Con una lettera aperta pubblicata sul Financial Times, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e i primi ministri di Danimarca, Estonia, Cechia e Paesi Bassi chiedono un rinnovato e robusto sostegno militare all’Ucraina, in un momento cruciale della guerra. L’offensiva della Russia iniziata lo scorso novembre si sta rivelando fallimentare: le truppe del Cremlino non riescono ad avanzare nell’est dell’Ucraina e il loro attacco coordinato si esaurirà in primavera, come ha ricordato il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov. Ma tra un po’ di mesi Kyjiv rischia di arrivare con le riserve vuote, incapace di attuare la controffensiva. «La volontà di combattere dell’Ucraina persiste e serve da ispirazione a tutti noi che abbiamo a cuore la libertà e la giustizia. Ma i problemi cruciali incombono: L’Ucraina ha quantità insufficienti di munizioni per l’artiglieria. E gli impegni per il sostegno militare rischiano di essere inferiori alle sue necessità».
Nella lettera i cinque leader riconoscono che l’Unione europea non è riuscita a raggiungere l’obiettivo di inviare almeno un milione di proiettili di artiglieria all’Ucraina entro marzo: «La Russia non è riuscita a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi nella guerra che ha iniziato. Ma i nostri sforzi non devono inaridirsi. Dobbiamo rinnovare la nostra determinazione e raddoppiare gli sforzi per garantire il nostro sostegno fino a quando sarà necessario».
Il messaggio politico è anche diretto al premier ungherese Viktor Orbàn che nell’ultimo Consiglio europeo di dicembre ha messo il veto al pacchetto di aiuti per l’Ucraina dal valore di cinquanta miliardi di euro (trentatré in prestiti e diciassette in sussidi). L’obiettivo del prossimo Consiglio europeo straordinario del 1 febbraio è quello di superare il suo veto oppure aggirare l’ostacolo politico, approvando uno speciale piano su cui sta lavorando da tempo la Commissione europea.
I funzionari europei stanno lavorando alla creazione di un fondo militare dedicato all’Ucraina che riceverebbe inizialmente 6,5 miliardi di euro dal Fondo europeo per la pace, somma alla quale si aggiungerebbero cinque miliardi di euro all’anno dal 2024 al 2027. L’obiettivo è rimborsare i Paesi dell’Ue per gli acquisti congiunti di attrezzature militari, inclusi munizioni, droni e missili per la difesa aerea, destinati all’Ucraina.
Per i cinque leader europei non sono importanti tanto le modalità, ma la volontà di agire in fretta: «Oggi è urgente fornire le munizioni e i sistemi d’arma, compresi obici, carri armati, UAV e difesa aerea, di cui l’Ucraina ha urgente bisogno sul campo. Ora. Perché i nuovi ordini che facciamo oggi arriveranno sul campo di battaglia solo l’anno prossimo. Dobbiamo quindi insistere per trovare il modo di accelerare la consegna all’Ucraina dei proiettili di artiglieria promessi», si legge nella lettera. «Può avvenire attraverso la donazione delle scorte esistenti o l’acquisto congiunto di munizioni attraverso le nostre industrie della difesa. Ciò richiede l’espansione delle capacità industriali in Europa attraverso contratti di appalto quadro e investimenti sostenibili da parte degli Stati membri».
Finora la Germania ha concesso oltre diciassette miliardi di euro in aiuti finanziari e militari, impegnato più di qualsiasi altro paese europeo. Il Regno Unito e la Polonia seguono rispettivamente con 6,6 e tre miliardi di euro. La Francia invece si è fermata a cinquecento milioni di euro. «Continueremo a esplorare tutte le opzioni e inviteremo alleati e partner a cofinanziare le iniziative».