Tratto dall’Accademia della Crusca
L’espressione utile idiota, di chiaro tono polemico, nasce durante la campagna per le elezioni del 1948, per apostrofare, da parte della stampa di centro e di destra, chi – si trattasse di un politico o di un intellettuale indipendente – sosteneva dall’esterno i partiti del “Fronte democratico” (comunisti e socialisti) e quindi non era altro che uno sprovveduto che alla fine faceva il loro gioco. Presi di mira dalla frase ingiuriosa erano soprattutto quegli intellettuali che firmavano manifesti e appelli (detti anche spregiativamente firmaioli) dei due partiti di sinistra. Talora invece di parlare di utili idioti si rispolverava il vecchio epiteto di mosche cocchiere. Naturalmente sono fondamentalmente gli avversari a parlare di utili idioti, mentre i partiti che ne avevano un tornaconto li chiamano piuttosto benevolmente compagni di strada.
La locuzione utile idiota si è continuata a usare anche in seguito nel linguaggio politico italiano, riferita non solo ai fiancheggiatori dei partiti di sinistra, ma a qualsiasi fiancheggiatore di qualsiasi partito. Tanto che ha finito per essere impiegata in un’accezione più larga anche nella lingua comune, per indicare ‘chi si impegna a vantaggio altrui senza badare al proprio interesse’.