le politiche di Benjamin Nethanyahu cancellano quella Israele democratica che in questi anni si e battuta proprio contro Nethanyahu e oggi ne chiede le dimissioni in nome della convivenza e della pace».

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