C’è grande confusione sotto il cielo dei videogiochi. Alcuni mesi fa, sembrava impossibile che PlayStation 5 smettesse di essere l’oggetto del desiderio di molti. Eppure eccoci qui: in concomitanza con il rendiconto finanziario del terzo trimestre 2023/24, Sony ha ridimensionato le proiezioni di vendita di PS5: ventuno milioni da aprile 2023 a marzo 2024, quattro in meno della stima precedente. Si tratta di cifre positive, ma non abbastanza. Una PlayStation 5 sottoperformante non è una notizia scontata, le parole di Naomi Matsuoka, vicepresidente senior di Sony, forse sì. Eppure sono state le seconde, più che la prima, ad aver fatto il giro dei social e delle testate di informazione specializzata. Cosa ha detto la manager? «In prospettiva – si legge su Bloomberg – PS5 entrerà nella fase finale del suo ciclo di vita». Significa che si sta avvicinando il momento in cui PS5 cederà il passo a quella che potrebbe chiamarsi, ad esempio, PlayStation 6.
Da un punto di vista matematico non c’è nulla di sensazionale in questa dichiarazione. PS5 è sul mercato da novembre 2020, cioè da quattro anni e tre mesi circa. La prima PlayStation è stata lanciata nel dicembre 1994: quattro anni e quattro mesi dopo (circa al punto in cui si trova PlayStation 5 adesso) accoglieva nel suo pantheon l’iconica nebbia di Silent Hill. Nonostante le uscite memorabili, mancava un anno al lancio di PS2. Erano altri tempi, è vero, ed è difficile immaginare che Sony segua le stesse tempistiche in un mercato molto diverso. Ma è normale parlare di PS5 come di un hardware che si avvicina al pensionamento. Eppure le parole di Matsuoka restano sorprendenti. Perché?
Una teoria: l’ultima console di Sony ha sì quattro anni, ma non li abbiamo sentiti. Per alcuni anni PS5 è stata un’entità fantasmatica a causa della crisi dei chip e delle catene di distribuzione ingolfate dalle misure anti-Covid. Qualcuno aveva un amico che custodiva un esemplare di PlayStation 5 proprio nel suo salotto, da non crederci; qualcun altro era costretto a consumare gli unboxing su YouTube come palliativo alla fame di intrattenimento elettronico next gen, alimentata dal lockdown. Nella bolla (o echo-chamber) social e informativa degli appassionati, PS5 era ovunque. Peccato mancasse nella realtà. Poi è finalmente arrivata, ma nel frattempo erano cambiate alcune cose: si erano riaperti spazi di socializzazione, il potere di acquisto delle persone era diverso, etc.
Per tutto il tempo che PS5 è stata più o meno indisponibile, PS4 ha continuato a essere la piattaforma di atterraggio delle ultime uscite. Una serie di videogiochi ha tenuto il piede in due generazioni. In parte è ancora così. Tra le uscite di febbraio 2024, Granblue Fantasy: Relink, Tomb Raider I-III Remastered Starring Lara Croft e Inkulinati, tra le altre, possono essere giocate anche su PlayStation 4. Certo, a questo punto è inevitabile che PS5 abbia le sue esclusive generazionali, ad esempio Helldivers 2, una recente hit che nessuno ha visto arrivare. Ma se un videogiocatore, magari non assiduo, è riuscito, fino a qui, a fare a meno di alcuni titoli di punta, potrebbe decidere tirare dritto con il supporto residuo a PS4, puntando direttamente a PS6 o a una di quelle porte di accesso al mondo del gaming che non contemplano una console.
Tutto questo contribuisce all’idea che si stia parlando di superamento di PS5 prima ancora che la piattaforma di Sony sia riuscita a esprimere il suo potenziale. Per usare una metafora sportiva, sembra che PS5 non sia entrata in partita. In futuro cambierà qualcosa? La parola agli executives: «Ci aspettiamo che il ritmo di vendita annuale dell’hardware PS5 inizi a diminuire a partire dal prossimo anno fiscale». Lo ha detto Matsuoka. «Non pubblicheremo nuovi capitoli dei nostri franchise principali, come God of War Ragnarok o Marvel’s Spider-Man 2». Lo ha detto il presidente di Sony, Hiroki Totoki. Entrambi fanno riferimento a un orizzonte temporale che arriva fino ad aprile 2025 circa.
Un buco in quella che è potenzialmente l’offerta più interessante per un possessore di PlayStation 5 non aiuta le vendite e non aiuta la percezione che la piattaforma abbia spiccato il volo. Insomma, a dire degli stessi manager, e almeno per un altro anno, PlayStation 5 sta entrando in una fase un po’ ombrosa della sua storia. Il fatto è che prima non splendeva. I problemi di distribuzione, che ne hanno causato un lancio a singhiozzo, una tutela di PS4 dalla quale non si è mai affrancata totalmente, un oggetto del desiderio che – dati alla mano – non ha trasformato tutto questo potenziale in vendite: cosa rimarrà dell’ammiraglia di Sony? Naturalmente nessuno lo sa, ma PS5 sembra sempre di più la protagonista di una generazione (di console) svanita. Quattro anni e non sentirli.